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Palazzo Conti Castelli (ex Bolognetti poi Mattei-Venturoli)

Di rilevanza storica

Schede

In Strada Maggiore all’odierno n. 46, già residenza senatoria dei Bolognetti, il palazzo fu acquistato nel 1741 dai fratelli Pietro e Sebastiano Rocco figli del capostipite delle fortune dei Conti, Matteo, che da operaio in una bottega di pellacani era prima diventato paggio d’alabarda poi impiegato di Marc’Antonio Ercolani; aveva quindi sfruttato l’esperienza acquisita per far fortuna in proprio, ed aveva coronato la propria ascesa economica e sociale con la Tesoreria delle Romagne e il matrimonio con una Panzacchi, famiglia anch’essa già ricca per mercature e negozi (Giacomelli, Famiglie, pp. 156-157).

Pietro (marito dell’ereditiera Rosa Castelli, per cui i discendenti adottarono il doppio cognome) e Sebastiano Rocco (dottore aggregato al Collegio dei Legisti e canonico di San Petronio) restaurarono il palazzo, rinnovandone la facciata ed elevandolo di un piano (Fornasini, La chiesa parrocchiale di Santa Caterina, pp. 190-192: Fontana, nn. 1194, 1196, 1205). Passato in proprietà ad Alessandro Naldi e poi ai fratelli Villani (ma i Conti Castelli continuarono ad abitarvi, almeno fino al 1850) nel 1846 il palazzo fu acquistato da Cesare e Giuseppe Mattei, che avevano prima abitato l’ex dogana sulla via Volte dei Pollaroli (ora via Ugo Bassi). Cesare Mattei (nato nel 1809 e morto nel 1896, inventore dell’elettromeopatia e costruttore della rocchetta a Riola di Vergato) lo lasciò in eredità al figlio adottivo Mario Venturoli, i cui discendenti lo posseggono tuttora (Facci, Il conte Cesare Mattei, pp. 27-36).

Silvia Benati