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Studio di fiori - Capri Cleto

1887

Schede

Firmata e datata in basso a sinistra, l’opera rappresenta uno studio di fiori realizzato a matita su carta e conservato, anch’esso, presso la cartella personale dell’artista Cleto Capri nel Collegio Artistico Venturoli di Bologna.

Si tratta di uno studio di fiori risalente al 1887 ovvero a soli due anni dall’ingresso di Capri in Collegio avvenuto nel 1885 assieme ai compagni di studio: Giovanni Masotti, Alfonso Modonesi, Giuseppe Romagnoli ed Alberto Pasquinelli. E' dunque fondamentale, dinnanzi a questo lavoro, sottolineare la bravura ed il talento di Capri che all’epoca era giovanissimo, avendo solamente 14 anni.

Anche in quest’opera possiamo già rilevare, nel gioco di ombre e luci in bianco e nero, una spiccata sensibilità verso lo studio e l’analisi degli effetti luminosi. Altresì importante è l’attenzione e la cura da Capri riservata ai particolari come nell’effetto verista che possiamo cogliere in ciascun petalo. La bravura degli allievi, a pochi anni dall’ingresso in Collegio, dimostra come le selezioni d’ingresso premiassero i giovani migliori il cui talento era già evidente sin dall’infanzia. L’ammissione in collegio era riservata, su esplicita disposizione testamentaria di Venturoli, a ragazzi nati a Bologna, di 12 anni, che appartenessero a una famiglia di modeste condizioni. Quest’ultimo punto è un importante testimonianza delle precise intenzioni di Venturoli, all’epoca infatti l’Accademia di Belle Arti era ancora una scuola d’elite. Angelo Venturoli era dunque ben determinato a premiare ed incentivare la formazione di giovani ragazzi di talento che, senza il suo aiuto, difficilmente avrebbero avuto l’occasione di sviluppare e dimostrare le proprie capacità.

Le prove d’esame venivano sostenute nell’arco di tre giorni e prevedevano la verifica di attività quali: disegno e pittura dal vero, da modelli in gesso, da figure umane ed infine una prova a tema libero. Gli esami e le valutazioni per gli allievi del Collegio non cessavano con la loro uscita da questo. Infatti, già a partire dal 1857, il Collegio mise a punto un sistema per continuare a seguire ed assistere economicamente i giovani artisti anche dopo l’abbandono della struttura.

Ciò fu reso possibile da Luigi Angiolini e dal suo lascito testamentario affinchè i giovani allievi, risultati meritevoli per concorso, fossero seguiti per altri quattro anni dopo l’uscita dall’Istituto. L’iniziativa venne ad identificarsi con l’omonimo premio Angiolini, che nel 1893 fu vinto proprio da Cleto Capri. Il premio, noto anche come “Pensione Angiolini” veniva affidato sulla base di un concorso interno al cui giudizio concorrevano naturalmente anche l’impegno e i meriti raggiunti negli anni dell’allunato. Gli studenti insigniti del premio Angiolini godevano del beneficio di proseguire la propria formazione presso altre città italiane con l’unico obbligo di spedire, a conclusione del secondo biennio, un saggio artistico annuale in merito ai progressi raggiunti al fine di rinnovare la borsa di studio ricevuta. Era altresì richiesto, agli studenti vincitori, di restare celibi per l’intera durata di questo “secondo ciclo” di studi.

Sara Benuzzi

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.