Ritratto dell’arcivescovo Antonio Codronchi

Ritratto dell’arcivescovo Antonio Codronchi

1826

Scheda

Il monumento all’arcivescovo di Ravenna Antonio Codronchi fu realizzato dopo la sua morte, avvenuta nel 1826, a spese del nipote, il conte Pietro Desiderio Pasolini, e venne collocato nella navata sinistra del duomo della città, dove ancora oggi si trova. Inizialmente il progetto fu opera del solo Cincinnato Baruzzi, come documentano il bel foglio e la descrizione, entrambi datati 1826 e conservati presso la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna (BCABo, GDS, Disegni Autori Vari, cart. 6, n. 1.123 e FSCB 64; Tav. 7c). In questo periodo lo scultore, che si trovava a Roma, immaginò per l’arcivescovo, conosciuto personalmente durante un soggiorno a Milano, ospite dello zio Pietro, che era segretario del Codronchi, un monumento piuttosto simile a quello per i fratelli Ginnasi. Su un alto zoccolo, decorato al centro dall’iscrizione sottolineata da un serto, è collocata la statua della Munificentia raggiata che tiene nella destra una croce astile a cui si avvolge un serpente. La sinistra, protesa in avanti, tiene delle spighe e un grappolo d’uva. Ai piedi della figura si trovano allusioni alle scienze e alle arti da lei patrocinate (la civetta, il globo, dei volumi a sinistra, un busto di divinità antica, dei progetti, un compasso e un goniometro, una tavolozza con dei pennelli a sinistra). Al centro del timpano a volute è posto lo stemma del defunto. Baruzzi riprenderà uno svolgimento simile nel 1841, realizzando il monumento alla famiglia Pizzardi per la certosa di Bologna.

Questo progetto non venne preso in considerazione e si optò per la soluzione attuale, ripartita tra tre artisti: il ravennate Gaetano Monti, autore delle due allegorie laterali, la Carità e la Fede, l’ornatista Cristoforo Michelini e Cincinnato Baruzzi, che scolpì solamente il medaglione con il profilo del Codronchi, rivolto a destra. La documentazione presente tra le carte dello scultore ci permette di stabilire che il rilievo circolare fu pagato 100 scudi romani. Antonio Codronchi è rappresentato di profilo, con una acuta attenzione verso la resa dei lineamenti, di cui si rimarcano il naso importante e il mento leggermente cascante. Come in generale nei numerosi busti di ecclesiastici scolpiti da Baruzzi si osserva una profonda attenzione ai vari elementi che compongono l’abbigliamento del prelato, di cui si registrano tutti i dettagli.

Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Ritratto dell’arcivescovo Antonio Codronchi, 1826. Marmo bianco, bassorilievo, medaglione diametro 60 cm. Ravenna, Duomo.

Antonella Mampieri

Testo tratto da: A. Mampieri, Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878), Bononia University Press, 2014. Fonti: BCABo FSCB 64. Bibliografia: G. RIBUFFI, Guida di Ravenna, Ravenna 1835, p. 15; Catalogo delle opere di scoltura eseguite in marmo dal prof. cav. Cincinnato Baruzzi a tutto l’anno 1859, Bologna 1860; G. RIBUFFI, Guida di Ravenna, Ravenna 1869, p. 31; Guida breve di Ravenna antica e moderna e per le adiacenze, Ravenna 1883, p. 83; C. RICCI, Guida di Ravenna, Bologna 1897, p. 30; C. Ricci, Guida di Ravenna, Bologna 1923, p. 43; G. MAZZINI, Cincinnato Baruzzi. La vita, il tempo, le opere, Imola 1949, pp. 58 e 71; G. VIROLI, Il gesto sospeso. Scultura nel Ravennate negli ultimi due secoli, Ravenna 1997, pp. 60-62, Fig. 11; C. FIORELLI, Un contributo alla rivisitazione dell’attività artistica di Cincinnato Baruzzi (1706-1878), in “Strenna Storica Bolognese”, LII, 2002, pp. 223-246; L. SIGHINOLFI, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna tra Restaurazione e Risorgimento, a cura di C. Maldini, Bologna 2006, p. 312.

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