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Tomba Toschi

1922

Schede

Il 23 giugno 1919 Cleto Toschi, a nome anche dei propri congiunti, acquista per 5.000 lire un posto sepolcrale nel Campo Carducci in Certosa, costituito da un'area di terreno per un cippo e da una cappella sotterranea. La tomba di famiglia contiene primariamente la salma di Ulisse, fondatore di un'impresa di costruzioni la cui gestione alla sua morte viene proseguita dai figli Cleto e Mauro. Da umile muratore a capomastro, Ulisse Toschi nel 1882 avviò a Bologna la sua azienda grazie ad alcuni lavori di carattere pubblico. Si susseguirono così molte commissioni di vasta mole e importanza nazionale che determinarono il successo dell'impresa. Al fine di onorarne la memoria i fratelli Toschi commissionano a Silverio Montaguti la realizzazione di un busto in bronzo del padre. Nel novembre del 1922, come si evince dall'articolo su “Il Resto del Carlino”, l'opera è collocata all'interno di un'esedra in marmo bianco sulla tomba di famiglia. Posta su un cippo, sempre in marmo bianco e decorato ai lati con un fregio floreale, la scultura ritrae fedelmente il defunto ed è un esempio assai convenzionale di ritrattistica. Ricorrente è il motivo della croce che si ripete anche all'interno della cappella sotterranea. Con i suoi stucchi simbolici, quali la fenice, emblema della resurrezione della carne, è un raffinato esempio di decorazione desunta dai sarcofagi e dalle chiese paleocristiane. In essa sembrerebbe che l'artista non sia intervenuto. Il monumento funerario viene privato in anni recenti dei due tripodi in bronzo.

Bologna, Certosa, Campo Carducci. In alto sull'esedra «FAMIGLIA DI VLISSE TOSCHI», sul lato sinistro «VLISSE TOSCHI / N. 20 GEN. 1853 - M. 2 OTT. 1909».

Federica Fabbro

Testo tratto da: F. Fabbro, Silverio Montaguti (1870 - 1947), Bononia University Press, 2012. Fonti: Bologna, Archivio del Cimitero Comunale della Certosa, Foglio sepolcrale Toschi Cleto del 1919. Bibliografia: Alla Certosa dai morti si generano cose vive e i vivi, “Il Resto del Carlino”, 2 novembre 1922; L'impresa Fratelli Toschi fu Ulisse, “Il Decennale” supplemento a “Il Comune di Bologna”, ottobre 1932; A. RAULE, La Certosa di Bologna, Bologna, Nanni, 1961, p. 174; Le meraviglie di Bologna. La Certosa, a cura di G. BERNABEI, Bologna, Santarini, 1993, p. 109; La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, a cura di G. PESCI, Bologna, Editrice Compositori, 1998, p. 290; F. FABBRO, Silverio Montaguti un artista ritrovato, tesi di laurea, relatore Prof. M. DE GRASSI, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2007 – 2008, pp. 128, 129; Luce sulle tenebre. Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna, catalogo della mostra di Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna - Casa Saraceni 29 maggio - 11 luglio 2010, a cura di B. BUSCAROLI e R. MARTORELLI, Bologna 2010, p. 267.