Il Premio Baruzzi

Il Premio Baruzzi

1879 | 1934

Scheda

Nel gennaio 1878 Cincinnato Baruzzi muore nella sua villa, lo ricorderà sui giornali del giorno successivo un breve necrologio. Si riparlerà di lui all’apertura del testamento che lascia l’intera eredità al Comune di Bologna, limitando ad un piccolo legato una tantum, non molto diverso da quelli per i servitori di casa, la parte del nipote Corrado, figlio del fratello Tito. Di Corrado, Baruzzi si era preso cura dal momento della morte del fratello, avvenuta a Firenze nel 1854. Lo fa studiare in collegio, ne riceve le lettere assennate e i rapporti di chi ne segue i progressi da parte della direzione. È una decisione che genera stupore. Corrado risiede con la sua piccola famiglia nella villa, fino a quando non sarà venduta dal Comune, assieme agli altri beni dello scultore, per creare il premio per giovani artisti da lui voluto: il premio Baruzzi. Il nome di Cincinnato Baruzzi si perpetua nel premio da lui voluto seguendo l’esempio del maestro Canova. Un premio d’incoraggiamento per giovani artisti che sarà mantenuto vivo fino al 1934. Ogni anno, in alternanza, un pittore, uno scultore ed un musicista saranno premiati per un’opera di cui avranno presentato il bozzetto. Il vincitore potrà realizzarla in grande, o tradurla in marmo, o mettere in scena un’opera lirica nuova al Teatro Comunale di Bologna con il sostegno del premio. Un premio d’importanza nazionale, destinato ad aprire la strada del successo ai giovani artisti vincitori e a costituire una galleria di dipinti e sculture di grande bellezza ancora oggi di proprietà del Comune di Bologna di cui fanno parte, per citarne solo alcuni, L’Anguilla di Giorgio Kienerk e Auxilium ex Alto di Alfredo Savini (Bologna, Collezioni Comunali d’Arte, S 52 e P 372). Sempre alle Collezioni Comunali sono esposte la maggior parte delle sculture e dei dipinti che appartenevano alla collezione privata di Baruzzi e ne arredavano la villa, un insieme piccolo ma raffinato, all’interno del quale spicca l’Apollino di Antonio Canova, acquistato dallo scultore all’estero, sul mercato antiquario, e ricondotto in Italia. (Antonella Mampieri, in 'Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878)', Bononia University Press, 2014).

Il prof. Cincinnato Baruzzi con testamento olografo del 5 aprile 1873, pubblicato a rogito del notaio Pallotti nel gennaio 1878, legò la sua sostanza al Comune di Bologna affinchè erigesse una istituzione autonoma per incoraggiare, con premi, nella carriera delle belle arti giovani di ristretta fortuna. Il Municipio di Bologna con R. Decreto 5 giugno 1879 fu autorizzato ad accettare le disposizioni testamentarie del prof. Baruzzi e così nacque la Istituzione Cincinnato Baruzzi in Bologna. A soddisfare il fine della fondazione si assegna un premio annuo o biennale al giovane che abbia riportato la palma in un concorso di belle arti. Tale premio fu stabilito annuale dal Municipio bolognese nel 1887 ed in una somma di L. 5,000. L'amministrazione del patrimonio della istituzione spetta al Municipio di Bologna, ed il patrimonio stesso figura nel bilancio comunale sotto il titolo delle aziende particolari. La sostanza della fondazione Baruzzi ascende a L. 136,143. 16 ed è costituita in gran parte in un capitale dovutole dal Comune di Bologna per sovvenzione fattagli in corrispettivo della cessione delle rendite di taluni caseggiati (L. 85,800), in cartelle del Debito pubblico italiano (L. 22,625), in libri, oggetti d'arte ed in mobili ed infine in numerario. Dagli anzidetti capitali traesi una rendita annua di L. 9,683. 14. La maggiore spesa sopportata dalla fondazione Baruzzi è rappresentata dall'importo del premio annuo che si conferisce in L. 5,000. Da 3,000 lire circa importano le tasse delle quali è gravata la sostanza del legato; altre 1,500 lire si spendono per la manutenzione dei fabbricati e per concorsi, ecc., di guisa che in tutto, per l'esercizio 1892, la spesa ascese a L. 8,943. 93 con un sopravanzo cioè di L. 739. 21 sulle rendite della fondazione. Sono chiamati a godere i beneficii della istituzione Baruzzi gli artisti italiani ai quali ogni anno si apre il concorso con un premio di L. 5,090, da assegnarsi col seguente ordine, voluto dal fondatore: 1° alla scultura; 2° alla pittura; 3° alla musica e così di seguito. Una Commissione composta di cinque membri, nominati dalla Giunta comunale di Bologna, esamina i lavori presentati al concorso e dà intorno essi il suo giudizio, il quale se risulta di tre voti concordi è definitivo ed inappellabile. I premiati dall'anno 1885 (nel quale si conferì il primo premio) al 1890 furono quattro, due scultori, un pittore ed un musicista. (Tratto da 'Bollettino del Ministero dell'istruzione Pubblica', Anno XX - Parte II - N. 27, Roma, 6 Luglio 1893).

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Storia delle arti del disegno (La)
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Augusto Romagnoli, La storia delle arti del disegno studiata nei monumenti che si conservano in Bologna e nei suburbi, 1888. Estratto. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

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