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Pignattari, de'

via de' Pignattari

Strada

Schede

Da piazza Maggiore a vicolo Colombina.
Prima documentazione dell'odonimo: 1635 (in ti Pgnattar).

Questa via è conosciuta con l’odonimo Pignattari fin dal XVII secolo.


Precedentemente questa via veniva indicata come Dacio dal Vino e Piazza del Salario. Piazza del Salario indicava l'area tra il palazzo dei Notai e la scalinata di San Petronio, detta così per la presenza del magazzino del sale.
Dacio dal Vino comprendeva anche il vicolo Colombina e veniva chiamato così perché qui vi era la residenza dell'arte dei brentatori (che era dove ora è il numero 9 di via de' Pignattari) e vi era l'ufficio per il pagamento del dazio sul vino.

L'odonimo Pignattari è dovuto con ogni probabilità ad un fornace da Pignatte e altri vasellami, che Antonio e Giulio Cesare Milioni stabilirono qui nel 1589.

E' qui il caso di segnalare che tra via d'Azeglio (già Strada San Mamolo) e via de' Pignattari vi erano due vicoli, di cui uno oggi trasformato in galleria, l'altro non più esistente.

Il primo vicolo, subito dietro al palazzo dei Notai era il Viazzolo del Registro, conosciuto anche come vicolo di Santa Croce, oggi Galleria dei Notai, alla cui scheda si rimanda.

Il secondo vicolo aveva l'imbocco su via d'Azeglio tra i numeri 10 e 12 e finiva in via de' Pignattari dove oggi c'è il numero 7. Le tracce nel tessuto urbano di questo vicolo sono bene evidenti ancora oggi.
Il suo nome era Bagnolo. Fu chiuso nel 1624.

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