Salta al contenuto principale Skip to footer content

Venere de' Medici

1831

Schede

La Venere de’ Medici, uno dei pezzi più significativi della collezione di sculture antiche degli Uffizi, è stata oggetto di riproduzione costante nelle accademie ed era particolarmente richiesta dai viaggiatori stranieri in Italia per il Grand Tour, come souvenir da riportare nei loro paesi d’origine. Questa destinazione in particolare ha determinato un adattamento delle dimensioni della statua a diversi formati, in base alle esigenze della committenza.

La scultura esposta alle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna proviene con certezza dalla collezione di Cincinnato Baruzzi, all’interno della quale è documentata dall’inventario del 1873 e da quello successivo del 1878 (ASCBo). Data la difficoltà di distinguere tra le molte copie del soggetto prodotte dallo studio romano di Baruzzi, questa scultura in particolare non può essere identificata con certezza. Con buona probabilità potrebbe coincidere con la versione in scala 1/2 che, in coppia con un Apollino di Firenze, compare tra i pezzi inviati a Bologna in occasione del trasferimento per assumere la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti dallo scultore (BCABo FSCB). Le due sculture potrebbero coincidere con due delle quattro figurine realizzate tra il 1825 e il 1826 all’interno dello studio (BCABo FSCB). Lo studio romano di Baruzzi realizzò numerose versioni di questo soggetto. Nel 1823, ad esempio, Baruzzi si impegna a terminare una copia della statua al naturale per il nobile inglese William Scrope (BCABo FSCB; II, n. 38). E nel 1831 un gesso al naturale, oggi scomparso, attestato da documenti nell’archivio di Baruzzi e in quello di Alberto Thorvaldsen (Copenhagen), viene inviato in dono all’illustre collega. Anche a Bologna sono documentate, tra i prodotti dello studio, due versioni della Venere de’ Medici, realizzate nel 1846 e nel 1837 (BCABo FSCB). Una di esse potrebbe coincidere con la statua in marmo, molto danneggiata da antiche rotture, oggi in deposito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna presso la sede faentina di palazzo Milzetti. La Venere de’ Medici, elaborazione dalla Venere di Cnido di Prassitele, presenta la dea nell’atto di schermare la sua nudità portando una mano al seno ed una al pube, come se fosse stata sorpresa da un osservatore indiscreto. Accanto a lei si trova un delfino, allusivo all’origine marina di Venere, su cui giocano due piccoli putti.

Marmo bianco, tuttotondo, statuetta h. 100 cm. Bologna, Collezioni Comunali d’Arte, inv. S28.

Antonella Mampieri

Testo tratto da: A. Mampieri, Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Bononia University Press, 2014. Fonti: ASCBo, Eredità Baruzzi; BCABo FSCB 28, 29, 35, 39, 43, 64. Bibliografia: Catalogo delle opere di scoltura eseguite in marmo dal prof. cav. Cincinnato Baruzzi a tutto l’anno 1859, Bologna 1860; G. ZUCCHINI, Catalogo delle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, Bologna 1938, p. 72, n. 26; G. MAZZINI, Cincinnato Baruzzi. La vita, il tempo, le opere, Imola 1949, pp. 60, 69; C. FIORELLI, Un contributo alla rivisitazione dell’attività artistica di Cincinnato Baruzzi (1706-1878), in “Strenna Storica Bolognese”, LII, 2002, pp. 223-246; L. SIGHINOLFI, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna tra Restaurazione e Risorgimento, a cura di C. Maldini, Bologna 2006, p. 313.