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Palazzo Bargellini

Di rilevanza storica

Schede

Il palazzo senatorio dei Bargellini, situato fra via Begatto e la seliciata di Strada Maggiore, di fronte al complesso di Santa Maria dei Servi, sorge sulle case dei Desideri e dei Budrioli, che Ermes Bargellini acquistò nel 1610 allo scopo di offrire una residenza più prestigiosa alla sua famiglia. L'intero complesso, edificato a partire dal 1631 su progetto di Bartolomeo Provaglia e dotato degli elementi caratteristici dei palazzi senatori bolognesi – l'atrio, lo scalone, il salone d'onore –, si pone alla testa di un isolato e si distingue per l’assenza del portico in una strada incessantemente porticata; i due possenti telamoni ad opera di Gabriele Brunelli e Francesco Agnesini, che sostengono il balcone ai lati dell'ingresso, gli hanno valso l'appellativo di "palazzo dei giganti" e costituiscono un’esaltazione tangibile dello status sociale della famiglia. Degno di nota è lo scalone monumentale all'interno, realizzato da Carlo Francesco Dotti e divenuto alla fine del Seicento spazio essenziale di rappresentanza della celebrazione della potenza economica e politica delle famiglie e dell'assunzione del Gonfalonierato del Senatore.

Estinta la famiglia Bargellini nel ramo maschile, il palazzo pervenne nel 1839 al marchese Giuseppe di Virgilio Davia, che stabilì nel testamento del 1874 di destinare il suo cospicuo patrimonio alla fondazione dell'Opera Pia Davia Bargellini allo scopo di provvedere all'educazione e all'istruzione della gioventù cittadina. Sulla base di un accordo tra l'Opera Pia e il Comune di Bologna fu possibile nel 1924 istituire, all'interno del palazzo, il Museo d'Arte Industriale e la Galleria Davia Bargellini. Le sette sale del Museo raccolgono dunque oggetti dell'artigianato artistico bolognese dal XVI al XIX secolo (ornamenti metallici per serrature, mobili e chiavi, sculture in terracotta, ceramiche rinascimentali), reperiti nella campagna acquisti promossa dal Comune subito dopo la prima guerra mondiale, e una pregevole collezione di dipinti dal XIV al XVIII secolo di proprietà dell'Opera Pia, tra cui la celebre Madonna dei Denti di Vitale da Bologna e numerose opere di Bartolomeo Passerotti, Prospero Fontana, Bartolomeo Cesi, Giuseppe Maria e Luigi Crespi. Tra gli oggetti più ammirati figurano il teatrino per marionette, la lussuosa carrozza destinata ai cortei del Gonfaloniere di giustizia e il modellino di Villa settecentesca completamente arredato.

Mara Casale