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Palazzo Sanguinetti

Di rilevanza storica

Schede

Il palazzo collocato in via Irnerio ai nn. 35-39, costituisce per Bologna il primo e consistente risultato della applicazione di una formula stilistica che si ispira ai già collaudati modelli della “Secessione”. Viene realizzato su commissione di Lazzaro Sanguinetti nel 1907, sul nuovo allineamento di una delle direttrici previste dal Piano Regolatore del 1889, nelle aree a margine dell'antico nucleo cittadino ma ancora comprese entro le mura. L'edificio, nella sua maestosità, doveva intenzionalmente assumere il valore di presenza stilistica orientante e di immagine di una diversa rappresentatività borghese. L'effetto di insieme richiama palesemente ad esempi di marca viennese, ma la rilettura delle citazioni, attuata nel corso dell'elaborazione progettuale, assieme al riesame interpretativo di tradizionali tipologie ambientali (i portici), riesce ad affrancare il prodotto architettonico dai confini riduttivi della “etichetta”.

La simmetria e la rigidità dello schema planimetrico vengono in parte riscattate nella modellazione del tessuto di facciata. I quattro settori verticali, che impaginano il prospetto ribaltandone i temi compositivi sulle testate dei fronti laterali, regolano gli allineamenti orizzontali e ordinano le variazioni dei repertori decorativi nei quali si segnalano inserti di spiccata impronta floreale. Il passaggio dal disegno generale di facciata alla scala del particolare permette di leggere episodi ornamentali di indubbio pregio, alcuni risolti con esuberante plasticità, come i festoni che incorniciano i frontoni delle finestre, i fregi che ornano gli archivolti ribassati, gli intrecci di fogliame che contornano i medaglioni posti (sul fronte) in asse dei pilastri del portico; altri invece determinati con rigore geometrico, come i coronamenti a cornice curvilinea dei settori verticali, i fastigi a spirale delle lesene a tutt' altezza, la trama delle scanalature verticali e orizzontali, la varietà formale delle "gocciole" e dei "dentelli" collocati a corredo di cartelle e cornici, il motivo delle mensole agganciate al marcapiano tra la prima e la seconda fascia di finestre. Se con operazione inversa, torniamo dal particolare al generale si deve registrare la qualità di un disegno unitario e cogliere, nell'uso dell'apparato decorativo, anche la ricerca di una animazione di superficie che, nel rapporto integrativo con la strada, può divenire generatrice di un vibrante spazio di tipo estradossale.

Carlo Cresti

Testo tratto da: Il Liberty a Bologna e nell'Emilia Romagna, catalogo della mostra, GRAFIS, Bologna, 1977. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.