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Gioie Materne

1873-1875 ca

Schede

Luigi Busi (1838 - 1884), Il martirio dei santi Vitale e Agricola, 1873-1875 ca. Ubicazione: sconosciuta. Il dipinto n. 66 è indicato come Gioie materne, sia nell’Album Belluzzi che nell’incisione pubblicata sull’”Illustrazione italiana” nel 1879 (n. 43, 26 ottobre 1879, p. 264) e come titolo storico è forse preferibile a Compiacenze materne con il quale è stato presentato nel catalogo 2018 insieme a un disegno preparatorio (Bologna 2018, fig. 7, p. 18). Il problema della titolazione dei dipinti di Busi d’altronde è quasi irrisolvibile: i titoli si ripetono con minime variazioni (Gioie materne, Compiacenze materne, Delizie materne, ecc.) e i quadri vengono esposti più volte in luoghi diversi. Inoltre il pittore replica il suo soggetto. Ad esempio, del n. 67 - intitolato anch’esso Gioie materne, sia nell’Album Belluzzi, che sull’”Illustrazione italiana” (n. 12, 21 marzo 1886, p. 235) - si conoscono almeno altre tre varianti (di cui una con il titolo alternativo di Primi giochi), tutte di proprietà privata. Si può dunque solo rendere conto del successo di questi soggetti, tentando di ricostruire il loro ripresentarsi nel corso delle esposizioni. Il titolo Compiacenze materne compare per la prima volta proposto alla commissione accademica per l’esposizione viennese del 1873, insieme a Gioie e dolore ed è anche quello di un dipinto portato a Milano nel 1875; a Napoli Compiacenze materne accompagna I primi passi e Visita alla puerpera; infine è a Parigi per l’Esposizione Universale del 1878 con Due madri. Quanto a Gioie materne si incontra per la prima volta a Milano nel 1874 insieme a Incertezza!, per poi ritrovarlo, sempre all’esposizione della città meneghina, nel 1879 accompagnato da Ricreazioni materne. Valga il fatto che esiste almeno un altro soggetto analogo, non presente nell’Album Belluzzi, che porta tradizionalmente il titolo di Gioie materne, con la solita scena di madre, bimbo, domestiche e parenti che sovrintendono in questo caso alla nutrizione del piccino da una capretta (forse Due madri?).

Al di là di ogni possibile congettura resta la circospetta eleganza di Busi, della cui pittura Francesco Netti (1832 - 1894) scrive sull’”Illustrazione italiana” in occasione della mostra di Napoli del 1877: “Ho notato che tutto vi è definito con grande diligenza, che i toni locali sono giusti, che la forma è precisa, che nulla vi è abbandonato al caso del pennello, che si muove con grande precauzione; ma ciò non costituisce il finito in pittura. Tutto sta ad intendersi sul significato di questa parola. Intender per finito una forma generale, ben determinata e riempita di colore egualmente spalmato, mi par cosa puerile. Mi pare invece che un pezzo dipinto sia finito, quando l’artista vi ha messo tutto quello che ha visto nel vero. Esaminando così il lavoro di quel quadro, trovo che esso procede per via di soppressioni e di reticenze”, trovando, con sospensione di giudizio, quelle caratteristiche di sintesi e forte opposizione luce e ombra per complementarietà di tinte (“[...] tutte le varietà di ombre, di luce, di mezze tinte che danno ricchezza al tono, sono soppresse. Quindi la pittura si schiaccia e manca di rilievo. [...] L’artista ha adottato quel procedimento: n’era perfettamente il padrone”) e quell’assenza di rilievo che avvicina Busi al primo Savini, e soprattutto ad Antonio Puccinelli (1822 - 1897) e ai toscani. La preoccupazione di Busi però, siamo ormai negli anni Settanta, è ora “[...] quella di piacere”; purtroppo “Riesce a piacere a tutti, ma non riesce a contentar tutti. Esser elegante è un gran dono, in un pittore specialmente, ma non ecceder nel grazioso è un dono maggiore”.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Esposizione Milano 1874, n. 201, p. 22; Esposizione Milano 1875, n. 215, p. 22; “Illustrazione italiana” (n. 23, 10 giugno 1877, pp. 262-263); Netti 1877; Esposizione Milano 1879, nn. 305-306; “Illustrazione italiana” (n. 43, 26 ottobre 1879, pp. 262, 264); “Illustrazione italiana” (n. 12, 21 marzo 1886, pp. 235, 245); Bologna 1983b, p. 191; Giumanini 2000, pp. 196-198; Pinacoteca Nazionale 2013, sotto i nn. 173a.-b., pp. 196-197; Bologna 2018, p. 16, figg. 7 e 8, pp. 18-19, 20-21, tavv. LIII-LV, pp. 99-100.