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Scimitarra di Gioacchino Murat

Fine del XVIII sec.

Schede

Lo Shamshir (termine persiano da cui deriva scimitarra) è un’arma bianca originaria dell’Iran ma diffusa in tutto l’Oriente, dalla Turchia all’India.

Questo esemplare presenta il tipico fornimento con guardia a forma di croce in ferro, con alette fermafodero e rimessi in oro; l’impugnatura è ricurva con guancette in corno marrone chiaro ed è munita di una dragona in lana rossa. La lama, che ha anch’essa un profilo tipico con una curvatura molto pronunciata, è a doppio filo con sguscio allargantesi all’ultimo terzo ed è lavorata a damasco. Questa tecnica, tipica degli antichi artigiani musulmani ma diffusa anche in Occidente, consiste nell’utilizzare verghe di acciaio e di ferro dolce, aventi colori e caratteristiche diversi, lavorandole battendo e ripiegando il metallo su se stesso a caldo decine di volte; la lama che si ottiene assume così il tipico colore screziato e diviene dura e tenace al tempo stesso. La lama presenta su un lato decorazioni ageminate in bronzo dorato, fra cui una stella a sei punte ed una lunga iscrizione di versetti del Corano in caratteri arabi cufici: si tratta dell’inizio del celebre Ayat al Kursi, il Versetto del Trono (Corano II, 255) che contiene una sintesi di alcune delle caratteristiche di Dio. Anche l’agemina è una tecnica orientale (il termine deriva dall’arabo e signica ‘alla persiana’), che consiste nell’intarsiare metalli battendoli a freddo e incastrandoli in solchi e incavi fatti a sottosquadro. L’arma appartenne a Gioacchino Murat, che la acquisì durante la campagna d’Egitto e che la utilizzò subito durante la battaglia terrestre di Abukir (25 luglio 1799): si era evidentemente accorto della superiorità di questa pesante lama orientale rispetto alle più leggere sciabole francesi da cavalleria. L’arma fu donata, come le precedenti, dalle nipoti di Murat per volontà della figlia Letizia.

Scimitarra appartenuta a Gioacchino Murat. Fine del XVIII sec. Acciaio, ferro, bronzo dorato lunghezza totale mm 915, lunghezza lama mm 780, larghezza lama al tallone mm 40, inv. n. 146.

Otello Sangiorgi

In collaborazione con IBC - Istituto per i beni culturali dell'Emilia Romagna.