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Palazzo del Monte di Pietà

Di rilevanza storica

Schede

"Vicino all’Arcivescovado ed alla cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza. V’era un Istituto del cardinale Gabriele Paleotti nel 1568, e quivi stabilito nel 1630. L’edificio fu rifabbricato nel 1751 per ordine di Benedetto XIV e dal cardinale Vincenzo Malvezzi, nel 1772, fu ornato del bel porticato eretto su disegno di Francesco Tadolini. Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino Unione Tipografico Editrice, 1900."

"Instituito dal Cardinale Gabriele Paleotti nel 1568, e qui stabilito nel 1630; poi rifabbricato nel 1751 da Benedetto XIV, e dal Cardinale Vincenzo Malvezzi nel 1772, fu ornato del bel portico su disegno di Francesco Tadolini. Di qua e di là della Chiesa sono due fabbriche una volta ambedue ad uso del MONTE DI PIETA'. Eretto nel 1473 dal B. Bernardino da Feltre Min. Osser. Amendue queste fabbriche furono costrutte nel 1757 da Marco Bianchini con assistenza di Alfonso Torreggiani, e di Antonio suo figlio. In quella a sinistra della Metropolitana la Pietà a fresco in una lunetta del portico con S. Antonio Abate è di Francesco Dalla Casa, ed entro su da due scale si trova il grande Archivio degli Atti civili, e criminali. Nell'altra a destra, la Madonna Addolorata di tutto tondo nell'angolo del portico è di Antonio Schiassi. Sopra la porta d'ingresso il Cristo morto di tutto rilievo con la B.V. Addolorata, ed altre figure sono di Francesco Mangini bolognese, o di Gabriello Fiorini come vogliono alcuni, rifatte quasi intieramente da Agostino Corsini. Nella stanza delle Congregazioni il Cristo morto è di Paolo Veronese. Testo tratto da "Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi - Bologna -Tipografia di S.Tommaso d'Aquino - 1835".

Il 20 giugno 1796 i commissari francesi visitano le casse pubbliche e a tutte mettono i sigilli. Sono quelle “del reggimento, della dogana, della ferma, dell'appalto del tabacco, delle moline, della tassa delle tornature”. Nel Monte di Pietà e nei quattro monti subalterni sono sigillate anche le stanze che custodiscono i pegni. Il 2 luglio dello stesso anno parte verso Mantova una lunga carovana di carri con tutta la seta e la canapa presenti nel Monte, assieme al contante e alle verghe d'oro e d'argento ricevute dai Francesi “per contribuzione”. 1802: il Monte di Pietà riapre dopo la spoliazione da parte dei francesi. Viene attivato un unico sportello presso l'antico Monte di San Petronio. Per il momento può concedere prestiti solo su pegni di biancheria, rami, ottoni e arnesi, per un anno al massimo e senza rinnovo dell'ipoteca. La ripresa del Monte ha un successo immediato. Dopo un anno saranno concessi oltre 50.000 lire, a fronte di circa 25.000 pegni. Durante il burrascoso 1848 molti bolognesi scelgono di ritirare i loro depositi dal Monte, portandolo a una vera e propria crisi, che per fortuna sarà di breve durata. Chiude la sede principale del Monte di Pietà nel 2014 dopo cinquecento anni: nel corso dei secoli l'istituto si è espanso fino a divenire, nel 1964, Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Dopo varie fusioni, nel 1995 il Monte, divenuto Rolo Banca 1473, è stato aggregato nel nuovo soggetto bancario Unicredit.

Trascrizioni a cura di Lorena Barchetti. In collaborazione con Cronologia di Bologna