Portico della Certosa

Portico della Certosa

Scheda

Il portico di san Luca che dalla Porta della città si prolunga allo stesso livello sino al luogo detto Meloncello, offrendo il comodo inapprezzabile di un continuo Loggiato coperto, destò nell'animo l'idea di proseguire detto Loggiato con adattata costruzione sino all'interna parte del Cimitero.

Così viene segnalata l'idea iniziale del portico della Certosa nella rivista Il Piccol Reno del 1845, ricordando che la cerimonia della posa della prima pietra avvenne nel 1811 e che per l'occasione fu realizzata una medaglia celebrativa. L'architetto Ercole Gasperini fu chiamato a realizzarne il progetto, ideando un lungo portico che partendo dal Meloncello di via Saragozza arrivasse fino al cuore della Certosa. Come documentato dai fogli conservati all'Archiginnasio, dal disegno di collezione privata e dalla medaglia commemorativa, il portico doveva raggiungere il centro del Chiostro della Cappella (ora Chiostro Terzo) all'incrocio con il Chiostro V o Maggiore, in asse con la Cappella dei Suffragi di cui oggi rimane solo la facciata. Disegno e medaglia mostrano lo stretto legame che il nuovo edificio doveva avere con quello di San Luca, rappresentando il colle con gli archi e la basilica, con una vista non troppo diversa da quella che si può ammirare passeggiando in Certosa. In questo modo i luoghi sacri di Bologna potevano essere raggiunti comodamente, rafforzando l'idea che la città dei morti nel tempo sarebbe dovuta diventare riflesso fedele di quella dei vivi. Cosa che avvenne se nel 1838 Jules Janin poteva scrivere che entrare in città è come entrare, quasi direi, in quelle tombe; città e tombe hanno la medesima forma, sono circondate dallo stesso silenzio, sono abitate su per giù dallo stesso popolo. Oltre a dare lustro alla città il cantiere doveva anche procurare la sussistenza a molti operai disoccupati e resi miserabili da anni di carestia ed economia stagnante. La spesa prevista era di 180.000 lire bolognesi, di cui per ogni arco 600 lire, con la previsione che almeno 1200 cittadini potessero contribuire economicamente. Fino al 1831 saranno edificati 131 archi dei 220 previsti. Grazie alla generosità di Antonio Guidi fu costruito il grande arco per scavalcare via Sant'Isaia (ora via Andrea Costa) che prese il suo nome ma che fu demolito nel 1934 per ragioni di viabilità. Grazie invece al lascito di Luigi Valeriani si poterono costruire gli ultimi archi verso il cimitero.

Con la caduta del governo napoleonico Gasparini venne escluso dal ruolo di architetto capo del cimitero, per cui toccò a Luigi Marchesini seguirne la costruzione che si concluse nel 1834 con alcune sue modifiche. Pur con la generosità dei cittadini che si impegnarono ad andar a gara a promuovere con pronti sussidi la grand'opera, non raggiunse la lunghezza pensata nel 1811. Già Marchesini aveva dovuto ridurne il numero, come dimostra la grande planimetria del 1836: scavalcando il Canale di Reno, proseguiva per qualche arco e terminava all'altezza del portico sud del Chiostro della Cappella. Quest'ultimo tratto venne demolito con gli ampliamenti cimiteriali del '900 ed oggi si ferma all'altezza della via d'acqua con un elegante loggiato di ordine ionico che si armonizza con l'Arco costruito su via Saragozza. Il portico di Gasparini fu progettato con uno stile simile a quello di San Luca, mentre le addizioni di Marchesini sono di stile decisamente neoclassico, evitando il 'classicismo senza tempo' del suo predecessore. Il porticato subì una successiva trasformazione con la costruzione dello Stadio che causò la demolizione di diversi archi per creare l'ingresso monumentale dell'edificio sportivo, sormontato dalla 'Torre del Littorio'. Nel corso del tempo vennero murate anche diverse lapidi tra cui le due dettate da Giosue Carducci a ricordo della fucilazione di Ugo Bassi e Giovanni Livraghi, avvenuta l'8 agosto 1849 all'altezza degli archi 67-69 nel fondo Micheli, area coincidente con l'attuale complesso sportivo. Tra 1943 e 1944 a causa dei bombardamenti vennero ricavate abitazioni di fortuna per gli sfollati murando le arcate addossate allo Stadio comunale.

20 luglio 2021, da Fuzhou in Cina arriva la notizia che Bologna è ufficialmente la Città dei Portici con la nomina di Patrimonio Mondiale UNESCO. Da dieci secoli i portici sono protagonisti dell'ospitalità e del buon vivere, ancora oggi riconosciuti dai bolognesi e dai visitatori come elementi identificativi della città. La lista UNESCO comprende diversi tratti significativi della storia urbana e tra questi c'è anche il portico della Certosa. Insieme alle vie coperte sono inclusi anche gli edifici per cui sono stati realizzati, per cui anche gran parte dell'area monumentale del cimitero è ora parte dei "Portici di Bologna" Patrimonio UNESCO.

Roberto Martorelli

ultimo aggiornamento febbraio 2023.

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Dodici porte: Il portico della Certosa
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Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
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Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

Bologna nei primi anni di governo Napoleonico
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1796 | 1802 - Bologna nei primi anni di governo Napoleonico. Intervista ad Otello Sangiorgi e Angelo Varni. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

www.vedio.bo.it#sthash.V0NR1vdM.dpuf
Bologna nella Restaurazione
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Bologna nella Restaurazione, 1814 | 1873. Intervista ad Otello Sangiorgi. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

www.vedio.bo.it#sthash.V0NR1vdM.dpuf
Documenti
Progetto di unire i portici
Tipo: PDF Dimensione: 1.05 Mb

Progetto di unire i portici di San Luca con le loggie del Cimitero Comunale di Bologna onde procurare a quest'ultimo stabilimento l'accesso coperto il più economico. Bologna, Tipografia Sassi, 1811. Collezione privata.

Piccol Reno (Il)
Tipo: PDF Dimensione: 131.34 Kb

Il Piccol Reno - Foglio settimanale. 1845-1846. Tipografia San Tommaso D'Aquino, Bologna. Repertorio dei testi sulla topografia della Certosa di Bologna. Trascrizioni a cura di Lorena Barchetti.

Descrizione del Cimitero di Bologna
Tipo: PDF Dimensione: 6.68 Mb

Descrizione del Cimitero di Bologna (Description of the Certosa cemetery), fascicolo XLI, ultimo della Collezione. Giovanni Zecchi, Bologna, 1829. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Cenni storici della Certosa di Bologna
Tipo: PDF Dimensione: 15.78 Mb

Augusto Bastelli, Cenni storici della Certosa di Bologna, Tipografia Luigi Parma, 1934. Copia con annotazioni ed appunti autografi dell'autore. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Ricordo di Bologna
Tipo: PDF Dimensione: 1.39 Mb

Ricordo di Bologna - La Certosa - Cimitero Comunale, Parmeggiani, Tipo Lito Sordomuti, Bologna. Fondo Brighetti, © Collezioni Fondazione CaRisBo

Breve descrizione di Bologna
Tipo: PDF Dimensione: 4.67 Mb

Breve descrizione di Bologna dedicata agli ospiti dell'hotel Brun. Bologna, Stab. Poligrafico Emiliano, 1912. Collezione privata. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa

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