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Maria de’ Medici in esilio

1867 ca.

Schede

Luigi Serra (1846 - 1888), Maria de’ Medici in esilio, 1867 ca. Ubicazione: sconosciuta. Il dipinto fu presentato alla mostra della Protettrice nel 1868 e poi acquistato dalla Società stessa. Fu recensito non troppo favorevolmente (“un quadro dei maggiori di tutti, non dei migliori”) da Claudio Vicentino su “Il monitore di Bologna”. Vicentino critica la resa psicologia del personaggio: “Quel viso cadaverico, quegli occhi annebbiati e quasi uscenti dall’orbita dicono troppo, non ciò che dire dovrebbero”, cioè ciò che oggi Serra ci offre di più moderno in questo lavoro. Quanto agli aspetti tecnici, sui quali è difficile dire qualcosa, dato che l’originale è oggi non rintracciato, scrive: “Era poi desiderabile un colorito più succoso e più caldo. Un disegno più preciso”. Tali caratteristiche, successivamente, non mancheranno però in Ione. In generale, l’impegno profuso nel rendere il “Vero”, produce una scena di genere “seria”, ma non meno “ottocentesca” di quelle che potevano proporre un Orfei, o un Savini: ci troviamo in effetti davanti a un dramma di teatro borghese in costumi seicenteschi, con l’orologio a cucù sulla parete. Più strettamente Poppi sottolinea “una precisa derivazione” della Maria de’ Medici, per impaginazione, luce e atteggiamento della protagonista, al Tasso ed Eleonora d’Este, di Domenico Morelli (1823 - 1901) nelle sue due versioni del 1863 e 1864. La vita di femme forte di Maria de’ Medici (1575 - 1642), estromessa dal potere dal figlio, il giovane Luigi XIII, era d’ispirazione al giovane Serra, che, nel 1869, scrivendo da Roma a Bologna circa il suo saggio per il pensionato Angiolini proponeva “per uniformarmi al programma” altri due soggetti oltre al preferito Annibale Bentivoglio: un Milton visita Galileo e una Maria de’Medici e Richelieu.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bologna 1983b, p. 217; Giumanini 2000, 196-197, 202; Bologna 2001-2002, pp. 30, 46, 49, tav. a p. 60. Bibliografia e fonti: ASFCVBo, Cartone 69, Carteggio e Atti Amministrativi 1862-1899, filza 33-12; Vicentino 1868, I; Ojetti 1911, p. 198; Sapori 1918, tav. fuori testo; Sapori 1922, p. 4, tav. a p. 107, Bologna 1961, p. 2; Bologna 1983b, p. 66; Bologna 2003, pp. 17-18 e fig. 4; Bologna 2008-2009, p., 12.