Pianoro, (BO)

Pianoro, (BO)

1796 | 1921

Scheda

Pianoro è un comune dell'appennino bolognese situato in una vallata tra il torrente Zena e il Savena, lungo la strada della Futa che conduce fino a Firenze. Nelle cornice delle valli del Savena e dello Zena si trovano le cinque frazioni di Rastignano, Pian di Macina, Botteghino di Zocca, Pianoro Vecchio-Livergnano e Pianoro Nuovo che è il capoluogo dove, dal dopoguerra, ha sede il municipio ubicato sulla Piazza dei Martiri. All'esordio del Regno d’Italia, Pianoro si presentò con una popolazione in prevalenza in condizioni disagiate: il territorio circostante era ricoperto da boschi, e i prodotti della terra coltivata (frumento, granturco, uva) scarseggiavano. Il ceto contadino, che costituiva la maggioranza della popolazione, era al limite della miseria, anche a causa del peso delle tassazioni. In relazione a ciò l'area pianorese venne coinvolta nei moti contro la tassa sul macinato (1869). Fino al 1866 esistevano sul territorio due distinte municipalità, allorché venne istituito il nuovo Comune sorto dall’unione di Pianoro e di Musiano. Questa unificazione era stata ufficialmente sancita l’anno precedente, esattamente il 17 dicembre 1865, da un regio decreto del neocostituito Regno d’Italia. La popolazione si aggirava, in quegli anni, attorno ai 5.000 abitanti e era concentrata in alcuni borghi, mentre numerose erano le case sparse con i poderi in mezzo a una rigogliosa campagna. 

Nelle famiglie contadine le donne, ma anche bambini, si dedicavano a piccoli mestieri artigianali, come l’intreccio degli steli del grano per potere arrotondare gli introiti, trascurando in questo modo la frequenza scolastica, con conseguente forte diffusione dell'analfabetismo. Sempre a causa della povertà e dell'ignoranza erano diffusi il furto e l’usura. Sia i mezzadri che i piccoli proprietari terrieri, infatti, dovevano spesso far fronte a cattive annate di raccolto o a epidemie, e si trovavano quindi costretti a ricorre a prestiti con tassi d’interesse eccessivi. Nel 1885 anche a Pianoro sorse la Società di Mutuo Soccorso, con 103 soci. I pianoresi parteciparono attivamente agli scioperi del 1911 contro la guerra di Libia; alla vigilia della guerra, nel 1914, i socialisti guadagnarono l’amministrazione della giunta comunale. Fu eletto Sindaco Umberto Bianconcini, calzolaio del PSI, riconfermato nelle comunali dell’autunno del 1920. I pianoresi caduti nel corso della Grande Guerra furono 184, oltre all'unico caduto della frazione di Musiano, all'epoca comune autonomo. Secondo il censimento del 1921 il Comune contava già 10.237 abitanti e la vita dei pianoresi era ancora legata alla terra attorno alla quale si era consolidata una duratura organizzazione sociale basata sulla famiglia patriarcale.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "Pianoro (6146 ab.). Questo Comune, che già appartenne al soppresso mandamento do Bologna IV, fu - per effetto della legge 30 marzo 1890 - aggregato al mandamento di Bologna I. Il territorio di questo cospicuo Comune, occupante una superficie di 6598 ettari, si stende in gran parte sul contrafforte apenninico che divide la vallata del Savena da quella dell'Idice, percorsa dalla strada nazionale transapeninica da Bologna a Firenze per il passo della Futa. Il Comune è frazionato e luoghi principali ne sono Pianoro, frazione centro e titolare; Musiano, altra volta a capo di un Comune, che per necessità amministrative fu soppresso nel 1866 ed aggregato a Pianoro; nonchè altre minori località, villaggi o piccoli centri rurali sparsi nelle valli o sul fianco del monte. - Pianoro, capoluogo del Comune, a 14 chilometri al sud di Bologna, è una grossa e bella borgata di oltre 2000 abitanti, attraversata dalla strada nazionale suddetta, che nell'abitato forma la via principale e stendentesi su un piccolo altipiano a 187 metri sul livello del mare, bagnato dal rio Fontanello, che attraversando il paese, lo divide in due frazioni, l'alta e la bassa. Non mancano in Pianoro, specialmente nella parte alta, edifizi notevoli e di buona architettura: citiamo la casa comunale, la chiesa arcipretale con relativa canonica ed altri edifizi d'uso privato. I dintorni sono pittoreschi, specie per il panorama che offrono sulla sottostante pianura e sulle vicine propaggini apenniniche. Il territorio di Pianoro, per la natura del suolo, non è dei più feraci: ha apparenza arsiccia e denudata. Non vi mancano però plaghe di ricche e rigogliose vegetazioni, come le località di None, di Cà Silvestro, di Cà Novelli ed altre. Nelle vicinanze di None havvi una sorgente d'acqua minerale sulfurea detta appunto del Rio di None. I prodotti del suolo in questo Comune sono i cereali, la vite, i gelsi, gli alberi da frutta, i legumi ed il legname da ardere. Vi si alleva pur bestiame da cortile ed ovino. L'industria più diffusa del Comune è la tessitura casalinga della canapa e della lana; havvi pure un brillatoio per riso, mosso da forza idraulica. Inoltre vi sono fabbriche di paste da minestra, torchi da olio e gualchiere. In passato eranvi cartiere nella frazione di Sesto. CENNO STORICO - Pianoro, trovandosi su una delle vie transapenniniche più antiche e battute, ha del pari origini antiche. Lo ricordano i più antichi documenti bolognesi del secolo X ed XI. Nel medioevo, causa il continuo trambusto e passaggio d'eserciti tra la Romagna, il Bolognese e la Toscana, ebbe a subire danni non pochi e fu teatro di frequenti fazioni guerresche. UOMINI ILLUSTRI - Nel territorio di Pianoro nacquero parecchi uomini che per sapere e valore si resero illustri e contribuirono a dare fama alla patria Bologna ed al suo Studio. Ricordiamo: Raimondo da Zena (frazione del Comune nella valle dell'Idice), che fu discepolo d'Irnerio e lettore nello Studio intorno al 1140; Chiaro da Sesto, lettore di teologia, filosofia e medicina nello Studio fino all'anno 1219, nel quale cessò dall'insegnamento per vestir l'abito di San Domenico; Domenico da Pianoro, dal 1523 al 1535 insegnante di eloquenza e poesia nello Studio bolognese. (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

Bibliografia: Giovanni Carpani, Storia di Pianoro, Bologna, Comune di Pianoro, 1975; Salvatore Botta, Pianoro. Storia di un comune dell’Appennino bolognese nella seconda metà dell’Ottocento, Pianoro, Comune di Pianoro, 2008.

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Documenti
Bolognesi a Mentana (I)
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Ugo Pesci, La campagna dell'Agro Romano e la battaglia di Mentana, in I bolognesi nelle guerre nazionali, Bologna, Zanichelli, 1906.

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