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Ottavia Malvani

1820 - 1863

Scheda

Ottavia Malvani, cantante. Allieva della Bertinotti, "giovinetta di fiorite speranze, dotata di vaghe forme e istruita ad un metodo di canto veramente italiano, possiede un senso pel bello purissimo, e schietto, e promette di ritessere all’Italia tutte le glorie della sua Maestra. [...] Giovine e sempre encomiatissima, fornita di voce costantemente intonata ed eguale nel colore e robustezza delle varie sue corde e di tale spontaneità nei passaggi dalle corde basse alle acute da far risovvenire l’unica Malibran. […] Sul fior degli anni, nuova nella carriera (cui intende l’animo) della musica teatrale, udimmo suonar la voce di questa avvenente donzella per la prima volta nello scorso autunno nelle Sale del Casino, ma non fu essa allora accompagnata da piena orchestra; cimento cui ora per la prima volta si espose, non mostrandosi certo minore della aspettazione che sin dai primordi se ne poté concepire" (Teatri Arti e Letteratura 14 marzo 1839).

"Nacque in Torino dal dottore Malvani e da Francesca De Baydaloue. Nulla ommisero i parenti di lei, fin dalla sua più tenera età, per ornarla di tutte quelle doti che in società rendono rispettata e cara una fanciulla, una persona qualunque. Prima di affidarla alla scenica palestra, essi consultarono famosi artisti, fra i quali Donzelli; ed egli, con quella franchezza e lealtà che era tutta sua, predisse alla trepidante giovanetta il più fausto successo. Tantochè, incoraggiati i parenti di lei dalle calde asserzioni del prode tenore, volarono a Bologna e l'affidarono alle cure della benemerita Bertinotti, con la quale visse come figlia e non come scolara. La Malvani crebbe sempre più a belle speranze, e la sua egregia maestra già la vedeva col pensiero percorrere, trionfando, i principali Teatri della Penisola nostra. Cosi addivenne. Ottavia esordi al Teatro Comunale di Modena nel carnevale 1839-40, e si produsse nel Marino Faliero e nei Puritani, nelle quali Opere non è a dirsi quali e quante palme ella cogliesse, a consolazione de' suoi genitori e a piena gloria della sua institutrice. Nella successiva primavera non istette oziosa, e dovette accettare qualcuna delle tante e varie proposizioni che le si fecero, e cantò a Piacenza nella Beatrice e nel Marino Faliero. Dopo, rimasta ancora un cotal poco a Bologna a studiare con la Bertinotti, percorse di volo i Teatri di Lugo (l'autunno 1840, stagione di fiera), di Codogno (stagione di fiera pure, e in compagnia del celebre Cosselli), di Parma (il carnevale 1840-41), di Verona (la primavera seguente), di Padova (nella stagione del Santo, al Teatro Nuovo), di Torino, al Carignano (l'autunno, eseguendo la Marescialla d'Ancre del Maestro Nini, la Vestale e la Ginevra di Firenze, del Maestro Mabellini), di Trieste (il carnevale 1841-42), di Vienna, al Teatro di Porta Carinzia (la vegnente primavera), di Brescia (la stagione della fiera, di quell'anno stesso), e finalmente del San Benedetto di Venezia, ove eccitò un profluvio di applausi e di viva. In pochi anni si brillante camera! Cantò anche al Teatro Regio di Torino, e Torino appunto la rapì alle scene, poichè quivi si fe' sposa all'egregio Avvocato Luigi Ferraris, ornamento del Foro Piemontese, e oggetto di profonda estimazione per tutti coloro che hanno il bene di conoscerlo" (Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, 1860). "Fra le solerti cure di saggia e buona madre di famiglia, non ha cessato di coltivare quell' arte, che un giorno tanto nobilmente e distintamente professava. La sua voce simpatica ed educata, ed un'energica scuola, non giunta ad un delicato sentire, interprete delle ingenue e peregrine melodie di Pergolesi, delle ispirate note di Rossini e dei dignitosi canti di Raimondi, ci ha tocchi nel più profondo dell'anima, e ci ha lasciato il più vivo desiderio di udirla più frequentemente" (L'Italia musicale, 19 aprile 1851).

Bibliografia: 'Un mondo di musica: concerti alla Società del Casino nel primo Ottocento', a cura di Maria Chiara Mazzi, Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna, 2014.