Salta al contenuto principale Skip to footer content

Pelagio Palagi – i disegni

Schede

Per ogni artista il disegno è un momento di studio, riflessione e messa in pratica delle proprie idee. Ciò è particolarmente vero nel caso di Pelagio Palagi, il quale fin da piccolo venne instradato nell’uso delle tecniche grafiche. Via via che le commissioni aumentarono, di numero e importanza, l’esecuzione di studi su carta divenne fondamentale.

Un aumento consistente della sua attività in queste tecniche si deve dal momento in cui viene chiamato a progettare in toto il riammodernamento ‘estetico’ della corte sabauda a partire dal 1832, non consentendogli più di intervenire in prima persona per tutte le commissioni. L’esecuzione venne affidata ad un numero crescente di collaboratori specializzati nelle più disparate tecniche artistiche e artigiane. Dalla sedia in stile retour d’égypte fino al rifacimento di interi castelli, passando per l’esecuzione di quadri da stanza, pale d’altare, soffitti e dipinti, il nostro poteva sovrintendere e indicare i lavori con disegni e progetti in scala.
Il nucleo di disegni che qui si presenta - selezionato da Antonella Mampieri che si ringrazia - riguarda lo studio di monumenti. Sono conservati presso il Gabinetto disegni e Stampe della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, donati insieme a moltissimi altri per via testamentaria, dallo stesso Palagi e acquisiti dal Municipio nel 1861, un anno dopo la sua morte. Alcuni sono relativi ad opere effettivamente eseguiti, altri sono idee mai messe in pratica. A dir il vero, alcuni dei fogli presentati sembrano più studi per orologi, soprattutto alcuni di quelli in stile egizio. L’arco cronologico è abbastanza ampio, poiché vi sono sia disegni realizzati nei primissimi anni dell’Ottocento a Bologna, sia progetti esecutivi dei monumenti eseguiti – o pensati - dopo il suo trasferimento a Milano nel 1815 e a Torino nel 1832. Per maggiori dettagli sull'attività grafica di Palagi si rimanda al volume L'Ombra di Core, disegni dal fondo Palagi della Biblioteca dell'Archiginnasio, edito nel 1989.

Roberto Martorelli