Salta al contenuto principale Skip to footer content

Giovanni Mazzacorati

12 aprile 1771 - 18 luglio 1851

Scheda

La famiglia Mazzacurati (o, con dizione posteriore, Mazzacorati) era originaria di Malalbergo, da cui già un altro ramo si era spostato a Bologna alla fine del Cinquecento, ottenendo la cittadinanza con Bartolomeo di Giovanni Andrea nel 1612 (Angelozzi, Casanova, p. 301). Bartolomeo, che ammassò ingenti ricchezze «vuolsi esercitando il mestiere di lardarolo» (Guidicini, Cose Not., IV, p. 232), abitava al numero 721 di via del Poggiale (poi via Nazario Sauro 26), in una casa da lui stesso edificata unendo tre precedenti casette. Questo primo ramo si estinse alla fine del Settecento con le tre figlie nubili di Angelo Michele (Guidicini, Cose Not., IV, pp. 231-232). Giovanni, nato a Malalbergo il 12 aprile 1771, era figlio di Agostino Mazzacurati e di Maria Calzolari, e fu «uomo che colla sua industria commerciale ed intelligenza rurale seppe formarsi una posizione brillante e doviziosa» (Guidicini, Cose Not., I, pp. 109-110). Nel 1794 sposò Orsola Vanoni, da cui ebbe sette figli (ms. B 698/2, tav. 129). Socio del Casino con i figli Filippo e Agostino (Elenco n. 467), partecipò alla pubblica amministrazione cittadina, venendo eletto “savio” per il ceto dei cittadini (Almanacco, 1830, p. 81). Il Libro dei compromessi nella rivoluzione del ’31 (p. 92) lo scheda come «maldicente», e lo dice di sentimenti del tutto simili a quelli del figlio Giuseppe, «tanto nel pensare che nel somministrare sussidi».

Nel 1836 Gregorio XVI eresse in marchesato il feudo della Massetta con le sue ville annesse di Pagno, Rivo e Casalecchio nel Montefeltro (i cui primi feudatari, i Bernardini, erano decaduti dal possesso nel 1819), e ne nominò marchese in perpetuo con i discendenti maschi Giovanni Mazzacorati, con l’obbligo di prestare omaggio alla Santa Sede tutti gli anni la vigilia della festa dei SS. Pietro e Paolo (Spreti, Enc.). Aveva acquistato da Gaetano Dalla Noce la casa già residenza senatoria dei Felicini agli antichi numeri 1239 e 1238 di via Barbaziana (ora via Cesare Battisti n. 23) (Guidicini, Cose Not., I, p. 109; Fontana, nn. 1644, 1728; G. Roversi in Cuppini, I palazzi, pp. 295-296). Morì, per apoplessia, il 18 luglio 1851 (Foglio sepolcrale C 39 n. 3808).

Silvia Benati