Scuola vperëdista di Bologna

Scuola vperëdista di Bologna

Politico 21 Novembre 1910 | marzo 1911

Scheda

Convinti della necessità di riproporre l'esperienza, gli “allievi-operai” della prima «Scuola superiore di agitazione e propaganda» – tenutasi a Capri nell'estate del 1909 su iniziativa del gruppo «Vperëd» (frazione di sinistra della corrente bolscevica del Partito Operaio Social-Democratico Russo) – decisero di attivarsi, al loro ritorno in patria, per l'istituzione di una seconda Scuola. A tale scopo fu costituito un comitato organizzativo, composto da Aleksandr A. Malinovskij (meglio noto come Bogdanov, 1873-1928), Anatolij V. Lunačarskij (“Vojnov”; 1875-1933), Andreij V. Sokolov (“Stanislav Vol'skij”; 1880-?), Grigorij A. Aleksinskij (1879-1967) e Martin N. Ljadov (“Mandel'štam”; 1872-1947). Lo stesso Comitato Centrale (CC) del POSDR, nel gennaio-febbraio del 1910, alla luce dell'episodio caprese, aveva deciso di organizzare una scuola generale per la formazione dei quadri di tutto il partito, affinché questa non fosse più l'espressione di una singola frazion della socialdemocrazia russa, ma senza successo. A prendere vita fu così una seconda Scuola in diretta continuità con quella di Capri, allo scopo di «guadagnare influenza nell'ambito del partito per mezzo degli allievi, sino a creare in Russia rappresentanze e gruppi che facessero propria l'impostazione ideologica» del bolscevismo “di sinistra” (così fu definito da Vladimir I. Lenin) espressione del gruppo. In generale, l'obiettivo primario era quello dell'addestramento ad un più generale «lavoro di partito ed [...] agitazione politica specialmente clandestina, in vista della prossima inevitabile rivoluzione che sarebbe accaduta in Russia».

La sede della Scuola fu fissata a Bologna, mentre i finanziamenti furono garantiti dai militanti bolscevichi degli Urali che nell'agosto del 1909 avevano compiuto, presso la cittadina di Miass, una clamorosa espropriazione armata che fruttò 60.000 rubli e 24 kg d'oro, causando al contempo la morte di sette persone. Secondo lo storico sovietico S. Livšic, la Scuola fu finanziata con 16.057,15 franchi provenienti direttamente da questa “impresa”. Per quanto riguarda gli allievi, fu stabilita l'ammissione dei soli operai designati dalle locali organizzazioni di partito, in un numero massimo di 21: accanto a questi uditori di pieno diritto, a Bologna potevano comunque presenziare degli uditori liberi (ne sarebbero giunti 9). La maggioranza di essi proveniva dalla zona degli Urali ed era di tendenza vperëdista; due erano i menscevichi mentre uno solo si proclamava leninista. Tra gli uditori di pieno diritto si annoveravano sei allievi provenienti da Pietroburgo (K. A. Veselov, I. K. Vul'pe, D. I. Nikonchikov, I. A. Ostretsov, I. I. Salman, I. N. Sesitzkij o I. P. Sesitskii), quattro dagli Urali e due da Mosca. Provenienti dagli Urali – ma al momento non si può dire se avessero o meno un mandato ufficiale – erano: I. A. Khrushchev, N. Guzakov, M. N. Kokovikhin e K. Miachin (altrove Mjačin); provenienti da Mosca – allo stesso modo, non si può dire se fossero uditori a pieno diritto o meno – erano invece: N. P. Avilov, D. Sobolev e M. T. Stepančikov (“Arsenij”, che sarebbe poi divenuto un agente provocatore). Accanto ad essi vi era inoltre un operaio proveniente da Riga, soprannominato “Karl”, il rivoluzionario georgiano Meliton G. Filija (“Lamazov”, “Žorž”), T. S. Krivov ed Anna Aleksandrovna Lunačarskaja (sorella di Bogdanov e moglie di Lunačarskij). Prima dell'inizio dei corsi, gli studenti invitarono Lenin a tenere alcune lezioni sulla questione agraria, ma questi rifiutò categoricamente, «per ragioni di principio». Dopo che il Consiglio della Scuola vperëdista rivendicò la sua autonomia, il CC del POSDR inviò in missione permanente a Bologna il segretario della Commissione scuole del partito N. A. Semaško (“Aleksandrov”), con il mandato di «trattare con quei singoli corsisti che desideravano andare a Parigi per frequentare i corsi integrativi». Nel sobborgo di Longjumeau Lenin stava difatti organizzando una propria “controscuola”, posta sotto il controllo del partito.

Un'ipotesi sulla scelta di Bologna come sede della Scuola è stata avanzata da G. Gattei e C. Volta nel loro contributo del 1994 su questo particolare episodio della storia bolscevica. Francesco Lorenzo Pullè (preside dell'Università Popolare “Giuseppe Garibaldi” dalla sua costituzione nel 1901; professore di Filologia indoeuropea e Sanscrito dell'Alma Mater e – seppur di origini nobiliari – di tendenza socialista, eletto in Consiglio comunale nel 1906. Per una sua biografia più approfondita si rimanda qui) presiedeva dal 1908 la Confédération Internationale des Universités Populaires, definitivamente istituita nel 1910 a Bruxelles nel corso del III Congresso Internazionale delle Opere di Educazione Popolare. È possibile che nel corso di quest'assise Pullè si fece avanti come garante e patrocinatore della Scuola vperëdista in quel di Bologna, città in cui il PSI era parte importante – sia pure come minoranza – del Consiglio comunale. La Scuola sorse sotto la direzione ufficiale di Lunačarskij, scelto per la sua fluente conoscenza della lingua italiana: essa venne addirittura «considerata una sezione dell'Università popolare, tant'è che nei primi tempi (tre-quattro settimane) le lezioni si svolsero nello stesso edificio dell'Università [via Cavaliera 22, oggi via Oberdan], dove erano state concesse due aule e dove venne situata la biblioteca della scuola [che pare arrivò ad assommare circa 3-400 volumi, nonché svariati giornali e riviste russe]. Gli allievi ricevettero delle tessere d'ingresso per studenti, mentre gli insegnanti ebbero quelle da professore che servivano anche come permesso di soggiorno». Lo stesso Lunačarskij compare nell'Elenco dei Soci dell'Università popolare per l'anno accademico 1910-11 (al n. 561 come «Lunaciarski Anatolio»). L'inaugurazione ufficiale ebbe luogo il 21 novembre alla presenza di quattro insegnanti (Bogdanov, Lunačarskij, Ljadov e Vol'skij) e 17 studenti, i quali approvarono il programma dei corsi – da svolgersi entro quattro mesi – con dodici lezioni e quattro esercitazioni pratiche serali alla settimana a partire dal 25 novembre. Le esercitazioni pratiche consistevano in: preparazione di materiale di propaganda, apprendimento della tecnica del giornalismo e dell'arte del discorso politico; gestione delle assemblee; organizzazione del partito. I corsi principali erano invece così articolari:

Economia politica; Storia delle concezioni sociali del mondo: A. A. Bogdanov;
Storia del movimento operaio e del socialismo in occidente (Francia, Inghilterra, Germania); Storia della letteratura russa: A. V. Lunačarskij (storico della letteratura e critico letterario);
Storia del movimento operaio e del socialismo in Russia: M. N. Ljadov;
Storia della Russia fino a Pietro il Grande: I. M. Cheraskov (“Vasil'ev”; storico, vicino alle posizioni vperëdiste);
Storia della Russia da Pietro I alla liberazione dei servi: Michail A. Pokrovskij (“Domov”, storico; 1868-1932);
I partiti politici in Russia: G. A. Aleksinskij (medico e deputato bolscevico nella seconda Duma);
Politica internazionale: Michail L. Vel'tman (“M. P. Pavlovič”, “Volonter”: orientalista, menscevico; 1871-1927);
Questione agraria: Pètr P. Maslov (economista, menscevico; 1867-1946);
Fondamenti di diritto pubblico: Vjačeslav R. Menžinskij (“Stepinskij”; 1874-1934);
Propaganda e agitazione; La situazione attuale: St. Vol'skij.

La signora Lidja P. Ljadova (“Mandel'štam”) svolgeva le funzioni di segretaria della Scuola. Il Consiglio della Scuola, invece, era composto: per il corpo insegnante da Lunačarskij e Ljadov; per gli studenti da Sesitkzij, Mjačin e Krivov. Accanto agli insegnanti ufficiali furono invitati anche alcuni docenti esterni ma di chiara fama nel panorama della socialdemocrazia russa e della sinistra europea, tra i quali ricordiamo Lev D. Trockij (1879-1940), che tenne un corso pratico sul giornalismo, «una serie di lezioni sulle tattiche parlamentari dei socialdemocratici tedeschi e austriaci, e sulla storia del partito socialdemocratico in Russia», ed Aleksandra M. Kollontaj (1872-1952), di tendenza menscevica, protagonista del movimento rivoluzionario femminile, che nel febbraio-marzo 1911 tenne alcune relazioni sulla questione finlandese, sull'evoluzione della famiglia e sull'organizzazione del lavoro femminile. Fuori dal programma ufficiale si tennero anche tre lezioni di storia dell'arte sviluppate da Lunačarskij, che funse inoltre da guida agli studenti in alcuni musei e monumenti della città. Sebbene non invitato, Karl Kautsky salutò calorosamente l'iniziativa bolognese, giudicando il programma dei corsi «meraviglioso».

Poco dopo il loro inizio, le lezioni si spostarono dalla sede dell'Università Popolare in un appartamento di via Marsala 16, composto da quattro camere: due già a disposizione – almeno dal 20 ottobre – di Bogdanov e Lunačarskij, una utilizzata per le lezioni e l'ultima adibita a mensa. I corsisti erano invece alloggiati, a gruppi di due, nello stesso civico o in palazzi attigui, sempre a spese della Scuola. Gli allievi vperëdisti furono salutati in occasione del Congresso sindacalista nazionale, che si tenne il 10 dicembre nel salone della Società Operaia, durante il quale non si mancò di «votare un saluto ed un augurio alla Russia proletaria». Il 1° febbraio 1911, per commemorare la morte di Lev Tolstoj (mancato nel novembre precedente), l'Università Popolare organizzò una conferenza pubblica tenuta da Giuseppe Tarozzi, mentre fu lo stesso Trockij a commemorare il grande scrittore a beneficio degli studenti della Scuola. Al termine dei corsi, gli allievi uscirono dalla loro “semiclandestinità” quando, il 13 marzo, si prestarono ad una manifestazione – nella Sala del Liceo Musicale “G. B. Martini” – intitolata I Canti dei Popoli, aperta da una «Conferenza illustrativa del canto russo» del prof. Francesco Vatielli e che contemplava, accanto a canti popolari eseguiti dalla Società corale “Euridice”, un intermezzo del «Coro di Giovani Russi» della «Scuola Maxim Gorki che, allo stesso modo della Euridice, si prestano gentilmente» (il coro era diretto da Giorgio Pullè, figlio di Francesco, che funse anche da istruttore ed interprete). Così il “Resto del Carlino” raccontò, il giorno successivo, quella serata: «Un gruppo di studenti russi, che gentilmente si prestavano, ha poi eseguito alcuni canti di esuli e di deportati, e due canzoni del Volga della seconda metà del seicento che hanno una impronta veramente caratteristica di gravità e di mestizia. È un genere non nuovo anche per Bologna che ebbe gran successo alcuni anni fa [in] una delle così dette cappelle russe al Teatro del Corso. Quelle che udimmo ieri sera sono assai più semplici ed ingenue, ma sempre di molto carattere patetico. Le due canzoni del Volga furono replicate fra grandi applausi, e ne fu eseguita anche un'altra, fuori programma, di genere burlesco e di un ritmo bizzarro». Lo spettacolo canoro fu poi replicato nel salone della Camera del Lavoro, allora sita nella Casa del Popolo presso le Mura di Porta Lame.

Al termine delle lezioni, gli studenti (docenti compresi) si trasferirono polemicamente Oltralpe, anche se furono rimandati tutti in Russia dopo appena qualche settimana, con l'ex-studente Sesitkzij che rivelò la sua natura di agente provocatore. L'Ochrana, la polizia politica zarista che riceveva rapporti sulla Scuola di Bologna almeno dalla fine del novembre 1910, da parte sua arrestò alcuni dei corsisti immediatamente dopo il loro ritorno in patria, mentre altri si dispersero o uscirono definitivamente dal partito, facendo così infrangere il progetto vperëdista di acquisire una propria rete di attivisti nel paese. Lo stesso gruppo «Vperëd» cominciò a sfaldarsi all'inizio del 1911, a partire dalla fuoruscita di Bogdanov nella primavera, anche se formalmente continuò ad esistere all'interno del POSDR fino al 1917. Secondo lo storico sovietico Livšic, autore nel 1926 di un articolo sull'esperienza di Bologna, ciò che avvenne tra la Campania e l'Emilia ad inizio Novecento fu «un tentativo di preparare i quadri direttivi dell'organizzazione di partito dai lavoratori, al posto degli intellettuali, mentre le masse disertavano a quell'epoca le file del partito».

Andrea Spicciarelli

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Un'esperienza bolscevica a Bologna
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La Storia #aportechiuse. Intervento di Andrea Spicciarelli del'11 gennaio 2022.

Documenti
Bibliografia
A proposito della scuola “vperiodista” di Bologna
M. Gandini
1976
Annali dell'Università Popolare “G. Garibaldi” in Bologna. 1910-1911
F. L. Pullè (a cura di)
1911 Bologna Cooperativa Tipografica Azzoguidi
Bogdanov e Lenin: il bolscevismo al bivio
J. Scherrer
1969 Torino Einaudi
Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917. Riviera ligure, Capri, Messina
A. Tamborra
2002 Soveria Mannelli (CZ) Rubbettino Editore
Gor'kij-Bogdanov e la scuola di Capri. Una corrispondenza inedita (1908-1911)
J. Scherrer, D. Steila (a cura di)
2017 Roma Carocci : Fondazione Lelio e Lisli Basso
I canti dei popoli: il coro. Con conferenza illustrativa del canto russo del prof. Francesco Vatielli
Università Popolare G. Garibaldi
1911 Bologna Coop. Tip. Azzoguidi
Profili di rivoluzionari
A. V. Lunačarskij
1968 Bari De Donato editore
Quando Trotzkij insegnava a Bologna… e Lenin non ci voleva venire
C. Volta
1976
Relazioni tra docenti della Regia Università, l'Università Popolare «G. Garibaldi» e la scuola «vperiedista» di Bologna
L. Arbizzani
1990 Milano Teti Editore
Social Democratic Party Schools on Capri and in Bologna in the Correspondance between A. A. Bogdanov and A. V Amfiteatrov
A. B. Rogachevskii
1994
Un episodio nella storia delle Università Popolari: i bolscevichi «di sinistra» a Bologna (1910-1911)
G. Gattei, C. Volta
1994 Varese Edizioni Università Popolare di Varese
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