12 giugno 1915, un normale giorno di guerra

12 giugno 1915, un normale giorno di guerra

Scheda

Il comando della 3° armata, ricevuto l’ordine di operazioni nr. 7 del Comando Supremo, ne girò il contenuto ai comandanti dei corpi d’armata con l’ordine di operazione nr. 8 delle ore 19. Il VII corpo doveva agire offensivamente per migliorare le sue posizioni dalle quali procedere nei giorni seguenti per una irruzione sulla fronte Fogliano – Monfalcone, mentre all’XI Corpo d'Armata bloccato sulla destra Isonzo, fu ordinato di continuare la vigilanza della linea tra Cassegliano e Sant’Andrea. Delle tre divisioni di cavalleria, la 1° passava agli ordini dell’XI corpo, la 2° al VII corpo, la 3° divisione rimaneva in riserva tra Ausa, Corno e Livenza. Nella mattinata l’artiglieria nemica aprì il fuoco per circa un’ora sul paese di Romans, senza risultato. Proseguirono i tiri dei cannoni campali italiani da 149 contro lo sbarramento artificiale all’imbocco del canale Dottori (Sagrado) per cercare di fermare l’allagamento della pianura tra il fiume Isonzo e le pendici del Carso: venne creata una breccia di circa 20 metri, ininfluente. L’XI battaglione bersaglieri ciclisti prese parte ad una azione di fuoco del 27° fanteria del VI Corpo d’armata. Sul fronte tenuto dalle truppe della brigata Pisa (XI Corpo d’armata) continuarono le operazioni per recuperare soldati e materiale della fallita irruzione contro Sagrado (l’isolotto dei morti, 9 giugno), rimasti sulla sponda sinistra dell’Isonzo. 

Alla rocca di Monfalcone (quota 61) reparti austriaci tentarono un contrattacco, facilmente respinto, cui seguì un duello di artiglierie con morti e feriti da entrambe le parti. Un battaglione del 94° fanteria (brig. Messina, VII corpo d’armata) fu attaccato mentre dava il cambio ad altri reparti sulle alture di Monfalcone. Il X corpo d’armata, che doveva predisporre una linea difensiva robusta alle spalle degli altri due corpi (XI e VII) che mantenevano truppe in prima linea, spostò un reparto di ciclisti tra San Pietro d’Isonzo e Sagrado, mentre la sua 21° divisione prendeva posizione lungo il torrente Torre dal ponte di Versa a quello di Villesse. Una batteria natante della nostra marina si trasferì verso Punta Sdobba per meglio battere le posizioni nemiche di Monfalcone e durante il viaggio subì un continuo bombardamento dei grossi calibri austriaci in posizione presso Duino. Le ricognizione aeree scoprirono altre piazzole con batterie di cannoni nemiche presso Doberdò e nuove trincee scavate sul Carso nei pressi di Ronchi; tratti di terreno risultarono allagati sulla sinistra del fiume Vippacco a Rubbia. Il tempo si mantenne sereno e caldo.
Paolo Antolini

Bibliografia: Ministero della difesa, Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, L'esercito italiano nella grande guerra, 1915-1918, Roma, Ufficio Storico SME, 1927-1980

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