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Carolina (anche Carlotta) Goujon

1799 circa - notizie 1873

Scheda

Arpista e pianista. Ebbe elogi nella recensione del concerto del 14 luglio al Casino (chiamata Carlotta, La Gazzetta di Bologna 25 luglio 1816) e in quella di una accademia vocale e strumentale al Teatro del Corso (La Gazzetta di Bologna 16 agosto 1816). Nello stesso anno è a Parma "arpista dei Teatri Reali di Napoli, e socia dell'Accademia filarmonica di Viterbo, sonatrice d'arpa e di piano-forte. Noi conoscevamo già per fama questa giovine filarmonica. Ella ha date diverse accademie a Genova, a Milano ed ultimamente a Torino. Le Gazzette di quelle città hanno francamente asserito che, gl'intelligenti, nel rendere giustizia al merito singolare di essa stettero dubbiosi a decidere in quale dei due strumenti ella sia più valorosa; ma tutti rimasero rapiti dalla grazia, dall'espressione e dalla forza di cui diede prove, sull'uno e sull'altro. A così bell'elogio se ne deve aggiugnere un secondo, che interesseià tutti i cuori bennati, ed è che questa giovinetta, di soli 17 anni, sostiene i propri genitori, i quali, se furono traditi dalla fortuna, in ogni altra cosa, ritrovano nella loro figliuola il più dolce compenso, che potesse accordar loro il Cielo. Parma, giusta estimatrice del merito degli artisti d'ogni genere, ne potrà, giudicare quanto prima, poichè siamo informati che la Signora Goujon sta disponendo un'accademia, in cui procurerà di meritarsi, quegli applausi, onde fu premiata nelle suddette e in altre cospicue città d'Italia" (Gazzetta di Parma 28 maggio 1816).

Nel periodico Teatri Arti e Letteratura del 12 aprile 1827 la si dice "da molt’anni domiciliata in Ferrara" e si racconta come, durante una esecuzione del Mosè di Rossini nell’Accademia Filarmonica di Ferrara, approfittò "de’ tre punti coronati, che si scontrano nel principio della preghiera Dal tuo stellato soglio per introdurvi una magistrale cadenza". Nel 1826 è a Modena in due occasioni e il 30 luglio diede una accademia "per cura di alcune signore Modenesi, che proteggevano la brava suonatrice. In questa circostanza si prestarono a riprodurre l'opera — Il Barbiere di Siviglia — i dilettanti che l' avevano eseguita nel caduto carnevale al teatro filodrammatico. (Cronistoria dei teatri di Moderna dal 1539 al 1871, 1873). Nella Gazzetta musicale di Milano del 13 luglio 1873 "leggiamo nella Gazzetta di Treviso: Fra gli oggetti lasciati al Municipio di Treviso dalla defunta signora Carolina Goujon Molina, de' quali devesi procedere alla vendita, figurano un'Arpa di finito lavoro ed un Piano forte tutti e due del celebre artista parigino Erard". Riferendosi ad Alessandro Nardari viene indicato che "Carolina Goujon Molina, che morì, sono vari anni, in Treviso, gli diede le ultime lezioni e presagiva già in lui l'artista perfetto" (I maestri di musica italiani del secolo XIX, 1884).

Bibliografia: 'Un mondo di musica: concerti alla Società del Casino nel primo Ottocento', a cura di Maria Chiara Mazzi, Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna, 2014.