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La Certosa diventa Camposanto

1816

Schede

A Seguito del riordinamento geo-politico del 1816 la Città di Bologna torna sotto il governo dello Stato Pontificio, del regnante Pio VII. Il 1° ottobre del 1816 si insedia il nuovo Consiglio Comunale, con circolare del Delegato Apostolico del 25 settembre 1816. In questa occasione la Segreteria di Stato pone i cimiteri sotto la dipendenza dei Vescovi.

Tra il Comune di Bologna e la Segreteria di Stato, nella persona del Delegato Pontificio, si apre una controversia relativa alla concessione di aree per la sepoltura che la Chiesa vuole gratuite e il Comune di Bologna invece no. Tale discussione troverà il suo punto d’equilibrio nella convenzione che verrà stipulata tra le parti nel 1821: verranno poste a pagamento le aree monumentali, mentre gratuite le inumazioni dei miserevoli. Lo Stabilimento Cimitero diviene da questo momento luogo esclusivo di sepoltura dei cattolici apostolici romani. Contemporaneamente vengono acquistati terreni esterni alle mura della Certosa, ma confinanti con la stessa, destinati ai defunti di altre confessioni, (acattolici, ebrei) tra di loro separati. I Greci non uniti (ortodossi) avranno invece area separata all’interno della Certosa.

Tra le novità introdotte tra il 1816 e il 1821 vi è l’istituzione di camere mortuarie presso le parrocchie e gli ospedali. Ferma restando la denuncia di morte da presentare ai pubblici uffici del Cimitero, la persona deceduta presso un domicilio privato, dopo essere stata decentemente composta, viene trasferita presso la camera mortuaria parrocchiale. Qui segue il rito religioso. Il trasporto avviene con cassa, singolarmente, su un carro chiuso sormontato da croce, preceduto da croce astile e da ceri (due o quattro). Si raggiunge la camera mortuaria di San Rocco per l’identificazione della salma a cui verrà posta la medaglia con il numero della posizione all’interno del cimitero. Diverso trattamento si riserva ai non cattolici i quali saranno portati alla camera mortuaria di San Rocco con carro privo di simboli religiosi e ceri. Il trasporto dei cattolici avverrà dopo le ore venti, per tutti gli altri dopo le ore ventidue, compresi i cadaveri provenienti dagli ospedali. Le inumazioni sono singole con o senza cassa. Su ogni fossa è posta una croce in piombo. La sepoltura ora può avvenire trascorse trenta ore dal decesso e devono obbligatoriamente essere manifesti i segni della decomposizione. Per quanto riguarda le lapidi con monumento è obbligatoria l’iscrizione in latino, ancora nel 1821 l’Assunteria del Cimitero dichiara di non avere ottemperato a tale vigilanza e si impegna a farlo in futuro. Nel 1821 il Comune aliena il piccolo Cimitero dei nati morti (presso Porta Saragozza) e da questo momento saranno sepolti alla Certosa.

Restano confermate le date di apertura al pubblico dello stabilimento la domenica successiva al 2 novembre con proroga a quella seguente e della domenica in Albis, viene confermata la data del 30 settembre in onore di San Girolamo, anche se quest’ultima non trova riscontro negli avvisi destinati ai cittadini. Durante l’apertura al pubblico verranno chiuse le strade limitrofe al traffico a cavallo e si potrà procedere solo a piedi. L’accesso al cimitero è disciplinato dal regolamento e i visitatori dovranno depositare al portinaio bastoni e ombrelli, potranno portare corone di fiori e ricordi che dovranno essere rimossi quindici giorni dopo. In Seguito alle richieste degli Accademici bolognesi di avere a disposizione una camera per approfondire lo studio delle cause di morte, il Cardinale Legato nel 1838 concede al Senato di Bologna la costituzione di camera delle dissezioni dei cadaveri presso il Cimitero Comunale, il Senato indice l’avviso d’appalto e tale luogo sarà costruito alla sinistra di chi guarda della Galleria degli Angeli.

William Baietti