Isolani Marc'Antonio Alamanno

Isolani Marc'Antonio Alamanno

8 settembre 1746 - 19 giugno 1828

Note sintetiche

Occupazione: Possidente/Proprietario

Scheda

Battezzato con i nomi di Marc’Antonio Alamanno Domenico Petronio Francesco Maria Melchiorre l’8 settembre 1746, era figlio del conte e senatore Giacomo Isolani Lùpari e della contessa Margherita Baiardi di Parma (Carrati, Battesimi, B876 c. 164). Il padre era ambasciatore di Bologna a Roma, e là Marc’Antonio Alamanno studiò, allievo dei Gesuiti, dedicandosi agli studi legali e avviandosi alla carriera ecclesiastica. La morte dell’unico fratello lo distolse dai primi propositi, avviandolo agli studi matematici, fisici e astronomici, e destinandolo ad essere il capofamiglia. Quanto lasciasse ben sperare in tale ruolo fu chiaro quando, alla morte del padre, nel 1766, ottenne dal Pontefice la “venia d’età” per potersi dedicare agli affari di famiglia, e si trovò a doversi impegnare a riordinare e ricomporre un patrimonio che i doveri dell’Ambasceria a Roma avevano ampiamente dissestato.

Prese possesso del seggio senatorio degli Isolani il 21 marzo 1767, e fu gonfaloniere il primo bimestre 1769, il terzo 1776, il secondo 1780, il terzo 1782, il terzo 1788 e il terzo 1794. Ebbe l’incarico, nel 1791, di verificatore dei confini della Legazione, e fece parte delle Assunterie di Camera e di Studio. La fine del Senato, l’1 giugno 1797, non segnò la fine della sua vita pubblica, anzi: Alamanno Isolani fu tra i nobili che riuscirono a restare protagonisti anche con l’arrivo dei Francesi. Fu deputato ad entrambi i Congressi cispadani, nel secondo dei quali fece parte del Comitato di finanza e di verificazione; proclamata la Cispadana, fu presidente del Consiglio dei Trenta e fece parte del Comitato centrale della stessa, che traghettò la Cispadana a fondersi con la Cisalpina. In questa non ebbe funzioni ufficiali, ma la sua credibilità non venne meno, e il “Quotidiano Bolognese”, presentandolo come uno “che si è sempre mostrato amico della patria”, poté raccontare con compiacimento l’episodio del battesimo di uno dei suoi figli, quando, in San Pietro, “giunto al sacro fonte cercò il padrino tra la folla di que’ miserabili pezzenti che ivi stanno ad eccitare la commiserazione dei fedeli, dopo averlo teneramente abbracciato e ringraziato li pose nelle mani una carta con alcune monete” (“Il Quotidiano Bolognese”, 2 aprile 1798; la bambina era Anna Maria, nata il 30 marzo, che morì pochi mesi dopo questo battesimo democratico). E lo stesso “Quotidiano” pubblicò qualche giorno dopo il suo nome fra quelli che avevano aderito alla colletta indetta da Pietro Gavasetti a favore delle sorelle Brigida e Barbara Zamboni, rispettivamente madre e zia “di uno de’ martiri della libertà, dell’Eroe Luigi Zamboni” (14 aprile). All’arrivo degli Austro-russi fu chiamato dal commissario imperiale dottor Giuseppe Pellegrini a far parte della Reggenza, il cui comando era affidato a Francesco Ghisilieri; ma ne chiese subito le dimissioni, soltanto accettando l’incarico di delegato della Deputazione Acque e Strade. Ritornati i Francesi, dovette con altri subire alcuni giorni di arresto, per servire da ostaggio nel caso di paventato contrattacco austriaco.

Nei comizi di Lione, a cui pure non intervenne, fu nominato elettore del Collegio dei Possidenti e membro del Consiglio legislativo. Nominato consigliere di Prefettura, incappò nei disordini che turbarono Bologna nel 1802: minacciato e “oltremodo ingiuriato” (così racconta de’ Buoi, che lo qualifica “Uomo probissimo, e vero Padre della Patria”), fu indotto a dare le dimissioni, restringendosi a dare il proprio apporto a magistrature tecniche, come quella, d’importanza economica strategica, per le materie d’acque e strade e per l’ufficio del canale di Reno. Nel 1805, in occasione della venuta a Bologna di Napoleone imperatore e re d’Italia, si adoperò intensamente per la promulgazione di due importanti decreti: quello che riguardava l’immissione del Reno in Po e quello che dichiarava nazionale il debito contratto dalle Commissioni pontificie d’Acque. Fu prefetto di Bologna nel 1814, nominato da Gioacchino Murat unito ai coalizzati, ma rimase nell’ombra l’anno dopo, quando Murat tornò, di nuovo a fianco di Napoleone, per il “breve delirio” (come ebbe a scrivere il “Giornale del Dipartimento del Reno” all’indomani della partenza delle truppe napoletane da Bologna) che fece risuonare per la prima volta gli appelli all’unità d’Italia. Nonostante tutto ciò, e nonostante che si dovesse riconoscere che “non è mai stato portato per il governo papalino” (Malvezzi, La restaurazione, p.166), la solidità della sua reputazione e del suo patrimonio fu confermata anche al ritorno del potere pontificio, quando venne chiamato a far parte della Commissione governativa. Instaurato definitivamente il Governo Pontificio, continuò a collaborare alla cosa pubblica nella Commissione per le derivazioni d’acque e risaie e per le fabbriche dell’Università, e fu Savio comunale fino al 1826, quando chiese e ottenne la dimissione per motivi di salute (Tognetti, Biografia; Casini, I deputati, pp. 181-182; Giacomelli, Famiglie, p. 94). Amico dei maggiori ingegni dell’epoca (Giambattista Guglielmini, Sebastiano Canterzani, Luigi Palcani, Gregorio Casali, Petronio Matteucci), con i quali intrattenne dotti rapporti epistolari, fu (secondo il giudizio riportato dal Guidicini, I Riformatori, volume II, pag. 163) “uomo istruito, massime nelle matematiche, molto da lui coltivate – e pratico degli affari pubblici”. Sposò, il 9 novembre 1777 nella chiesa di San Giovanni in Monte, la marchesa Eleonora figlia di Benedetto Ratta Garganelli (Carrati, Matrimoni, B 903 c. 149), da cui ebbe, fra il gennaio 1779 e il novembre 1801, numerosa figliolanza. Morì il 19 giugno 1828, alle otto di sera, per “umori al petto” (foglio sepolcrale C 23 n. 2296), nella casa di famiglia in piazza Santo Stefano sotto San Giovanni in Monte.

Silvia Benati

Bibliografia: Archivio Storico Comunale di Bologna, Fogli sepolcrali, Anno 1828 Baldassarre Carrati, Battesimi, B 876 c. 164, manoscritto presso la Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna Baldassarre Carrati, Matrimoni, B 903 c. 149, manoscritto presso la Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna Genealogie delle Famiglie Nobili viventi quest’Anno 1778, e Genealogie delle Famiglie Nobili moderne viventi quest’Anno 1844, B 698/2, tavola 65, manoscritto presso la Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna Giuseppe Guidicini, I Riformatori dello Stato di Libertà della città di Bologna dal 1394 al 1797, Bologna, Regia Tipografia, 1876-1877, volume II, p. 163 Giuseppe Guidicini, Diario dall’anno 1796 al 1818, Bologna, Società tip. Già Compositori, 1886-1887, volume II, pp. 52, 55, 56, 57; III, pp. 87, 160; IV, p. 18 Tommaso de’ Buoi, Diario delle cose principali accadute nella Città di Bologna dall’Anno 1796 fino all’Anno 1821, a cura di S. Benati, M. Gavelli, F. Tarozzi, Bologna, Bononia university press, 2005, pp. 107, 108, 137, 138, 160, 256, 262, 273 Francesco Tognetti, Biografie, manoscritto presso la Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna, fondo Tognetti, cart. V n. 7 Tommaso Casini, I deputati al Congresso Cispadano (1796-1797), in «Rivista del Risorgimento italiano», Bologna, anno II-1897, pp. 181-182 Alfeo Giacomelli, Famiglie nobiliari e potere nella Bologna settecentesca, in I «Giacobini» nelle Legazioni. Gli anni napoleonici a Bologna e Ravenna, a cura di Angelo Varni, Atti dei convegni di studi svoltisi a Bologna il 13-14-15 novembre 1996, a Ravenna il 21-22 novembre 1996, Tomo I, p. 94 Aldobrandino Malvezzi, La Restaurazione pontificia a Bologna nel 1815. Nuovi documenti, in «L’Archiginnasio», XXXVI-1941, p.166

Leggi tutto

Opere

Eventi

Luoghi

Persone

Multimedia
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)
Documentario | Bologna nel Lungo Ottocento (1794 - 1914)

Documentario - Bologna nel lungo Ottocento (1794 - 1914), 2008. La città felsinea dall'età napoleonica allo scoppio della Grande Guerra.

Ragioni delle insorgenze antinapoleoniche
Ragioni delle insorgenze antinapoleoniche

Le ragioni delle insorgenze antinapoleoniche nel Bolognese. Intervista ad Otello Sangiorgi e Angelo Varni. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

Bologna nei primi anni di governo Napoleonico
Bologna nei primi anni di governo Napoleonico

1796 | 1802 - Bologna nei primi anni di governo Napoleonico. Intervista ad Otello Sangiorgi e Angelo Varni. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

www.vedio.bo.it#sthash.V0NR1vdM.dpuf
Bologna nella Restaurazione
Bologna nella Restaurazione

Bologna nella Restaurazione, 1814 | 1873. Intervista ad Otello Sangiorgi. A cura del Comitato di Bologna dell'istituto per la storia del Risorgimento italiano. Con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. www.vedio.bo.it

www.vedio.bo.it#sthash.V0NR1vdM.dpuf
Documenti
Elogio di Luigi Salina
Tipo: PDF Dimensione: 3.25 Mb

Lisi Francesco, Elogio del conte cavaliere avvocato Luigi Salina letta nella Società Agraria in Bologna l'11 Febbraro 1850, Tipografia Sassi nelle Spaderie, Bologna, 1850.