Le armi e decorazioni di Gioacchino Murat

Le armi e decorazioni di Gioacchino Murat

1798 | 1859

Scheda

Vari ed insigni sono i ricordi dei Napoleonidi tuttora esistenti in Bologna. Della famiglia Baciocchi (cui appartennero il palazzo già Ranuzzi, ora di Giustizia, e la villa Cacciaguerra a Belpoggio fuori dall'ex porta S. Stefano nei quali rimangono intatte varie sale che furono ornate a cura del principe Felice) esistono un ritratto ad olio della principessa Napoleona nella villa Bonaparte a Mezzolara (presso Budrio) ed alcuni ritratti della medesima presso la contessa Letizia Tattini ved. Isolani, nonché i due grandiosi monumenti sepolcrali che si ammirano nella cappella Baciocchi, già Rossi Marsigli nella basilica di S. Petronio, l'uno sugli scultori fratelli Franzoni di Carrara, l'altro di Cincinnato Baruzzi. Al principe Eugenio Beauharnais appartenne il palazzo <> ora del principe Antonio d'Orleans nel quale sono vari salotti con ornamentazioni in istile dell'Impero.

Di Gioacchino Murat sono conservati gelosamente preziosi cimelj dalla degnissima nipote di lui la N. D. contessa Letizia Tattini ved. Isolani su menzionata, mentre tutti hanno ammirato lo stupendo monumento innalzato nella Certosa al Re di Napoli dalla pietà della figlia Letizia consorte del marchese Guido Taddeo Pepoli e che da essa fu affidato allo scalpello di Vincenzo Vela. E' pure noto che nel Museo civico del Risorgimento è la insigne raccolta delle armi appartenute a Gioacchino Murat, splendide per preziosità di metalli e per finezza di lavoro. Fra queste eccellono: la scimitarra diamantina ch'egli portava alla battaglia d'Aboukir, al cui valore segnatamente, come scrisse Bonaparte al Direttorio, fu dovuta la vittoria di quella giornata, nonché la spada insignita del ritratto in cammeo di Napoleone, regalatagli dal medesimo in attestato della bravura addimostrata a Marengo, in cui la cavalleria da lui comandata rese vittorioso l'esercito francese; la ricca spada ed il cinturone d'onore in oro e madreperla offerti in dono al Murat dalla città di Parigi, in benemerenza del governatorato ch'egli tenne dalla capitale l'anno 1804; finalmente il Gran Collare dell'Ordine delle Due Sicilie da lui istituito, com'ebbe ottenuta la corona del Regno di Napoli (1808) delle cui fabbriche si ammirano parecchie armi che gareggiano per l'eccellenza del lavoro con quelle delle officine francesi. Nella successione della vedova Carolina Bonaparte (contessa di Lipona) morta nel 1839, questa raccolta toccò insieme ad altri cimeli alla figlia Letizia su ricordata. Mancata essa il 19 marzo 1859, le figlie di lei: contessa Carolina Tattini, Donna Elisabetta Ruspoli e contessa Paolina Mosti (testè deceduta e madre del defunto deputato on. Ercole Mosti di Ferrara) in obbedienza alla volontà della madre loro, fecero dono della raccolta alla Città di Bologna. In una delle armi pervennero al Comune, in forza del legato della principessa Letizia, anche quaranta lettere autografe (di due in fuori) di Gioacchino Murat alla testatrice dall'aprile 1807 al 24 aprile 1814, mentre essa era ancora bambina. Due di dette lettere, l'una del 6 febbraio 1814 e l'altra del 21 aprile del detto anno, sono datate da Bologna. Questa raccolta è ora conservata nella Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, e fu già pubblicata per le stampe.

La magnifica e gloriosa collezione fu dapprima collocata nell'oploteca presso la R. Pinacoteca in Via Belle Arti. Apertosi poi nel 1882 il Museo civico nel locale attuale, la grandiosa vetrina Murat fu trasferita nella Sala XIIa dedicata alle armi. Nel 1888, essa fu trasferita nel Tempio del Risorgimento in S. Michele in Bosco, annesso all'Esposizione Emiliana. Finalmente, istituitosi nel 1893 il Museo del Risorgimento, fu data ad essa definitiva destinazione in tutto degna di Lui che bandì la prima guerra per l'Indipendenza italiana contro l'Austria. Di queste armi che si trovano rinchiuse in una grande bacheca a vetri custodita entro cassa forte smontabile, in lamina di ferro, si pubblica ora, per la prima volta, una particolareggiata descrizione che avemmo occasione di compilare or non è molto, seguendo l'ordine tenuto nell'elenco originale della consegna della suppellettile, fatta al Municipio. Questa vi è indicata brevemente col solo nome in lingua francese, come si vedrà in appresso.

Un pistolet dans son étui et ses accessoires, qui était le pistolet de tir et duel du Roi. Pistola a scaglia, lunga cm. 31, col calcio in legno lavorato, e col cane ancora montato con la scaglia. Canna ottagona, lunga cm. 24, portante l'indicazione "Boutet à Versailles", la quale si legge anche sulla cartella. Entro apposito astuccio contenente insieme vari pezzi accessori, come la bacchetta ed altro, ed inoltre: 1° n. 11 manipoli di stoppa, 2° alcuni dischi di esca; 3° n. 40 pallottole. (Astuccio di legno di noce, lungo cm. 52, largo 32, alto 10, con serratura a chiave. Sul coperchio è un cerchio di ottone, e, nel mezzo, un disco con entro la scritta: "Manufacture d'Armes à Versailles". All'interno, fodera di panno verde erba, e, nel fondo, varie impostature per la pistola e suoi accessori). Un paire des Pistolels de la fabrique de Naples à la façon turque. Un paio di pistole di foggia turca, in legno intagliato, con fregi d'argento, lunghe cm. 44. Sulla canna, lunga cm. 26, è un trofeo d'armi, strumenti musicali e fogliame in oro, e l'indicazione: "Manifattura Reale di Napoli". Il cane è ancora montato con la scaglia. Bacchetta di bossolo; calcio ricoperto di argento.

Sabre. Sciabola giapponese usata dai "Samurai". A due mani, con lama lunga cm. 74. Impugnatura di pelle di serpente ravvolta entro treccie di seta nera a spina; guardia in metallo bianco a forma di piatto; fodero di pelle di serpente. Damas turc que portait le Roi à la bataille d'Aboukir. Scimitarra – Lama lunga cm. 82 con sopra riportate in bronzo, iscrizioni in caratteri arabi, e con punta bitagliente. Elsa a croce, con manico d'osso; guardia d'acciaio, con fregi; dragona di lana rossa reggente un'oliva di crine. Fodero di cuoio, con ghiera, puntale e fascette in metallo dorato. Sabre à manche d'ivoire et chaine d'or. Sciabola – Lama lunga cm. 87, damaschinata, nella parte superiore, di fregi d'oro che da un lato sono: un trofeo di armi colla bilancia della Giustizia, urna antica, due cornucopie, serpi e mappamondo; dall'altro: cannocchiale, compassi, un volume, una lira, due cornucopie, serpi e mappamondo. L'elsa ha il pomolo di metallo dorato, rappresentante una testa di leone, e il manico d'avorio con fili d'oro. La guardia è costituita da un'asta ricurva di smalto azzurro, coi pomoli in metallo dorato effigianti: l'uno una testa di animale fantastico, l'altro quella di un molosso; con appesa una catenella d'oro che fa capo al pomo dell'elsa. Da ambo i lati della guardia: una testa di Medusa, in rilievo, inscritta in uno scudetto a losanga. Fodero di pelle nera con costura dorata nel mezzo; rifasci e puntale di metallo dorato, con fregi. Carabine persane. Carabina persiana – Lunga cm. 89, con cassa avente fregi e guernimenti in osso e madreperla. Canna ottagona con fregi in oro, lunga cm. 58. Bacchetta di legno ricoperta, in alto, di metallo bianco, e spezzata. Cane ancora montato colla scaglia. Calcio in osso. Tre fascette in argento.

Un paire des fusils à deux coups, de Versailles. Un paio di fucili a due canne lunghe cm. 79, con fregi d'oro sulla bocca, sulla mira e sulla culatta. Cassa di legno con intagli e con guernimenti in argento; cuscinetto di pelle rossa sul dorso, e, sotto il cuscinetto, figura in argento di un nano; più in alto, dove entra la bacchetta, l'aquila imperiale con le ali spiegate, anch'essa in argento. La bacchetta è di legno, con pomolo e rifasci in argento. I cani sono ancora montati con la scaglia. Sulla cartella è la scritta:"Manufacture à Versailles". Il calcio è ricoperto in argento. Lunghezza di ciascun fucile: m. 1,18. Ceinturon brodé en or. Cintura della uniforme di marina – Fascia di stoffa d'oro lunga m. 1,03, alta 0,09 ½, munita di fibbia metallica a catenaccio, e di ganci per sostenere la sciabola. Il fregio di questa cintura è tutto un ricamo a mano ed è costituito da vari serti separati fra di loro da altrettante ancore. 1° serto: fascio di fulmini; 2°: croce di Malta; 3° àncora a quattro punte; 5°: due cornucopie; 6°: delfino; 7°: aquila imperiale coronata; 8°: corona reale; 9°: aquila coronata; 10°: delfino; 11°: due cornucopie; 12°: àncora con quattro punte; 13°: Trinacria; 14°: fascio di fulmini, (non compiuto). - Bordi a fogliame; fodera di seta gialla. Grand Collier en or et émail de l'Ordre des Deux Siciles fondé par le Roi, représentant les quinze Provinces du Royaume de Naples. Gran collare dell'Ordine delle Due Sicile – E' costituito da n. 15 medaglioni in oro e smalto, cinti da un serto di foglie di alloro pure in ismalto e collegati fra loro da due sirene in oro tenentisi per mano e portanti ciascuna il singolo stemma delle varie provincie del regno delle Due Sicilie. Primo (a destra) la Trinacria; ultimo il Cavallo sfrenato, arme di Napoli. Il medaglione centrale, posto fra questi due, porta in rilievo in ismalto azzurro la testa in oro del re volta a sinistra. Al disotto: stella a cinque punte di color rosso vinato, alla quale è sovrapposta la Trinacria in argento, entro un ovale di smalto azzurro retto dall'aquila imperiale coronata. (Entro appostito astuccio di cartone ricoperto di pelle rossa, di forma ovale, che contiene pure il Gran cordone dell'Ordone della Corona ferrea, appartenuto al Murat). - Sull'astuccio entro disco con bordo in oro, sono, pure in oro, le iniziali J. N. sormontate dalla corona reale, e al disotto, entro un ovale col medesimo bordo: "N. I". Nell'interno, il fondo è di velluto bianco, il coperchio di seta bianca e leggermente imbottito.

Gran Cordon et Croix de Commandeur de l'Ordre de Fer. Gran cordone dell'Ordine della Corona Ferrea del Regno d'Italia, - La corona è di gigli d'oro e perle e sul bordo ha la scritta: "Dio me la diede – guai a chi la tocca". Nel mezzo ha un medaglione con la testa di Napoleone I incoronata e volta a sinistra. Ha dieci punte in ismalto azzurra listate d'oro tutto attorno. E' retta da un'aquila imperiale in oro collegata ad un anello, pure in oro, che fa capo al nastro. Questo è di seta amoire color arancio pallido, con bordi verdi. Les Epaulettes et Aiguilletes que le Roi portait dans la campagne de Russie. Spalline – Fatte di tortiglione d'argento, con piatto pure in argento. (Una d'esse è annerita da un colpo d'arma da fuoco). Cordelline – Di tessuto d'argento, lunghe cm. 90. Esse sono composte di due treccie e di due cordoni. Le treccie terminano composte di due treccie e di due cordoni. Le treccie terminano con punta in metallo argentato formata dalla corona reale con rifascio di aquile e rifascio di caducei. Il tutto è riunito in un gruppo di stoffa rossa da appuntarsi alla spalla. (A capo d'una delle treccie è ancora visibile l'annerimento prodotto da un colpo di arma da fuoco). Couteaeu de chasse que portait le Roi à toutes le chasses. Coltello da caccia – Lama bitagliente lunga cm. 48, con qualche fregio nella parte superiore. Manico d'ebano; pomolo e guardia di metallo. Il pomolo rappresenta una testa di leone. La guardia, a croce, termina con testa di levriero da una parte, con testa di cavallo dall'altra, e nel mezzo, da ambedue i lati, ha un medaglione con entro la lettera maiuscola G. caricata della corona reale entro serto di quercia. Fodero di legno ricoperto di velluto color rosa pallido con costa dorata nel mezzo, puntale con qualche fregio e rifascio lavorato in oro, e ghiera, pure in oro, recante fregi di foglie di quercia e munita di gancio. Glaive à poignée d'argent. Spada – Lama lunga cm. 70, conservante qualche traccia di fregi. Impugnatura a croce, in argento lavorato. Il pomolo ha dai due lati l'aquila imperiale; la guardia porta in rilievo un busto di imperatore romano. Fodero di legno bianco, con ghiera e puntale in argento lavorato. Glaive en or avec la Camée de l'Empereur Napoléon. Spada donata a re Gioacchino da Napoleone I – Lama lunga cm. 74, con fregi in oro nella parte superiore, e cioè da un lato: trofeo e scudetto colle iniziali J. N. sormontato da una corona reale; dall'altro: un serto con le stesse iniziali. Impugnatura in oro, a forma di croce. Il pomolo ha, nella parte superiore, l'arme del Regno delle Due Sicilie incavata quale sigillo; da un lato la Trinacria e dall'altro il Cavallo sfrenato. Sul manico, da un lato è una figura simbolica rappresentante la Francia reggente l'asta e lo scudo, con sovrapposta l'aquila napoleonica; dall'altro una testa di Minerva, l'aquila imperiale coronata e con le ali spiegate sopra un serto di alloro e, al disotto, altra aquila. Sulla guardia, che termina con due teste di leone, un cammeo (mm. 34 x 45) effigiante la testa di Napoleone I in costume d'imperatore romano.

Un Glaive et Ceinturon en or et noir donné au Roi par la Ville de Paris. Spada – Lama d'acciaio lunga cm. 69, con fregi in oro nella parte superiore, e cioè: dall'uno dei lati lo stemma di Murat su trofeo d'armi e bandiere inscritto entro padiglione sormontato dalla corona ducale e questa da un cimiero coll'impresa "Spero" e, al disotto del padiglione, la gran croce della Legion d'onore, un'àncora, e la scritta: "Manufacture Imperiale à Versailles"; dall'altro: "AS. A. I. Le Prince Murat, grand ammirail de l'Empire, governeur de Paris – La Ville de Paris". - Impugnatura a croce, con manico di smalto azzurro su cui sono sparse piccole api in oro (delle quali alcune mancano) e congiungentesi alla guardia per un rifascio in oro avente otto stelle ed un festone di foglie d'alloro, ed al pomolo per un altro rifascio, pure in oro, avente otto stelle a sei punte. Il pomolo ha, nella parte superiore, lo stemma di Murat entro padiglione sormontato dalla corona ducale, incavato a forma di sigillo e, tutt'attorno, l'aquila imperiale coronata, il Cavallo sfrenato, la Trinacria e due cornucopie. La guardia, a forma di rostro, ha da un lato una testa d'aquila e tre spade romane a destra, una testa di leone e tre spade romane a sinistra, dall'altro le teste e spade anzidette in mezzo alle quali stanno due figure assise che reggono un ovolo in cui è inscritta su smalto azzurro la corona ducale. Sotto è un rifascio in oro con la Gran Croce della Legion d'Onore e due stelle a sei punte ai lati. - Fodero in madreperla, con sovrapposto lavoro di fregi e medaglioni in oro e smalto. Da un lato: 1° due Genj abbracciati, cornucopie, Pegaso e due serpi in oro, ed un ovale di smalto rappresentante una nave da guerra, e, al disotto, un rifascio in oro con tre stelle a sei punte; 2° la Gran Croce della Legion d'Onore e rifascio come sopra; 3° trofeo formato da due bastoni da maresciallo e scudetto con l'aquila imperiale, la croce della Legion d'Onore e un'àncora (in ismalto azzurro ed oro), rifascio come sopra; 4° gruppo di due figure simboliche (in oro su smalto azzurro), e rifascio come sopra; 5° grande trofeo col tridente, i serpi, il cigno, una galera romana e la vittoria reggente due corone d'alloro e rifascio come sopra; 6° testa di Mercurio e Pegaso, e rifascio come sopra; 7° trofeo formato da un remo, due cornucopie, un'àncora, una pigna ed una borda da danaro, e rifascio come sopra; 8° testa di leone in oro su disco di smalto azzurro incorniciato da un festone di foglie di lauro, pure in oro, e rifascio come sopra; 9° trofeo di armi con un Genio e l'aquila imperiale, e rifascio come sopra; 10° come al n. 8°; 11° puntale che è formato da due delfini ed un tridente in oro. Dall'altro lato, una molla, dieci rifasci a tre stelle, un ovolo d'oro nel mezzo, e puntale liscio. (Spada e fodero insieme alla cintura, di cui appresso, sono contenuti in apposito astuccio di legno coperto di pelle rossa con bordi dorati. Esso porta la marca: "Manufacture Imperiale d'Armes – Versailles – Entreprise Boutet". Serratura a chiave. All'interno è imbottito e foderato di velluto color verde bottiglia. E' lungo m. 0,93 – largo 9,31 – alto 0,08). Cintura – In madreperla, coll'interno foderato di velluto bianco e leggermente imbottito; munita di fibbia con quattro denti; lunga cm. 86, larga cm. 12. All'esterno ha pregevole lavoro di gregi e medaglioni in oro e smalto, come alla seguente descrizione. Incominciando a destra: 1° uno scudetto portante un delfino e un tridente (tutto oro); 2° un ovolo di smalto azzurro, incorniciato da un serto di alloro fra due fasci di fulmini, e portante una testa d'aquila volta a destra (tutto oro); 3° medaglione portante su fondo di smalto azzurro una figura simbolica di donna seduta ed appoggiata ad uno scudo con sopra una nave reggente con la mano destra la vittoria e con la sinistra una cornucopia, e attorno a ciò: il caduceo, l'aquila e l'aratro (il tutto in oro); 4° un ovolo in tutto come al n. 2°, senonché la testa d'aquila è piegata a sinistra; 5° uno scudetto come al n. 1°; 6° un ovolo in ismalto azzurro, portante una galera romana incorniciata da un serto di alloro posto fra un cigno e due serpi (tutto oro); 7° uno scudetto con sovrapposto trofeo formato da due bastoni da maresciallo, dalla Gran Croce della Legion d'Onore e da due àncore (oro e smalto); 8° un ovolo come ai nn. 2° e 4°, senonché, invece di testa d'aquila, porta una testa di leone volta a destra; 9° uno scudetto portante l'aquila imperiale coronata che tiene fra gli artigli il fascio dei fulmini; sotto la Gran Croce della Legion d'Onore; 10° un ovolo come al n. 8°, senonché la testa di leone è volta a sinistra; 11° uno scudetto come al n- 7°; 12° un ovolo come al n° 6; 13° uno scudetto come ai numeri 1° e 5°; 14° un ovolo come al n. 2°; 15° un medaglione portante la Vittoria che, seduta su di un rostro, regge uno scudo sul quale, entro serto di alloro, è segnata l'iniziale maiuscola M; 16° un ovolo come al n. 4°; 17° uno scudetto come al n. 1°; 18° un ovolo come al n. 6°; 19° uno scudetto come al n. 7°; 20° un ovolo come al n. 8°; 21° uno scudetto come al n. 9°. Il tutto per l'intera lunghezza della cintura, al disopra e al disotto, è incorniciato da bordi dorati con fregi vari.

Due medaglioni in argento, già spettanti alla Raccolta Salina. Medaglia d'argento (mm. 60). - Nel diritto: il busto di re Gioacchino in uniforme, con la testa scoperta volta a sinistra, e nell'esergo: "Gioacchino Napoleone Re delle Due Sicilie", e sotto: "Jaley fecit Anno MDCCCXI". - Nel rovescio: la veduta dell'Osservatorio astronomico di Napoli; al disotto dell'edificio: "Napoli 1812", e nell'esergo: "Reale Osservatorio Giovachino". Medaglia d'argento (mm. 60) – Nel diritto: il busto del re Gioacchino in uniforme, con la testa scoperta volta a sinistra, e nell'esergo: "Gioacchino Napoleone Re delle Due Sicilie"; sotto: "Jaley fecit Anno MDCCCXI". Nel rovescio: la veduta della presa dell'isola di Capri, e nell'esergo: "Avvenimento al Regno. Presa di Capri. 1808". (Ambedue queste medaglie provengono dal Medagliere Salina e qui furono collocate opportunamente come nella sede più acconcia).

In seguito ad opportune disposizioni dell'autorità municipale, in considerazione delle presenti circostanze, la vetrina Murat non è ora alla vista del pubblico, ma al ritorno della situazione normale essa diverrà nuovamente oggetto di vivissima ammirazione da parte dei visitatori del Museo del quale forma il più prezioso cimelio così pel sommo pregio storico come per l'intrinseco valore.

Fulvio Cantoni

Testo tratto da 'Le armi e decorazioni di GIOACCHINO MURAT nel Museo Civico del Risorgimento di Bologna', in 'La vita cittadina', marzo- aprile 1917.

Leggi tutto

Opere

Persone

Altro

Luoghi

Eventi

Multimedia
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)

Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

Bologna nei primi anni di governo Napoleonico
Bologna nei primi anni di governo Napoleonico

1796 | 1802 - Bologna nei primi anni di governo Napoleonico. Intervista ad Otello Sangiorgi e Angelo Varni. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

www.vedio.bo.it#sthash.V0NR1vdM.dpuf
Ragioni delle insorgenze antinapoleoniche
Ragioni delle insorgenze antinapoleoniche

Le ragioni delle insorgenze antinapoleoniche nel Bolognese. Intervista ad Otello Sangiorgi e Angelo Varni. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Vincenzo Vela - Monumento Murat
Vincenzo Vela - Monumento Murat

Vincenzo Vela, Monumento Murat, 1865. Certosa di Bologna, sala del Colombario.

Documenti
Museo civico del Risorgimento (Il)
Tipo: PDF Dimensione: 4.86 Mb

Fulvio Cantoni; Il Museo civico del Risorgimento dal 1904 a tutto il 1914, relazione del direttore Fulvio Cantoni al sig. assessore per la Pubblica Istruzione; Bologna, Cooperativa Tipografica Mareggiani, 1916. © Museo Risorgimento Bologna.

Tracce di Francia
Tipo: PDF Dimensione: 885.96 Kb

I legami tra la Francia e Bologna sono molteplici e diverse sono le tracce rimaste in città.

Apri mappa