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Ariondo Andreini

13 Settembre 1895 - 21 ottobre 1915

Scheda

Ariondo Andreini, (Medaglia d'Argento), di Leopoldo, sottotenente nel 28mo reggimento Fanteria, nato a Modena nel 1895, dimorante a Bologna, morto per ferite sul campo a Monte Sabotino il 21 ottobre 1915. Avventizio ferroviere. Celibe.

"Ariondo Andreini, studente del terzo anno del R. Liceo Minghetti, nominato sottotenete del regg. fanteria residente a Ravenna, si offrì immediatamente tra i primi ufficiali quando i superiori domandarono chi era pronto a partire per la fronte. Così aveva pur fatto suo fratello Luigi, in Bologna, appartenente al regg. Ora ai genitori che videro con fierezza partire i loro figli, è toccato il nobile dolore di ricevere la notizia della morte di Ariondo, successa per parecchie ferite riportate in uno dei combattimenti avvenuti sulle rive dell'Isonzo. Ariondo Andreini è il terzo studente del Liceo Minghetti caduto per la Patria, ed a loro si unisce nel sacrificio il professore Barozzi. Ariondo era pieno di attivo amor patrio e di fervido enusiasmo per ogni puro ideale. Alla famiglia rimangono due figli, Luigi che trovasi sulla linea di battaglia ed un altro di stanza a Verona come allievo ufficiale" (Resto del Carlino, 8 novembre 1915). "Del glorioso estinto, proposto per la ricompensa al valore, il suo capitano scriveva alla famiglia: Oh! Quante volte venne da me per ottenere di recarsi in ricognizione lungo l'Isonzo sotto il riflettore del nemico. E quando la compagnia era contro il M. S. ho presente la ricognizione pericolosa assai compiuta verso O... e l'J... Tanto serenamente affrontava il pericolo, che, in casi difficili, ero costretto a presceglierlo per il maggior affidamento che dava di riuscita. Avendo dovuto asssentarmi temporaneamente per motivi di salute. Egli egregiamente mi sostituiì nel comando, troppo giovane sì ma di fieri propositi". (Resto del Carlino, 11 gennaio 1916)

L'epigrafe sulla tomba collocata nel Chiostro VIII della Certosa di Bologna, recita: "Ariondo Andreini, pioniere dell'umanità nuova, araldo della patria risorta, cadde in vista della città santa alla testa dei fanti, quando appena venti primavere eran fiorite sulla sua strada. Dopo una vita breve come un sogno e pura come un canto, ebbe una morte bella come una vittoria e ardente come un voto. Qui, segnato dalla materna pietà non senza fierezza, il suo nome brilla come una lacrima e sanguina come una ferita. Ma la memoria echeggerà nello spazio come una canzone, l'idea divamperà nel tempo come un rogo. Modena, MDCCCXCV - Monte Sabotino MCMXV