Monumento a Giuseppe Garibaldi

Monumento a Giuseppe Garibaldi

1884

Scheda

Il monumento di Cesenatico a Giuseppe Garibaldi, invocato a pochi mesi dalla sua scomparsa, ma terminato solo nel 1884 e inaugurato il 2 agosto dell’anno successivo, si inserisce tra le prime realizzazioni scultoree del panorama italiano dedicate all’Eroe dei due mondi. L’opera rientra in quella grande famiglia di sculture generate da una forma d’arte di natura spontaneista, legata soprattutto alle iniziative assunte da associazioni politiche, combattentistiche, massoniche o operaie. L’organizzazione è affidata ad un Comitato costituito ad hoc, a partire dalla raccolta di fondi fino ad arrivare alla cerimonia inaugurale del monumento, passando per le fasi realizzative e valutative. In realtà i membri del Comitato cesenaticense sono quasi tutti legati a filo diretto con l’amministrazione comunale, poiché in gran parte esponenti della formazione politica al governo della città. L’innalzamento del monumento è strumentale alla creazione di una coscienza cittadina unitaria, attorno ad un simbolo e a un fatto storico che accomuna tutta la comunità. I costi, nelle previsioni iniziali ottimisticamente ammortizzati attraverso le sottoscrizioni popolari, sono in realtà quasi interamente coperti dal Comune di Cesenatico, dalla Provincia, dalla Banca Popolare e dal Comune di Cesena. Il 7 agosto 1882, le circa tremila persone accorse alla commemorazione funebre in memoria del Capitano del Popolo apprendono della nascita del Comitato per l’inaugurazione di un monumento a Garibaldi da erigersi nell’anno venturo. Tra i sedici elementi che lo compongono, Eugenio Valzania ricopre la carica di presidente, Andrea Costa e Saladino Saladini sono membri del Comitato esecutivo, mentre Aurelio Saffi è eletto presidente onorario.

La statua è commissionata al giovane scultore cesenate Tullo Golfarelli, alla sua prima realizzazione di un monumento pubblico di tali dimensioni. L’artista, in data 28 novembre 1882, sottoscrive un contratto, in cui accetta di scolpire la statua del Generale in marmo di Carrara di prima qualità, detto Ravaccione, e di consegnarla finita nel mese di giugno 1883. L’opera avrà l’altezza di metri due e centimetri venti. Il compenso per lo scultore è pari a lire duemilacinquecento. Il 4 febbraio 1883 Golfarelli annuncia a Eugenio Valzania di aver quasi terminato il modello in creta della figura di Garibaldi e lo invita a recarsi presso il suo studio bolognese, per visionare il bozzetto. Il positivo riscontro del presidente del Comitato consente allo scultore di abbandonare la creta per passare la figura in scagliola e poi tradurla in marmo. La richiesta da parte di Golfarelli di un anticipo di lire mille, necessarie per far fronte alle spese per l’acquisto del marmo, incrina da subito i suoi rapporti con il Comitato. La cifra deve essere versata ai fornitori entro l’inizio del mese successivo, per evitare da subito uno slittamento della consegna della statua finita. Il Comitato completamente privo di disponibilità economica non può far fronte alla richiesta, mentre il Municipio, come da regolamento, può erogare la sua quota solo a lavoro compiuto. L’unica apertura giunge dalla Giunta Municipale, disposta a pagare il marmo per la statua, previa assicurazione che il lavoro sarà consegnato entro i termini prefissati. Alla data del 18 aprile 1883 il blocco di marmo per la statua non è ancora disponibile. Il 10 maggio una lettera da Carrara annuncia la sua partenza, ed elogia la qualità del marmo, già sbozzato attenendosi agli schizzi inviati dallo scultore. Golfarelli, nonostante un anticipo di lire millequattrocento e il richiamo del Comitato al rispetto dei tempi pattuiti, non onora i termini contrattuali, e rimanda la data di consegna della statua al 15 giugno 1884.

Il monumento ci offre un’immagine di Garibaldi più confidenziale e “negligé”: in piedi, appoggiato alla propria spada, l’ampia camicia, il fazzolettone, il tabarro buttato sul braccio, il pollice della mano destra infilato nella cintura, il capo leggermente reclinato. L’espressione del Generale lascia trasparire sentimenti di lirico intimismo che, in forza di un modellato regolare, morbido e compatto, sottrae la figura, non maestosa, ma quasi in stato di riposo, alla sfera della retorica celebrativa. É un eroe dal volto umano quello che Tullo Golfarelli scolpisce per Cesenatico e per la sua gente. Sul piedistallo sono riportate quattro epigrafi, una per ogni lato, composte dal patriota conte Federico Ginanni Corradini di Ravenna. Il monumento viene inaugurato il 2 agosto 1885, giorno in cui ricorre il trentaseiesimo anniversario dell’imbarco di Garibaldi a Cesenatico, in una città preparata in modo sfarzoso, dove le bandiere nazionali s’intrecciano con i verdi festoni.

Monumento a Giuseppe Garibaldi, 1884. Cesenatico, Piazza Carlo Pisacane.

Paolo Zanfini

Testo tratto da: Silvia Bartoli, Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852 - 1928), Minerva Edizioni, 2016. Fonti: BCF, Fondi Piancastelli, Golfarelli Tullo, 232, 171-173; Ibid., Valzania Eugenio, 644, 81-88; BCM, Carte Eugenio Valzania, sc. 4-5, 1882-1883. Bibliografia: Relazione sulla inaugurazione solenne del monumento a Giuseppe Garibaldi avvenuta in Cesenatico, lì 2 agosto 1885, Cesena, Tipografia di Italo Collini, 1885; Il Garibaldi di Cesenatico. Tullo Golfarelli scultore, a cura di O. PIRACCINI, Cesenatico, Comune, 1998; P. ZANFINI, Scheda n. 1, Monumento a Giuseppe Garibaldi, in Monumenti tricolori. Sculture celebrative e lapidi commemorative del Risorgimento in Emilia e Romagna, a cura di O. PIRACCINI, Bologna, Editrice Compositori, 2012. (Immagini e documenti), pp. 17-18.

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