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Pio IX visita la Zecca di Bologna

8 Luglio 1857

Schede

Dopo gli sconvolgimenti del biennio rivoluzionario (1848-1849) nel corso degli anni Cinquanta nello Stato Pontificio la situazione sembrò tranquillizzarsi poco alla volta, tanto che nel 1857 Pio IX fece un lungo viaggio nei territori dello Stato che durò dal 4 maggio al 5 settembre. Bologna fu spesso la sede di residenza, ove non mancò di visitare chiese, palazzi, musei ed edifici industriali. Anche la Zecca fu meta dell'attenzione del pontefice e così viene ricordata nel volume Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica stampato a Venezia nel 1861.

"L'8 luglio Pio IX si recò al palazzo della zecca, situato in una delle principali e centriche vie di Bologna, accompagnato da prelati della camera secreta e altri di sua nobile corte. Gradiva i più divoti e ossequiosi omaggi del cav. Giuseppe Mazio, direttore generale delle zecche pontificie, e del bollo degli ori e argenti, presente in Bologna in tale sua qualità, e nella delegatagli onorevolissima rappresentanza di mg. Giuseppe Ferrari tesoriere generale. Erano presenti pure Gio. Battista Moreschi intendente della zecca di Bologna (poi creato cavaliere dell'ordine di s. Gregorio I Magno), ed i principali impiegati di essa. Stavano con essi ad ossequiare il Pontefice, mg.r Amici prolegato, il marchese Da Via senatore col municipio, i consultori di legazione, gli amministratori provinciali, e altri nobili e distinti personaggi. Non appena entrato la grande porta, messa ad ornato di velluti e argenti, il Papa lodava la simmetrica e ricca disposizione di eletti fiori, che la prospettava, e soffermavasi a leggere un'epigrafe, che diceva la ragione del festivo parato. Accompagnato da tutti li presenti, e specialmente dal cav. Mazio, disposto sempre a sovrani desideri d'analoghe dimostrative spiegazioni, entrava il Papa nelle singole stanze di uffizio o di laboratorio, benignamente interessandosi di tutto, e piacendosi ammirare le singole operazioni che alla monetazione si addicono, agli assaggi e alla perfezione delle paste, mostrandosene istruito o chiedendo spiegazioni, ch'erano riverentemente esposte o dal general direttore, o dall'intendente, o da quanti ne venivano richiesti dalla bontà del sovrano, che amorevole mostravasi cogl'impiegati che gli facevano corona. Giunto il Papa nella gran sala di coniazione, dove sono le antiche e moderne macchine, fra cui quella cospicua da breve dovuta alla munificenza governativa, la quale ne volle pur fornita la zecca bolognese, inventata con singolar ingegno dal prussiano Diedrich Hulhorn, e che rende così solleciti e mirabili effetti di precisa monetazione. Le più gradite sorprese attendevano Sua Santità in questo luogo. Prima qui leggeva una marmorea lapide, che mg.r Ferrari voleva in un luogo murata fra convenienti ornati, che perpetuamente ricordasse la solennità del giorno. Poi il Papa assisteva alla coniazione di apposita medaglia commemorativa, che lo stesso prelato tesoriere voleva scolpita, la quale eternasse la memoria di sua animatrice presenza e del fausto avvenimento. Tale medaglia di grande modulo, coniata in oro, in argento e in rame, porta da un lato l'augusta esigie del supremo Gerarca colla leggenda: Pius IX Pont. Max., e nel rovescio con pensiero gentile e per Bologna onorevole, l'esimio mg.r Ferrari voleva scolpito il prospetto nobilissimo del palazzo ove la zecca bolognese è posta, con intorno le parole: Bononiensem Officinam A. A. A. Invisebat An. MDCCCLVII. Nell'esergo incise l'altra: Iosepho Ferrari Antistite Pub. Aerarii Praefecto (il lodato Memorandum offre la medaglia litografata, e le due corrispondenti iscrizioni storiche scolpite in marmo e collocate nella zecca bolognese). Si piaceva poi il Santo Padre vedere effettuata dalle varie macchine la coniazione di monete in oro e argento, benignamente lodando la sollecitudine e la precisione del lavoro. Siedutosi quindi nel trono, pur ivi disposto, degnavasi il Papa assistere alla lettura del solenne rogito del notaro camerale, il quale atto porgeva pubblica fede della compiuta monetazione di due masse, l'una d'oro e l'altra d'argento, effettuata anch'essa quale memoria della venuta in Bologna del Sommo Pontefice, rammentando quelle monete l'anno 1857 e il Xll del pontificato, colla sigla B. Bononia, la città dove si effettuò la coniazione. Permise il Papa che tosto la nuova moneta, trovata perfetta dalla speciale commissione che ne fece la verifica, fosse messa in circolazione. Umiliavansi quindi dal cav. Mazio al Papa parecchi esemplari ne' 3 diversi metalli, della suddescritta medaglia, la quale fu pure dispensata alla corte pontificia e agli altri personaggi presenti, insieme a magnifica stampa, recante le riferite iscrizioni, e altra pure in marmo posta nell'officine. Ammessi dal Papa al bacio del piede il cav. direttore generale, l'intendente, impiegati e lavoratori locali, con amorevole indulgenza consolò tutti e confortò colla sua benedizione. Dichiarata la sua piena soddisfazione al cav. Mazio e all'intendente Moreschi, per lo stato lodevolissimo dello stabilimento, il Papa assai contento ne partì, lasciando le più grate memorie di bontà e di munisicenza a tutti".