Mazzetti Carlo

Mazzetti Carlo

31 Luglio 1828 - notizie 1901

Note sintetiche

Scheda

Carlo Augusto Mazzetti nacque a Bologna il 31 luglio 1828, figlio di Angelo (1796-1863), commerciante di frutta in via Nosadella, e di Margherita Draghetti (n. 1802). Quinto di sedici figli, alcuni dei quali deceduti prima di compiere un anno di vita, donò alla municipalità di Bologna oggetti raccolti e acquisiti in Egitto, anche grazie all’aiuto dei fratelli Domenico Augusto e Edoardo, nati rispettivamente nel 1830 e 1838. Il più giovane dei tre fratelli qui menzionati aveva infatti avviato nell'odierna via Caduti di Cefalonia un’attività in collaborazione con il fratello maggiore, dedita alla fabbricazione di «Materassi e Coperte imbottite Sistema Orientale confezionati con cotone in natura, del quale il medesimo si fornisce direttamente dall'Egitto e precisamente da Zagazig, ove dimora il di lui fratello Carlo (Console Italiano di detto luogo) che tiene uno Stabilimento di sgranaggio». Le parole citate sono tratte da un documento conservato presso l’Archivio Storico della Camera di Commercio di Bologna, nel fascicolo dedicato all’impresa di Edoardo Mazzetti e hanno permesso di avere i primi ragguagli sulla vicenda del fratello Carlo.

Le numerose pubblicazioni riferite alla presenza di una comunità italiana in Egitto nella seconda metà dell’Ottocento, ne fanno invece soltanto alcune sparute menzioni. La sua attività imprenditoriale non pare affatto ricordata, mentre si ritrovano brevi brani che riportano riferimenti all'incarico di Agente Consolare, senza dare riscontro riguardo al momento in cui gli fu attribuito l’incarico diplomatico, né su come si distinse nel ruolo acquisito. È grazie alle memorie di viaggio pubblicate in seguito alla missione in Egitto del 1885 dagli archeologi Ernesto Schiaparelli e Philippe Virey, che è possibile fornire notizie più precise riguardo alla cronologia degli spostamenti di Carlo Mazzetti. All’epoca, già due delle donazioni dell’imprenditore e diplomatico bolognese erano state recapitate a Bologna ed erano in parte esposte nell’allestimento del Museo Civico realizzato nel 1881.

Philippe Virey, in visita a Bubasti, antica città dell’Egitto da cui anche Mazzetti trasse reperti archeologici oggi purtroppo dispersi per donarli alle collezioni dei suoi concittadini, nel 1904 lo ricordava con queste parole: «Cet excellent homme, qui habitat l'Egypte depuis l'année 1849 et Zagazig depuis l'année 1857, n'était plus considéré comme un étranger dans le pays. Aussi, lors de la révolte d'Arabi-Pacha, bien que Zagazig fût un des lieux les plus exposés aux dangers de la guerre et aux excès des beligérants, il était resté à son poste. Il avait constaté le désordre et l'incurie de l'armée égyptienne, qui s'était laissé surprendre à Tell el-Kebir; il avait assisté à l'entrée dans Zagazig des Anglais victorieux, et il nous fit de ces événements, alors récents, le vivant récit d'un témoin oculaire». L’archeologo e viaggiatore francese nel suo ricordo fa riferimento a vicende della guerra anglo-egiziana (1882), conseguente alla ribellione condotta da Aḥmad ‘Urabi (l’Arabi Pacha di cui si legge), uno dei due conflitti di cui abbiamo testimonianza, insieme alla guerra anglo-mahdista (1881-1899), grazie alle armi inviate a Bologna da Mazzetti, che acquisì i materiali bellici dai soldati inglesi impegnati sui campi di battaglia. Ancora negli anni Venti del Novecento, gli oggetti, giunti a Bologna tra il 1884 e il 1891, erano esposti nella vetrina K del Museo Civico.

Un'altra fonte francese permette poi di ipotizzare il periodo in cui terminò l'impegno di Mazzetti a Zagazig, anche se soltanto in maniera approssimativa. Si fa riferimento a una pubblicazione periodica, l'Indicateur égyptien administratif et commercial, che nell'edizione del 1897 e in quella del 1901 riporta il nome di Carlo Mazzetti, sia nella lista degli agenti consolari italiani in Egitto, sia come négociant, commerciante, ancora con residenza a Zagazig. All’epoca, considerati i convincenti riscontri anagrafici riferiti all'anno di nascita, Mazzetti aveva oltrepassato la bella età di settant'anni. Successivamente, nell’edizione del 1904 dell’Indicateur, era riferito il nome di Carlo Bacos come agente consolare italiano a Zagazig, mentre il nome del collezionista bolognese non compariva affatto nel volume. Purtroppo non sono stati trovati documenti riguardo a un eventuale ritorno in patria di Carlo Mazzetti a conclusione della sua esperienza imprenditoriale e diplomatica, né è stato possibile consultare altre fonti in grado di dissipare i dubbi sulla sua sorte. In considerazione della cospicua comunità italiana presente nelle città principali e delle condizioni favorevoli per proseguire la sua attività commerciale e dunque la sua vita in Egitto, non è infatti escluso che Carlo Mazzetti vi sia rimasto, fors'anche in conseguenza del fallimento imprenditoriale del fratello Edoardo. L'impresa avviata a Bologna in via Caduti di Cefalonia, allora via Venezia, con la collaborazione del fratello Carlo, terminò infatti la sua attività negli ultimi dieci anni del diciannovesimo secolo. Nel 1898, un anno prima di trasferirsi a Firenze, Edoardo ne aveva denunciato infatti alla Camera di Commercio di Bologna la chiusura.

Carlo Mazzetti è stato quindi un “collezionista-corrispondente”, al pari di una congerie di altri funzionari diplomatici più o meno noti alle cronache e alla storia del collezionismo. Ha avuto modo di esserlo in un periodo in cui l'approccio all'Africa prevedeva che le narrazioni avvenissero per opera di esploratori professionisti, poiché era allora considerata una terra da conquistare e civilizzare, missione utile a dimostrare la superiorità e i meriti delle nazioni europee, viepiù nel caso di stati come l'Italia, che mirava a sedere al tavolo delle grandi potenze, vista la sua recente unificazione. Il limite della collezione Mazzetti, se esprimersi in questi termini può considerarsi appropriato, risiede forse nell'assenza di addentellati più concreti con l'Italia e l'italianità, pur tuttavia, grazie alle sue donazioni i cittadini bolognesi per più di mezzo secolo ebbero occasione di poter ammirare oggetti africani mai visti prima nelle vetrine del Museo Civico. Oggi, pochi esemplari della sua collezione sono esposti nelle sale del Museo Civico Medievale, dov’è depositata la sua collezione.

Luca Villa, settembre 2022.

Leggi tutto

Eventi

Luoghi

Multimedia
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)

Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

Bologna post unitaria
Bologna post unitaria

Quadro socio politico della Bologna post unitaria nel periodo 1859-1900. Intervista ad Alberto Preti. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Libia 1911-1912. Colonialismo e collezionismo
Libia 1911-1912. Colonialismo e collezionismo

Libia 1911-1912 | Colonialismo e collezionismo. Luca Villa.

Documenti
Libia 1911-1912 | Colonialismo e collezionismo
Tipo: PDF Dimensione: 426.86 Kb

Libia 1911-1912 - Colonialismo e collezionismo. Pieghevole della mostra presso il Museo civico del Risorgimento di Bologna, 15 ottobre | 10 dicembre 2022.