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Giacomo Savini

1767 o 1768 - 1842

Scheda

Giacomo Savini (1767 o 68 - 1842) fu allievo di Vincenzo Martinelli e ne frequentò la bottega, come attesta il suo precoce impegno nel campo della decorazione, documentato fin dal 1816 e sempre continuato. La sua pittura da cavalletto è nota soprattutto dal gruppo dei dipinti della Galleria Davia Bargellini, raccolti dal marchese Giuseppe Davia, collezionista di paesi e lui stesso paesista dilettante; nonchè dalle tele di proprietà della famiglia Savini (tra queste L’ascensione in pallone e L’incendio). La sua attività di disegnatore è nota grazie ai fogli delle raccolte della Cassa di Risparmio in Bologna, scalati dal 1821 al 1834 (è del 1830 un album con 48 Vedute copiate dal vero dal dottor Giacomo Savini, con numerosi fogli dedicati a Castel San Pietro e a Dozza).

Datata al 1834 la stanza paese dipinta per il marchese Virgilio Davia (Palazzo Davia Garagnani) che rispetto al modello di Rodolfo Fantuzzi in Palazzo Hercolani (1801) appare declinata in una più piana e accostante propensione naturalistica, con la veduta vera dell’Appennino, oltre il colonnato all’antica. Per il marchese Davia nel 1837 dipinge inoltre una veduta di villa, dove si sottoscrive “protectus, auxiliatus et gratus” del marchese committente. Vanno ricordate le numerose decorazioni (quasi tutte perdute) per le case nobili di Bologna citate dalle fonti e lodate nella pubblicistica del tempo quali “La Gazzetta di Bologna” e il “Il Caffè di Petronio”, che le descrivono riportando l’ammirazione dei viaggiatori stranieri. Le prospettive di palazzo Monti Rusconi di San Barbaziano in via Barberia, di casa Alamandini Salina, della loggia di casa Solimei in Strada Maggiore, il gabinetto di casa Panni alla piazza del Pavaglione, una camera di casa Baglioni in via Clavature e la già ricordata “camera elissoide” di casa Davia. Un articolo datato 20 febbraio 1840, conclude segnalando presso lo studio del pittore la “ricca Raccolta di Quadri, vera “Pinacoteca d’Originali” una sorta di catalogo delle opere, a disposizione degli eventuali compratori.

Lo troviamo presente anche nella Certosa di Bologna dove collaborò con Flaminio Minozzi e Giovanni Putti per la realizzazione di diversi monumenti, fra questi ricordiamo il Monumento Ottani (già Baldi Comi) uno dei rari sepolcri bolognesi decorati "a tecnica mista". Il dottor Giacomo Savini (come spesso viene citato) sarà accolto all’Accademia bolognese come socio d’onore ormai più che settantenne. Muore nel 1842. Riposa in Certosa nella tomba di famiglia collocata nel lato est del Chiostro V o maggiore, pozzetto 167.

Carolina Calegari