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Palazzo Bentivoglio

Di rilevanza storica

Schede

"In via delle Belle Arti. E' uno dei più grandiosi di Bologna, e per quanto lasciato in quasi completo abbandono, serba nella fronte tutta la classica maestà delle costruzioni del secolo XVI. E' ignoto il nome dell'autore, solo si sa che intorno al 1620 Giambattista Falcetti, lavorò alcun tempo intorno a questo edificio; forse in restauro o compimento di alcune parti. Notevole il grande cortile. Questo palazzo ebbe momenti di splendore nel secolo XVII e nel XVIII; vi alloggiarono sovrani e principi di passaggio per Bologna. Ora è da più di mezzo secolo abbandonato agli artisti che nel grandioso salone vi hanno importati i loro studi." Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino Unione Tipografico Editrice, 1900. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

L'edificio mai completato conserva affreschi settecenteschi di Ubaldo Gandolfi, Nicola Bertuzzi e Carlo Lodi. Nel 1843 i fratelli don Gaetano e don Carlo Mareggiani aprono una scuola notturna in Palazzo Bentivoglio, poi trasferita a Palazzo Bevilacqua in via San Mamolo. Nel 1898 Al Caffè del Pavaglione si tiene la seduta inaugurale dell'Accademia della Lira, promossa da Alfredo Baruffi e Gigi Bonfiglioli, artisti della boheme di palazzo Bentivoglio, conosciuti come Giambardi della Sega. Presidente onorario è il sgner Pirein di Fiacchi. Sottoscrivono personalità cittadine quali Alfredo Testoni e Arturo Gazzoni. Tra il 1898 e il 1902 essa produce almanacchi, riviste e fogli d'arte in cui si esprime il meglio del liberty bolognese: oltre ai fondatori vi disegnano Augusto Majani, Luigi Bompard, Ugo Valeri, Marcello Dudovich. L'antico palazzo Bentivoglio, in via Belle Arti, "sodo e solenne come un mastino" ospita agli ultimi piani alcuni studi di artisti, vago ricordo della "curiosa corte" del conte Ercole: a Baruffi e Valeri si affiancano altri valenti scapigliati, quali Flavio Bertelli, Ferraguti, Neri. negli anni successivi mantenne questa vocazione ad ospitare studi d'artista quali quello di Luciano Minguzzi, anche in virtù della vicinanza all'Accademia di Belle Arti.

Il giardino | In adiacenza a Palazzo Bentivoglio, in una corte interna con ingresso in via del Borgo di San Pietro, un giardino custodisce tre alberi monumentali: un ippocastano, un cedro e un tasso. Lo spazio è stato sottoposto a un restauro, curato da Marsiglilab, che ne ha ridisegnato la fisionomia, ispirandosi alla tradizione del giardino storico italiano. Una vasta area di ingresso in ghiaia conduce attraverso una serie di stanze verdi. Al centro del camminamento è presente un pozzo, ora ricoperto da un piano in vetro, che è stato rinvenuto durante i lavori di scavo. Alla corte è annesso un ulteriore spazio verde, curato da Michele Malagoli e ispirato al tema del giardino segreto. Il percorso si snoda tra sentieri sinuosi, in presenza di due grandi melograni e di una serie di elementi decorativi, vasi e capitelli, preesistenti all'azione di recupero.

In collaborazione con Cronologia di Bologna e Diverdeinverde.