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Tasso ed Eleonora

1856 ca.

Schede

Giulio Cesare Ferrari (1818 - 1899), Tasso ed Eleonora, 1856 ca. Ubicazione: sconosciuta. Bellentani ci racconta che Eleonora d’Este vinta alla lettura del Tasso “empiva del suo nome le aule accademiche suscitandovi contrarie opinioni”. Davanti al dipinto dove si rappresenta il poeta che legge i versi dove si racconta dell’amore di Olindo per Sofronia (Gerusalemme liberata, II, 16), gli spettatori della mostra della Protettrice del 1856 ricordano i quadri di analogo soggetto di Francesco Podesti (1842, Brescia, Musei civici) e di Cesare Mussini (1831, Firenze, Galleria d’arte moderna) e discutono dell’eccessiva familiarità del Tasso con Eleonora, delle carnagioni, troppo rossa quella di lui, troppo chiara quella di lei, della troppa attenzione data ai particolari decorativi, ai gioielli - “imitati e tersi” - e si fanno osservazioni sulla correttezza del piano prospettico dove posa il Tasso. Alcuni poi avrebbero preferito un altro soggetto, di nudo, classico e non moderno. Insomma Tasso ed Eleonora fa parlare probabilmente perché sentito troppo moderno nell’ambiente bolognese. “Io, senza recare opinione propria, dico solo - scrive Bellentani - che nel classico e biblico genere ha pur dato lodevoli saggi il Ferrari, e che in questo suo quadro è gusto, eleganza e valore”. Acquistato dalla Protettrice per 200 scudi - la stessa cifra che la società stanzia per comperare La conversione dell’Innominato, grande successo di quell’anno - è assegnato per sorteggio al dottor Giuseppe Coltelli. Al momento l’ubicazione è ignota.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bellentani 1856, pp. 4, 15 e 21-23; Discorso e Rapporto 856, n. 2; Masini 1862a, p. 11; Masini 1867a, p. 17; Storia delle Arti del Disegno 1888, p. 117; Bottrigari 1960-1962, II, p. 361; Bologna 1983b, p. 60; Giumanini 2008, p. 255.