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Guido Horn d’Arturo

13 Febbraio 1879 - 1967

Scheda

Guido Horn d’Arturo (Trieste, 1879 - Bologna, 1967), ebreo triestino, fu direttore dell’Osservatorio universitario di Bologna per un trentennio, interrotto solo dall’epurazione razziale. Horn nasce a Trieste nel 1879, da una famiglia ebrea: il nonno, Raffaele Sabato Melli, era il rabbino della città. La formazione culturale mitteleuropea, gli umori della Trieste di Svevo, austroungarica eppure profondamente italiana, contribuiscono a definire la personalità di Guido, un umanista del suo tempo, sempre pronto a sperimentare e aprirsi al nuovo.
Al di fuori dell’astronomia, infatti, la vita di Guido Horn è tutt’altro che priva di interessi. Probabilmente per la sua natura di osservatore meticoloso e per via degli studi di storia dell’astronomia condotti sui testi antichi alla ricerca di fenomeni da indagare in un’ottica e con strumentazioni più moderne, è affascinato dalla storia, dalla letteratura, dall’arte, dal teatro, dalla filologia. Non solo uno scienziato, dunque, ma un intellettuale dai molteplici interessi, che merita di essere ricordato per la sua attività astronomica, ma anche per la sua opera di divulgazione e diffusione dei risultati scientifici ottenuti, tramite le Pubblicazioni dell’Osservatorio Astronomico Universitario e la fondazione della rivista Coelum, fondata nel 1931 e pubblicata fino al 1986 dall’Università di Bologna. Nonché per il rilancio e l’arricchimento della Biblioteca del Dipartimento di astronomia. Nel 1925 diresse una spedizione in Somalia per studiare l'eclisse totale di Sole del 14 gennaio 1926, mentre nel 1936 si recò in Peloponneso per osservare l'eclisse totale di Sole del 19 giugno.

Particolarmente ricco il suo curriculum all'interno dell'Alma Mater. Libero docente di Astronomia dal 19 marzo 1913 all’a.a. 1919-20; straordinario di Astronomia dal 16 febbraio 1925, ordinario dal 16 febbraio 1928. Fu dispensato dal servizio in seguito ai provvedimenti sulla razza dal 14 dicembre 1938 e reintegrato dall’1 gennaio 1944 al 31 ottobre 1954. Direttore incaricato dell’Osservatorio astronomico e meteorologico poi Istituto di Astronomia dall’a.a. 1920-21 all’a.a. 1923-24, direttore dall’a.a. 1924-25 al 13 dicembre 1938 con Francesco Zagar dall’1 gennaio 1944 al 31 ottobre 1946 unico direttore dall’1 novembre 1946 al 31 ottobre 1954. Incaricato di Astronomia dall’a.a. 1920-21 all’a.a. 1923-24. L'1 novembre 1938, nel corso dell'anno accademico 1938-39, essendo ebreo, fu costretto a lasciare l'insegnamento - unitamente a una quarantina di docenti, undici dei quali ordinari e tre onorari - a seguito dell'entrata in vigore della legislazione antisemita per «la difesa della razza». Nel 1939 rivolse una richiesta formale al rettore fascista, il prof. Alessandro Ghigi, del quale era amico fraterno, per poter utilizzare per un paio di mesi e nelle ore notturne, la strumentazione scientifica dell'osservatorio astronomico. Le spese di gestione sarebbero state coperte personalmente. Nonostante avesse insegnato all'ateneo per un quarantennio, il permesso gli venne negato. Fu riammesso in cattedra l'1 maggio 1945, dopo la Liberazione.

La sua attività si svolse tra le due guerre mondiali: la Prima vissuta da protagonista, come volontario irredentista, la Seconda da perseguitato, a causa delle sue origini ebraiche. In occasione della Grande Guerra per sfuggire alle rappresaglie austriache, sostituì il suo cognome di Horn con quello D'Arturo. Al termine del conflitto li mantenne ambedue. La follia razzista lo allontana dal suo Osservatorio nel 1938 fino a quando, nel secondo dopoguerra, viene reintegrato nell’incarico e nell’abitazione, all’interno dell’Osservatorio stesso, potendo così continuare la sua attività scientifica. Sin dagli anni Trenta, Horn ideò, una metodologia del tutto nuova di costruzione e aggiustamento degli specchi dei telescopi, “lo specchio a tasselli” che ha rivoluzionato lo sviluppo della moderna astronomia osservativa, realizzando nei primi anni Cinquanta uno specchio da 1,8 m di diametro complessivi, composto da 61 tasselli esagonali. Questo strumento può ben essere considerato il progenitore dei moderni grandi telescopi, tra i quali lo European Extremely Large Telescope dell’ESO, di 39 m con 798 tasselli, che sarà operativo in Cile dal 2024, e, nello spazio, il James Webb Space Telescope della NASA, di 6,5 m con 18 tasselli, il cui lancio è previsto nel 2018.

Horn muore a Bologna nel 1967. Sia il prototipo da 1 m che lo specchio da 1,8 m, nella sua collocazione originale, possono essere oggi ammirati nel Museo della Specola. A cinquant'anni dalla sua scomparsa, Museo Ebraico, Sofos, Ethnos, INAF Osservatorio Astronomico di Bologna e Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Bologna hanno dedicato nel 2017 una mostra e una serie di conferenze a questo scienziato geniale, pioniere della divulgazione scientifica, personaggio eclettico, patriota.

In collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna e l'Archivio Storico dell'Università di Bologna