Legnani Alberto

Legnani Alberto

15 Marzo 1894 - 28 Luglio 1958

Note sintetiche

Scheda

Alberto Legnani nacque a Bologna il 15 marzo 1894, in una famiglia borghese, segnata dall'impegno civico del padre Vittorio che fu sindaco di Borgo Panigale e Cavaliere del Regno d'Italia. Allievo del Collamarini, nel 1916 si diplomò professore di disegno architettonico presso la Regia Accademia di Belle Arti: è qui che conobbe Giuseppe Vaccaro, con cui instaurò una profonda e durtura amicizia.
Partecipò alla grande guerra come addetto alla Direzione del Genio Militare.
Alla prematura morte del padre, si dovette occupare dei poderi di famiglia ed è nell'ambito di questa attività che iniziò a sperimentare le proprie attitudini di progettista: disegnò e realizzò stalle modello, case per braccianti, stabilimenti per la lavorazione delle carni, ecc., ricercando soluzioni innovative, formalmente eleganti ma sempre improntate su criteri strettamente economici.

Nel 1930 si iscrisse all’Ordine degli Architetti, pur non essendo laureato, presentando il resoconto dell’attività svolta negli anni precedenti (tra cui Villa Calabi, con Pietro Sacchetti, di cui progettò anche gli arredi, e la sistemazione urbanistica di via Cappucini, ora via Putti a Bologna). Un tratto caratteristico della personalità di Legnani è stato il radicamento nel contesto locale, bolognese ed emiliano romagnolo: a differenza di molti suoi colleghi e amici, Giuseppe Vaccaro e Melchiorre Bega tra tutti, egli non abbandonò mai la città natale in cerca di realtà meno provinciali e più interessanti, si impegnò piuttosto per inserire Bologna in un circuito di idee ed esperienze innovative.
Per Legnani, che attribuiva una grande importanza all’impegno civico, una simile ambizione non poteva che essere perseguita attraverso le istituzioni. È più che una coincidenza che nel 1930, quando divenne presidente del sindacato provinciale degli architetti fascisti, abbia anche aderito al Miar (Movimento italiano per l’architettura razionale).
Nel 1931 presentò il progetto per la scuola di avviamento agrario di Castelfranco Emilia alla II mostra di architettura razionale, allestita a Roma nella galleria di Pietro Maria Bardi. In quell'occasione conobbe l'architetto milanese Piero Bottoni, con cui avviò un sodalizio professionale, consolidato anche dalla comune frequentazione del modenese Mario Pucci. Con l’aiuto di Bottoni riuscì a portare a Bologna, unica tappa italiana oltre a Milano, la mostra sui sistemi di lottizzazione razionale promossa dal III Ciam (Congressi internazionali di architettura moderna) di Bruxelles, che si inaugurò nel gennaio del 1933, con una conferenze tenuta dallo stesso Bottoni.

Nel 1933, vinse il concorso per la sistemazione della fiera di Bologna con un progetto elaborato con Bottoni e Pucci; sempre con Pucci vinse il concorso per il Piano regolatore di Castelfranco Emilia; con Melchiorre Bega e Giorgio Ramponi partecipò alla Triennale di Milano, progettando e realizzando nei giardini dell’esposizione, una casa appenninica, curata nei minimi dettagli d’arredo; realizza la casa del fascio di Borgo Panigale, opera di fama internazionale, pubblicata su L’architecture d’Aujourd’hiu, oltre che su Domus e Architettura. Nel 1934 progetta a Bologna Casa Oliviero, lodata da Edoardo Persico sulle pagine di Casabella e vinse un concorso indetto dall’Istituto Case popolari per la definizione di progetti tipo di case per sposi novelli. Diventato segretario del Sindacato bolognese degli architetti fascisti, nel 1935 vinse, assieme a Luciano Petrucci, il concorso per la progettazione del Palazzo del Gas, ubicato all’imbocco di via Roma (oggi via Marconi), dove realizzò anche l’edificio adiacente per conto della società anonima immobiliare. Nel 1936, con Armando Sabatini, vinse il concorso per il Palazzo del Governo e la Regia Questura di Livorno. Il 1937 fu un anno d’intensa attività: oltre al concorso per la progettazione dell’imbocco di via Roma a Bologna, nel quale il gruppo formato da Nino Bertocchi, Piero Bottoni, Gian Luigi Giordani, Alberto Legnani, Mario Pucci e Giorgio Ramponi si classificò al primo posto ex aequo, partecipò, in collaborazione con Sabatini, ai concorsi per la sede degli uffici pubblici di Taranto, per edifici confinari al valico dello Spluga, per la casa del fascio di Sesto Calende (1 classificato), per il Palazzo di Giustizia di Forlì. Sempre in quell’anno realizzò la casa Dall’Olmo in piazza di Porta Castiglione, a Bologna, curandone anche l’arredamento e la sistemazione del giardino.

Nel 1938, sempre con Sabatini, partecipò al concorso per l’Africa Italiana (ora sede della FAO) a Roma, cui seguì l’incarico per il progetto definitivo, elaborato in collaborazione anche con Vittorio Cafiero, Mario Ridolfi, Giulio Rinaldi, Ettore Rossi. Lo stesso anno partecipò, con un gruppo formato da Bottoni, Giordani e Pucci, al concorso per il Piano regolatore di Bologna, classificandosi al quarto posto, e realizzò l’architettura e gli arredi di Villa Bosco a Piediluco, pubblicata su Domus. Dal 1938 al 1940 fu membro della Commissione Edilizia del Comune di Bologna. Nel 1939 progettò le case Venturi, in via Santa Chiara a Bologna, partecipò con Sabatini al concorso per la sede dell’Istituto nazionale della previdenza sociale a Roma, realizzò e arredò per la propria famiglia la casa nel castagneto, a Lizzano in Belvedere, anch’essa pubblicata su Domus, progettò, con Ciro Vicenzi, la sede della Banca Cooperativa (ora Banca Popolare) in via Venezian a Bologna. Nel 1940, nell’ambito dei lavori per la definizione del nuovo Piano regolatore di Bologna, assieme a Giordani e Pucci, elaborò un progetto per il quartiere del Pirotecnico (ora StaVeCo), fondò e divenne presidente della sezione Emilia – Romagna e Marche dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Conclusa la II guerra mondiale, nel 1946 venne incaricato dei Piani di ricostruzione di Pianoro, in collaborazione con Giuseppe Cenacchi, e di Fusignano. A Pianoro, che venne completamente ricostruita in un sito diverso dal vecchio paese distrutto durante il conflitto, realizzò, in collaborazione con Luigi Selleri, il villaggio popolare UNRRA CASAS, la chiesa parrocchiale, il palazzo comunale, la scuola elementare e il campo sportivo; a Fusignano realizzò, spesso in collaborazione con Selleri, con nuovi progetti o ricostruzioni, la Chiesa Arcipretale, il mercato coperto, la casa del Partito comunista italiano, l’ospedale di San Rocco, la scuola media, l’ampliamento del cimitero, molte abitazioni popolari e rurali e il monumento ai caduti. Fino al 1958, anno della sua scomparsa, continuò a lavorare per la sua città, realizzando: il fabbricato tramvie Bologna – Pieve di Cento in via Matteotti, il fabbricato Centralzetti in via Righi, il complesso residenziale Ina Casa di Borgo Panigale (con Guido Cavani, Gian Luigi Giordani, Alfredo Leorati, Francesco Santini, Gildo Scagliarini e Giuseppe Vaccaro), un fabbricato per abitazioni in via San Lorenzo, Palazzo Serra in via Toscana tutti gli edifici del tratto iniziale di via Marconi, di fronte al Palazzo del Gas, due ville per i fratelli Tugnoli, una in via Vallescura e l’altra a Borgo Panigale. Lavorò molto anche a Lugo, dove aveva già realizzato nel 1940 Villa Corelli e dove nel 1951 costruì Villa Lolli e Villa Barisani; a Massa Lombarda, comune per il quale elaborò nel 1955 il Piano Regolatore e realizzò la Scuola elementare e la Scuola di avviamento e tecnica agraria nel 1957.

Muore a Bologna il 28 luglio 1958. Riposa nella cripta di famiglia collocata nel Chiostro Maggiore della Certosa.

Federica Legnani

Bibliografia: "Norma e arbitrio: architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950" di G. Gresleri (a cura di), P. G. Massaretti (a cura di), Marsilio 2001

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Documenti
Via Roma, 1936-1937
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Tratto dal volume a cura di Gresleri G. e Massaretti P. G. "NORMA E ARBITRIO. ARCHITETTI E INGEGNERI A BOLOGNA 1850 - 1950", Venezia, Marsilio 2001.

Fondo Alberto Legnani
Tipo: PDF Dimensione: 98.90 Kb

Descrizione del fondo dell'architetto Alberto Legnani (1894 - 1958) donato nel 2012 al Museo del Risorgimento di Bologna.