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Racca | strumenti musicali meccanici

1886 | 1929

Schede

Nato in provincia di Cuneo, Giovanni Racca (1843 - 1902) si era trasferito a Torino dove erano nati i figli Antonia e Giuseppe (1880 - ?) e dove gli era stata riconosciuta nel 1886 una privativa industriale per un pianino meccanico. In quello stesso anno risultava, però, già residente a Bologna dove, nell’Esposizione Internazionale di musica del 1888, aveva presentato al pubblico due strumenti meccanici. Dalla frequentazione di botteghe di produttori di strumenti in Italia, e poi all’estero, egli avrebbe tratto indicazioni per sviluppare l’idea e poi realizzare lo strumento dal funzionamento automatico per il quale è conosciuto, il piano melodico, azionabile ruotando una manovella e muovendo le leve del piano e del forte, mentre la musica veniva ottenuta dallo scorrimento di cartoni perforati su di un rullo provvisto di chiodi e dal conseguente battito dei martelletti. 
Alla morte di Giovanni nella conduzione della Ditta era subentrato il figlio Giuseppe, che aveva trovato una valida collaborazione in Augusto Dalmazzoni, fratello della seconda moglie del padre. La produzione in Via Milazzo, tra il 1904 e il 1912, annoverava piani melodici di forme diverse, da tavolo, da scaffale e a coda. Va segnalato anche un modello a mobile, con due ante, denominato Verdi, a contrappeso oppure con motore elettrico, messo in funzione spingendo un bottone o inserendo una moneta nell’apposita fessura. Minore sembra invece essere stata la realizzazione di piani a cilindro, harmonium, autopiani.
In proprio venivano predisposti i cartoni con le musiche, in due estensioni, a 48 e 73 note. La crisi della Giovanni Racca & C. era sopraggiunta con la prima Guerra Mondiale e la successiva diffusione delle apparecchiature per la riproduzione del suono e delle radio. La chiusura era avvenuta nel 1929. (Antonio Campigotto, Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016.)

Il Piano Melodico di Giovanni Racca ebbe un enorme successo e diffusione in tutto il mondo per interi decenni. La “Giovanni Racca” vinse numerosi premi come la Medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Liegi (Belgio) nel 1905 o Gran Diploma d’onore all’Esposizione Internazionale di Milano nel 1906. Tra i noti possessori dei Piani Melodici si possono citare la Regina Margherita di Savoia, S.A.R. la Principessa Letizia, il Principe Ereditario Danilo del Montenegro o S.A.R. il Duca degli Abruzzi (che nell’allestire la sua spedizione al polo nord volle che a bordo della Stella polare non mancasse un Piano Melodico). Ultimo ma non per importanza Giovanni Pascoli, che ha menzionato i Piani Melodici di Racca in diverse lettere, ecco alcuni frammenti: "Mio caro Giulio [Giulio Varga], ieri sera ebbi in casa il mio piano. Stamattina abbiamo suonato l’ “Ave Maria” di Gounod, la portentosa sinfonia della “Semiramide” e due o tre volte quella divinissima “Prière d’une Vierge” che mi ha suggerito i più alti e profondi pensieri. Io e Mariù siamo risorti a nuova vita. Il Racca è un benefattore dell’umanità a più buon diritto di qualunque scopritore e inventore di comodità e medicine. Egli viene in soccorso degli appassionati – dei bisognosi della musica i quali, come molte altre cose, così non poterono, da ragazzi, apprenderne l’arte consolatrice e sublimatrice. Vorrei avere il ritratto di questo industriale per metterlo accanto a quello dei poeti che più m’hanno ispirato e giovato! Non ha espressione il suo strumento? Io credo che lì dentro ci sia un’anima di qualche aedo morto che freme, o piange o s’esalti o s’adima. […] A me piace che lì dentro ci sia del mistero, dell’oltreumano. Insomma, da che ho il musico strumento, io vivo il doppio di prima. Siano grazie a te, mio buon Giulio, che da questa prova vedo che mi vuoi sempre il bene dei nostri giovani e poveri anni […]." L’invenzione di Racca fu così nota in tutto il mondo che non mancarono presto degli imitatori, come nel caso di un pianino a disco Neo-Melodon che fa parte della Collezione Marini e che è stato costruito dalla Fabrik Leipziger Musikwerke vormals Paul Ehrlich di Lipsia nel 1895 ca. Nel 1907/1908 ci sono state delle controversie legali tra la ditta Giovanni Racca e la casa editrice G. Ricordi, riguardo alla presunta edizione abusiva di riproduzione sui cartoni musicali perforati delle composizioni musicali sulle quali vigeva il diritto d’autore. La questione è stata ampiamente ripresa dai giornali; ne ha scritto anche Pascoli in una lettera all’amico organista Marco Enrico Bossi. La causa fu vinta da Ricordi e la corte inibiva alla ditta Racca di riprodurre sui cartoni opere musicali delle quali la ditta Ricordi possedeva i diritti d’autore. La crisi della Giovanni Racca & C. era sopraggiunta con la prima Guerra Mondiale e la successiva diffusione delle apparecchiature per la riproduzione del suono e delle radio. La chiusura avviene nel 1929. La Fondazione Carisbo annovera tra le sue collezioni sette Piani Melodici di Racca: cinque nella Collezione Marino Marini; uno nella Collezione Tagliavini; uno nella Collezione Scala. (Daniela Schiavina, Collezioni Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna)