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Antonio Silvani

16 Marzo 1783 - 4 Dicembre 1847

Scheda

Antonio Silvani (16 marzo 1783 - 4 dicembre 1847). Nato a Bologna da famiglia borghese, a due anni Antonio Silvani perse il padre e poté ricevere un'istruzione superiore soltanto grazie all'ammissione al Collegio Poeti: coltivò al tempo stesso studi classici (fu per qualche tempo aiutante della grecista Clotilde Tambroni) e giuridici, laureandosi in giurisprudenza nel 1802.

In seguito iniziò a svolgere la professione legale presso l'importante studio dell'avvocato Carlo Zanolini, di cui nel 1809 sposò la figlia Aurelia, ereditando clientela e contatti. Alla brillante carriera professionale unì fortunati investimenti in campo fondiario e immobiliare, che gli permisero di accumulare un notevole patrimonio. Nel 1824 divenne professore di diritto civile all'Università di Bologna e nel 1829 fu chiamato a tenere l'orazione inaugurale dell'anno accademico. Negli stessi anni partecipò attivamente alla Società Agraria, presentandovi diversi studi e memorie, e fu chiamato dalla pubblica amministrazione a mettere a disposizione le sue competenze sia nell'ambito giuridico, sia nel campo della bonifica idraulica, ricoprendo diversi incarichi. Seguace delle idee liberali e costituzionali, si affiliò alla Massoneria e alle società carbonare, che miravano ad un cambiamento dell'ordine costituito. Nel 1830 fu nominato consigliere comunale e, quando il 5 febbraio 1831 scoppiò la rivoluzione e il rappresentante del governo pontificio abbandonò la città, fece parte della Commissione che prese in mano il governo della città e dichiarò decaduto il potere temporale. Membro del Governo provvisorio delle Province Unite proclamato poco dopo, ricoprì l'incarico di ministro della Giustizia. Dopo l'intervento dell'Austria, insieme agli altri membri del Governo tentò di fuggire in Francia, ma fu catturato e, dopo alcuni mesi di prigionia, costretto all'esilio all'estero: Francia, Inghilterra, Svizzera e Paesi Bassi, dove ebbe modo di approfondire le istituzioni giuridiche dei Paesi europei a regime costituzionale. Ebbe poi la possibilità di stabilirsi prima a Lucca e poi a Firenze, da dove poté riprendere a curare i propri interessi ottenendo, nel 1844, il permesso di tornare a Bologna con un salvacondotto. Nel 1846, in seguito all'elezione di Pio IX, fu non soltanto amnistiato, ma riebbe la cattedra universitaria e poté tornare a svolgere un ruolo di primo piano nella ricostituita Società Agraria, insieme all'amico Marco Minghetti, al cognato Antonio Zanolini e ad altri.

Riacquistata nel giro di breve tempo una grande popolarità, divenne uno dei massimi protagonisti della politica riformatrice del nuovo pontefice: nominato membro della Commissione chiamata a sistemare il codice civile e penale, si trasferì a Roma, dove morì improvvisamente. A Bologna ricevette esequie solenni in San Petronio. E' sepolto nel Cimitero della Certosa nella cappella a lui dedicata posta nella Sala del Colombario. Progettata da Antonio Cipolla vede al centro il ritratto colossale di Silvani scolpito da Pietro Tenerani. Ad Antonio Silvani è dedicato uno dei viali di circonvallazione.

Otello Sangiorgi

"Un altro benemerito ed illustre Cittadino, che Bologna ha voluto onorare, coll'intitolare al nome suo, la via di circonvallazione esterna che si svolge dalla Piazza di Porta San Felice, alla Piazza di Porta Lama, è Antonio Silvani.Egli nacque in Bologna il 16 marzo 1773 (1783 ndr); studiò nei primi suoi anni, presso il locale Seminario e poi poi al Collegio Poeti, dedicandosi, con speciale attitudine, alle lettere e alla filosofia e, coltivando il latino e il greco, con tale amore, da riuscire ad usare l'una e l'altra lingua, colla stessa felicità e perizia con cui si serviva dell'italiana. Arricchito il suo intelletto di così forti studi, si applicò alla giurisprudenza, per la quale sentivasi vivamente trasportato e nella quale si addottorò, con unanimità di voti e con plauso dei suoi professori, l'anno 1802. uscito dalle scuole, fece la pratica legale presso i migliori avvocati del tempo e finalmente, nel 1831, si diede all'esercizio della sua professione, prima come patrocinatore, e poscia come avvocato, acquistandosi, in breve, molta fama non solo in Bologna, ma in altre province, dalle quali, specialmente, era sovente richiesto di pareri e di consigli. Oltre alle molteplici cariche private, che avvocò nel foro bolognese, il Silvani tenne anche pubblici uffici, come quello di consulente alla Prefettura del Dipartimento del Reno, di giudice del tribunale criminale, di patrocinatore e avvocato dei poveri. Nel 1824, in riconoscimento dei suoi alti meriti, fu nominato professore di Testo Civile nella locale Università, e poscia membro del collegio legale; sedette eziando nel Consiglio Comunale fra gli Anziani, e più di una volta, portò, in questo consesso, la nota di avveduto e sagace amministratore; si occupò inoltre di studi idraulici e di agraria, mettendo a profitto le cognizioni da Lui acquistate, quando fu chiamato consulente della Commissione del Reno per il disciplinamento del corso dei fiumi nel territorio bolognese, e ancora quando supplì il Pretore per giudicare molte ed importanti vertenze civili, riguardanti le valli e le risaie. In quell'impeto di sommossa, da parte delle nostre province, operato nel 1831 dalla borghesia, con scarso concorso del popolo, senza apparecchio di armi e di denaro, fu Silvani designato a far parte del Governo e, nella sua nuova carica, che accettò di buon grado, per le gravi circostanze del momento, attese a mantenere l'ordine pubblico e a dare assetto per quanto gli fu possibile, alle materie giuridiche. Ritornato nello stesso ufficio, dopo breve assenza, e nel periodo più grave degli avvenimenti, seguì il Governo dei sollevati fino ad Ancona, dopo la breve puntaglia di Rimini, prendendo molta parte nella capitolazione fatta col Cardinale Benvenuto. Imbarcatosi, con molti suoi compagni, per la Francia, fu arrestato lungo strada, da una corvetta austriaca e internato tosto nel forte di S. Andrea, presso il lido di Venezia, dove, malgrado i patimenti e le durezze del carcere, mantenne il suo nobile contegno, facendosi ammirare anche dagli stessi suoi nemici, che lo ebbero in grande considerazione. In seguito, trasportati i prigionieri in Francia sopra una nave a vela, dopo una navigazione di quasi due mesi, lungo il golfo adriatico e pel Mediterraneo, approdarono liberi a Marsiglia, ove il Silvani rimase poco tempo, dedicandosi però ai suoi studi con quella serenità e fermezza in Lui abituali.

Peregrinò successivamente nella Svizzere, in Inghilterra e in Olanda, studiando ovunque gli ardui problemi della scienza del diritto con tale acutezza d'investigazione, che lo portarono a intessere la storia del Processo Civile, che però non poté essere condotta a termine, poiché tornando in Italia, com'Egli scriveva, abbandonò altrove tutti il materiale raccolto e anche il pensiero di ordinarlo; coltivò altersì gli studi ecclesiastici, raccogliendo in merito, copiosissime annotazioni circa la storia della Chiesa. Trasferitosi, per licenza ottenuta, prima a Lucca e poi a Firenze, si occupò, insieme al Carmignani, di un progetto di codice pel Portogallo. Finalmente nel 1844 ottenne di poter tornare in Patria, ove visse ritiratissimo e quasi solitario, non trascurando, per altro, i suoi prediletti studi, fra i quali, merita di essere ricordato quello fatto per la Società Agraria sulla contrattazione del bestiame, secondo l'antico Statuto Municipale raffrontato dalle leggi del diritto comune. Rientrato nella vita pubblica, prese parte nel Municipio alle questioni di maggiore rilievo, fra cui quella riflettente le strade ferrate, per le quali capeggiò, per mezzo di apprezzata pubblicazione, una linea che dal Po corresse alla Toscana, attraverso alle Legazioni. Fu da Pio IX reintegrato nella sua Cattedra all'Università, e chiamato successivamente a più alti uffici, e a far parte della Commissione della compilazione dei Codici, in seno alla quale, superati i pregiudizi più inveterati, i sordidi interessi, di coloro che si opponevano alle generose intenzioni del Pontefice, riuscì, ciò nulla meno, a condurre a termine il libro primo del Codice Civile, e ancora a indicare la ripartizione generale delle materie per la compilazione degli altri cinque libri seguenti. Ma poiché tale divisione, non fu accettata dalla maggioranza, alla quale parve miglior partito accostarsi un poi più da vicino, al Codice Francese, emendandone alcuni difetti, fu dato incarico allo stesso Silvani, che godeva illimitata fiducia, di delineare questo secondo ordinamento. Così fu messa in atto la istituzione della Consulta di Stato, nella quale la Provincia di Bologna, ebbe il Silvani a suo deputato, che in seguito divenne Presidente della Sezione Legislativa. Instancabile lavoratore, si occupò anche di finanza e da ultimo, prendendo parte all'indirizzo offerto al Pontefice, dove era divisato il programma delle riforme, compose il regolamento interno per l'ordine della discussione, in soli 18 giorni! Il 4 dicembre del 1847, l'Illustre Statista bolognese si spegneva, quasi improvvisamente in Roma, lasciando larga eredità di compianto in tutta Italia e specialmente in Bologna, dove i cittadini di ogni ceto e categoria, rammaricandone la grave perdita vollero portare il bruno per otto giorni. Gen. Lodovico Marinelli (Dalla rivista 'Il Comune di Bologna', agosto 1926, trascrizione a cura di Zilo Brati).