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Lizzano in Belvedere, (BO)

1796 | 1918

Insediamento

Schede

Lizzano in Belvedere sorge sull'Appennino bolognese, sul confine con le province di Modena e Pistoia. Borgata di nascita relativamente recente (pare che la zona sia abitata da circa 400 anni), si separò dal comune di Gaggio diventando autonomo nel 1830 e si sviluppò in particolar modo verso la fine del XIX secolo. Sin dal principio dell'Ottocento fu centro economicamente attivo, come dimostra la presenza di ferriere: la Statistica 1887 ne rilevò 5 in attività 5 sul territorio, di cui 3 a Lizzano; la successiva Statistica 1899 ne censì 19, con 85 lavoratori adulti e 21 sotto i quindici anni. Le principali esportazioni erano quindi legate alle produzioni artigianali di questo piccolo settore industriale e comprendevano in generale utensili da lavoro e per la vita quotidiana in ferro, tanto che durante la Grande Guerra l'industria bellica trovò un modesto appoggio nelle officine locali. In campo agricolo era particolarmente diffusa la pastorizia, che riforniva i lizzanesi di lana e formaggi; si coltivavano grano, vigne, gelsi, canapa e castagne. Le generali condizioni di povertà comunque diffuse tra la popolazione indussero molti lizzanesi a cercare lavoro all'estero, soprattutto nel periodo a cavallo tra i due secoli. Molti si trasferirono, sia temporaneamente che stabilmente, in Francia, Belgio, Germania; altri tentarono la traversata dell'oceano per trasferirsi in Brasile, dove la comunità italiana era fiorente. Un rilievo degli anni '20 concluse che, su circa 4.000 abitanti, gli emigrati di Lizzano furono 313, un numero relativamente modesto se confrontato con altri comuni dei monti bolognesi come Camugnano (505 emigranti su circa 6.500 abitanti), Granaglione (547 emigranti su quasi 4.000 abitanti) e Castiglione dei Pepoli (1.279 emigranti su circa 10.000 abitanti). Nel 1905 fu completata la costruzione della strada che collegava a Porretta, all'epoca il più importante centro commerciale della zona. Nell'ultimo censimento pre-bellico del 1911 a Lizzano risultarono residenti 5.712 abitanti. Di questi, la guerra ne uccise 117.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: LIZZANO IN BELVEDERE (4522 ab.). – Il territorio di questo Comune, che occupa la estesa superficie censita di 8341 ettari, si trova nella parte sud-ovest del mandamento, sul confine della provincia di Bologna con quelle di Firenze e di Modena. Il paesaggio di questo Comune, dominato dal Corno alle Scale e dalle non lontane propaggini del Cimone, è severamente alpestre. Il Comune è frazionato in piccoli villaggi montanini sparsi per le valli e sul dorso delle circostanti montagne. – Lizzano in Belvedere – cosidetto anche per la sua posizione che domina all’intorno un ampio anfiteatro di montagne, è un discreto paese di circa 900 abitanti, a 667 metri sul livello del mare; ha qualche edifizio moderno ed una chiesa parrocchiale di buon disegno. Dista 9 chilometri circa ad ovest di Porretta. Numerosi gruppi di villaggi di modernissimo aspetto completano il nucleo di questo Comune. Nel territorio di Lizzano è compreso il Corno alle Scale (1945 m.), monte di forma bizzarra e diruta, che è la maggior vetta dell’Apennino bolognese. Il territorio di Lizzano in Belvedere non è molto fertile, produce scarsamente cereali, legumi, viti, frutta. Più abbondante nella parte alta è la produzione del castagno, delle ghiande e del legname da opera, da ardere e da carbone. L’industria, oltrechè dall’allevamento del bestiame ovino e suino, è rappresentata da una piccola ferriera con maglio, mossa da forza idraulica e in cui lavorano 11 operai nella fabbricazione di assali per carri. Vi sono inoltre una gualcheria, una tintoria e 4 fabbriche di botti. CENNO STORICO – Anche in questo Comune si hanno memorie che risalgono al periodo comunale. I Bolognesi lo tennero sempre gelosamente come uno dei punti di difesa avanzati del loro territorio. (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti)

Bibliografia: Giulio Pacchi, Memorie storiche di Lizzano, in “La Musola”, 1976 (20), pp. 128-133 e 1977 (22), pp. 114-116; Agostino Bignardi, Le ferriere di Lizzano, n “Strenna Storica Bolognese”, 1978 (28), pp. 41-48; Renato Cheli, Vidiciatico all'inizio del secolo, in “La Musola”, 1982 (31), pp. 72-83; Giovanni Carpani, L'emigrazione nelle nostre montagne, in “La Musola”, 1984 (35), pp. 62-73.