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Grande piatto da pompa per la regina Margherita

1884

Schede

Grande piatto da pompa con stemma sabaudo e nastro con iscrizione “Esposizione Generale di Torino 1884”, sormontato da padiglione drappeggiato, frangiato e caricato da corona regale; al centro riserva circolare, incorniciata da ghirlanda di piccoli frutti, contenente il monogramma M su sfondo raggiato; la tesa è fittamente decorata da una composizione di fiori, tra i quali spiccano rose, peonie e margherite disposti a tappezzeria. L’opera ceramica – eseguita da Gaetano Lodi nell’aprile del 1884 per la Società Cooperativa Ceramica di Imola (la marca “Imola” è apposta sul retro) – è menziona da Carmen Ravanelli Guidotti (La Società Cooperativa..., pp. 64-65), che ne documenta la genesi in un momento di grande fervore creativo della Sezione Artistica in previsione della partecipazione della Cooperativa all’Esposizione di Torino del 1884. Il 17 aprile di quell’anno, infatti, Lodi invia a Imola un corpus di bozzetti di lavori da eseguirsi per Torino, fra i quali compaiono anche quelli per due grandi piatti del Re (con il ritratto di Vittorio Emanuele II) e della Regina con il monogramma di Margherita di Savoia consorte di Umberto I. Lodi viene puntualmente informato sull’andamento dei lavori di decorazione dei piatti – che materialmente furono dipinti da Vittorio Lanconelli (lettera dell’11 maggio 1884) sulla scorta dei bozzetti del maestro – dal fidato Angiolino Sangiorgi tramite lettera datata 22 aprile 1884. “Nello stesso invio di bozzetti e spolveri per i piatti sabaudi … era incluso quello con l’esplicita scritta dedicatoria, volta chiaramente ad ingraziarsi i consensi del Giurì … che Lodi firma a margine della tesa entro una fitta quanto magistrale composizione di fiori di ogni tipo e che poi fu effettivamente realizzato dalla Cooperativa, senza nulla togliere alla composizione del Bolognese” (ibidem, pp. 68, 72). Anche su questo interessante saggio ceramico autografo, l’artista bolognese fissa le strabordanti e vaporose corolle nelle tinte pastello – spesso disposte a tappezzeria – che dipingerà con la tecnica della “pittura da cavalletto” su di una serie di grandi piatti prodotti per la Cooperativa nell’ultimo periodo creativo (morirà il 3 dicembre 1886).

Gaetano Lodi ebbe un peso e un’importanza di primissimo piano non solo in seno alla neonata Sezione Artistica della Cooperativa Ceramica, ma anche nel contesto artistico ceramico in cui visse e si trovò ad operare. È Carmen Ravanelli Guidotti (ibidem pp. 43-80) che ci guida alla scoperta di questo straordinario artista e del suo stile, dagli anni della sua formazione bolognese presso la Pontificia Accademia di Belle Arti, sino a quelli – pur brevissimi, quanto intensi e proficui – in cui collaborò con lo stabilimento imolese. La studiosa, il cui prezioso lavoro di valorizzazione della storia ceramica imolese è, ancora una volta, corroborato da un solido lavoro di studio delle fonti documentarie, a tal proposito scrive: “Certo gli veniva riconosciuta un’affascinante personalità d’artista che concentrava in sé molta parte delle correnti artistiche del suo tempo: oramai egli le manifestava pienamente nel suo linguaggio che era frutto, come ha scritto il Cassoli, ‘dell’avvicendamento di stili alla moda, dalla tradizione accademica bolognese, agli ultimi epigoni dei quadraturisti, al neorinascimento successivo all’Unità, fino ad abbracciare e subire influenze di più vasto respiro con l’internazionalizzazione del fatto artistico a cavallo degli anni settanta: l’eclettismo floreale’. …Il 5 dicembre del 1886, saputo della scomparsa di Lodi, il Consiglio invia le condoglianze al Muratori, allora Segretario dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, presso la quale dal 1877 lodi aveva insegnato come Professore d’Ornato, e delega ‘Angiolino’ Sangiorgi a partecipare ai funerali a nome della Cooperativa. Si chiude così un’edificante stagione, di vivacissima trama di eventi, di intensi rapporti epistolari, di collaborazioni aperte ad un mondo extralocale che tanto giovarono alla Cooperativa in quegli anni. … Così ancora dal 1890 circa e per due decenni, come confermano alcune opere datate, vediamo proposti vasellami che tengono conto di alcune tipiche soluzioni decorative di Lodi, di quelle che tanto modernamente egli era riuscito ad introdurre nella cultura della Sezione Artistica ‘ applicando l’arte all’industria’. Si vedono dunque ancora evocati i suoi tenui fiori, secondo moduli inconfondibili, da definire appunto ‘lodiani’, ripresi sulle fogge sia modellati sia dipinti o, talvolta, in soluzioni miste”.

Gaetano Lodi (Crevalcore, 1830-Bologna, 1886) (1884), Grande piatto da pompa per la regina Margherita, maiolica, diametro cm 52 ca. Istituto Comprensivo di Crevalcore. Firmato “Prof: Lodi” sulla tesa.

Marco Violi

Bibliografia essenziale: CARMEN RAVANELLI GUIDOTTI, La Società Cooperativa Ceramica di Imola: Centovent’anni di opere, Milano 1994, pp. 64, 66, 67-68, 72, fig. 104. Testo tratto dal catalogo "ROSA MYSTICA - Il fiore della Vergine in tavola e nell’arte sacra", a cura di Marco Violi, Sasso Morelli di Imola, Chiesa del Morelli 6-8 settembre 2019, iniziativa di CLAI - Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi sca. In collaborazione con il Museo Diocesano di Imola.