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Palazzo Comunale di Imola

Di rilevanza storica

Schede

La costruzione del Palazzo Comunale, sorto dove s'incrociano la via Emilia e la via Appia, ebbe inizio nei primi decenni del XIII secolo: già dal 1214 risulta infatti presente una prima casa comunale. Tracce di quell'epoca si notano sulla facciata posta sulla via Emilia, nella quale sopravvivono alcuni capitelli in arenaria grigia. Nel 1230, con l’acquisto di una casa adiacente, venne inglobata al palazzo una torre che divenne la torre del comune. Nello stesso periodo l’edificio venne rinnovato e sulla piazza si aprì un balcone da dove si declamavano i bandi. Nel 1365 un incendio devastò il complesso, che solo nel 1380, dopo un restauro, potè di nuovo essere utilizzato. Dal 1400 in poi l’edifico conobbe una lenta decadenza e solo nel secolo XVIII venne intrapreso un radicale restauro. Dopo alcuni interventi effettuati su progetto di Alfonso Torregiani, nel periodo tra 1768 e 1771, l’architetto Cosimo Morelli riedificò la facciata sull’attuale piazza Matteotti, lo scalone e le sale al piano nobile. Sulla facciata, movimentata dal balcone ondulato sorretto da colonne ioniche, si riconoscono -dipinti- i santi patroni della città, Cassiano e Pier Grisologo, opera di Gaspare Bigari. In una nicchia si nota invece una "Madonna con Bambino" di Domenico Trifogli.

Il palazzo viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna, collana Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: Questo edifizio fu eretto, secondo le memorie locali, nel 1315, essendo Imola sotto la vicaria degli Alidosi; ma nel 1758, venne completamente trasformato nello stile del tempo, sui disegni dell’architetto cav. Morelli. Di queste trasformazioni sono specialmente pregevoli l’ingresso principale sulla piazza ed il grande scalone che conduce agli uffici. Altra trasformazione con ampliamenti subì il palazzo Comunale d’Imola nel 1813, quando fu ridotto alla forma attuale, sul disegno un po' freddo ed accademico allora di moda. I successivi restauri ed adattamenti non mutarono nè l’aspetto nè l’euritmia generale dell’edifizio dopo l’ampliamento del 1813. Nell’aula consiliare si conservano due assai pregevoli quadri di Innocenzo Francesco, più comunemente conosciuto in arte col nome di Innocenzo da Imola, valentissimo artista, del quale a suo tempo diremo; il primo di questi quadri rappresenta la Madonna col Bambino ed i Santi Cassiano e Pietro Grisologo protettori d’Imola; fu da Innocenzo d’Imola donato al patrio Comune in segno di gratitudine per le otto corbe di grano che con decreto del 17 marzo 1506 la città gli somministrava, perché potesse mantenersi in Bologna alla scuola del Francia; l’altro rappresenta lo Sposalizio della Vergine e fu da Innocenzo eseguito per la chiesa di Valverde, dalla quale lo ritirò il pubblico magistrato, sostituendolo con una copia eseguita, nel 1836, dall’imolese Ignazio Zotti. Fra gli altri quadri che adornano la sede comunale di Imola ne vanno ricordati due: uno di Gaspare Sacchi, datato dal 1527 e rappresentante l’Unione dei cinque ospedali d’Imola in uno solo; l’altro della celebre pittrice Lavinia Fontana che rappresenta la Madonna di Ponte Santo coi due protettori d’Imola San Cassiano e San Pietro Grisologo. Nello stesso palazzo si conservano tre busti in marmo dell’imolese Cincinnato Baruzzi, raffiguranti l’uno Lucio Cornelio Silla, dal quale la città ripete la sua fondazione; l’altro il celebre economista, professore all’Università di Bologna, Luigi Valeriani; il terzo infine il cardinale Antonio Domenico Gamberini imolese, che fu segretario di Stato per gli affari interni sotto il pontificato di Gregorio XVI.. (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.