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Giuseppe Michelini

1873 - 1951

Scheda

Giuseppe Michelini (Bologna, 1873 - ivi, 1951)  nacque a Bologna il 22 aprile 1873, figlio di Pompeo e di Giuliana Majani, che morì di parto. Apparteneva alla borghesia di origine agraria: era infatti un possidente terriero. Grazie alle sue ottime rendite economiche, poteva dedicare ampio spazio ai suoi interessi personali. In città compì gli studi classici presso il Ginnasio-Liceo “Galvani” e, successivamente, si laureò in legge. Fu socio del Club Alpino Italiano-Sezione di Bologna (della quale ricoprì la carica di presidente dal 1916 al 1925), del Circolo Fotografico Bolognese, del Touring Club Italiano, della Lega Navale Italiana - Sezione di Bologna. Iniziò ad interessarsi di fotografia nel 1890 e, a questa passione, unì quella per il cicloturismo e l’alpinismo. Nel 1907 gli venne rilasciata la patente di guida, indispensabile per usare l’automobile, altro suo grande interesse (la prima fu una Bebè Peugeot). Numerose furono le sue escursioni in tutto l’Appennino tosco-emiliano e in Val d’Aosta. Viaggiò, comunque, in tutta l’Italia (soprattutto al Nord) arrivando fino in Svizzera. Di statura, per i tempi, più alta della media (1,69), con occhi scuri e corporatura robusta, Giuseppe - chiamato da famigliari e amici Geppe -, era un giovane ben dotato di cultura, di sensibile umorismo e di curiosità.

Ines Sarti, nata nel 1883, conobbe Michelini nel 1902, nell’antico Caffè Majani di via Indipendenza: diventò sua moglie il 13 febbraio 1904. Ebbero due figli: Alessandro Pompeo (chiamato affettuosamente Sandrino) nel 1904 e Maria Giulia, detta Giulietta, nel 1909. Grazie alle ottime possibilità economiche della famiglia, i figli godettero di un alto tenore di vita. Le villeggiature estive si svolsero tra la campagna di Crevalcore, Riccione, Cattolica, Sestri Levante e Sestola fino alla Grande Guerra. Già nei primi mesi di vita, al pari di Sandrino, Giulietta fu immortalata dal padre nelle più diverse situazioni: nella residenza entro le mura cittadine e in quella del nonno al mare, in montagna, in campagna e durante le innumerevoli gite. Purtroppo, Maria Giulia morì prematuramente il 13 dicembre 1927 a causa di una disfunzione cardiaca contratta durante la nota epidemia di febbre "spagnola". La famiglia Sarti era originaria di San Gabriele di Baricella, in provincia di Bologna, e il padre di Ines risultava essere - come Pompeo Michelini, padre di Giuseppe - un facoltoso possidente terriero. Ines era la figlia maggiore dei coniugi Alessandro Sarti e Adele Peretti; vi era poi il figlio maschio, che le cronache ci tramandano con il nome di Giannino, probabilmente dal nome proprio Giovanni. Ines era nata l'11 aprile 1883; il fratello era più giovane di lei di una decina d'anni. Le prime fotografie subito dopo il fidanzamento e il matrimonio ce lo mostrano, infatti, poco più che bambino. Grazie alle ottime possibilità economiche della famiglia, anche lui godette di un alto tenore di vita. Le immagini del Fondo Michelini lo mostrano partecipe della vita famigliare almeno fino alla Grande Guerra, nella quale probabilmente si trovò coinvolto. Di lui non si sono trovate altre notizie. Giannino era sicuramente rosso di capelli come la madre e pieno di lentiggini: il classico stereotipo del bambino terribile. Lo stesso Pompeo Michelini nel suo diario del 1906 scrive più volte delle marachelle compiute dal ragazzo, loro ospite, e delle prediche che i suoi genitori spesso e volentieri dovevano fargli.

Le villeggiature estive di famiglia si svolgono tra la campagna di Crevalcore, Riccione, Cattolica, Sestri Levante e Sestola fino alla Grande Guerra. Successivamente, fino al secondo conflitto mondiale, la famiglia soggiornerà a Cortina e Courmayeur. Nei primi anni del matrimonio il nostro autore si divide tra la residenza entro le mura cittadine e quella del suocero a Villa Camaldoli (Mazzacorati), dove si dedica – tra l’altro - alla coltivazione della frutta, che userà per distillare grappe e brandy. Alla fine degli anni Trenta sposta la sua abitazione da via Mazzini (ora Strada Maggiore) a via Santo Stefano ed acquista una nuova proprietà in campagna, presso Idice (Villa Valfieri). Giuseppe Michelini muore a Bologna il 12 maggio 1951, nella sua casa di via Santo Stefano. Sei anni dopo lo seguirà sua moglie Ines. La testimonianza che Michelini ci ha lasciato con le sue foto non è solo quella dei suoi viaggi e delle documentazioni dei luoghi visitati, ma anche quella del protagonista di una storia che, essendo personale, acquista i caratteri del romanzo nel quale si riflette un’intera epoca, di un tempo irripetibile che scomparve con la Prima Guerra Mondiale. Michelini compose un racconto autobiografico per immagini. I soggetti sono quasi sempre colti in momenti di vita domestica, ma non mancano scatti durante le vacanze al mare e in montagna e a volte in posa con appositi fondali.

Riposa nel Chiostro X della Certosa di Bologna, in una semplice tomba collocata sotto il monumento ad Alfredo Testoni. Gran parte delle sue fotografie sono conservate tra i fondi fotografici della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Daniela Schiavina