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Clementina Gandolfi

1795 - 1848

Scheda

Appartenente alla più famosa stirpe di pittori bolognesi attiva tra sette ottocento, è figlia del pittore Mauro e di Laura Zanetti, la quale muore poco dopo averla partorita. Ha un fratello più grande, ma purtroppo anche questi muore a 21 anni, nel 1813. Ambedue i fratelli ricevono l'eredità del bisnonno Ubaldo e del nonno Gaetano ma, in quanto fanciulli, la gestione del patrimonio rimane in mano al padre. Le vicende familiari si complicano poiché Mauro Gandolfi ha dalla seconda moglie Caterina Pini, un'altro figlio, Democrito. Questi si avvierà poi allo studio della scultura, operando tra Brescia e Milano. Nel 1802 muore il nonno Gaetano e Clementina raggiunge il padre a Parigi, dove risiede in quel momento. Il soggiorno francese viene successivamente interrotto col trasferimento nel 1807 a Pistoia, sempre seguendo le orme del genitore. Qui gli vengono impartite lezioni di pianoforte, strumento che ama suonare per tutta la vita, anche se da vera figlia d’arte predilige il disegno, la pittura e l’acquerello.

Nel 1815 è di nuovo documentata a Bologna in casa insieme al padre e qui viene costituita la sua dote per il matrimonio con il calcografo Giuseppe Grassilli, con cui si sposa nello stesso anno. Nel 1834 muore il padre. Con il suo testamento Mauro Gandolfi curiosamente nomina erede universale il Conservatorio della Santissima Annunziata. Da qui ne nasce una causa da parte della figlia Clementina, la quale tenta invano di avere almeno il suo amatissimo pianoforte, a suo tempo regalatogli proprio dal genitore. L’unico bene a lei concesso nel testamento è invece un autoritratto paterno. Le intense vicende familiari proseguono negli anni con i problemi economici di Giuseppe Grassilli, che sfociano infine nel fallimento della sua attività a cui segue la morte, avvenuta nel 1839 , lasciando Clementina con un pesante carico di responsabilità. L'anno successivo ella si sposa con Onofrio Zanotti, pittore ben conosciuto nell'ambiente artistico bolognese ed allora cinquantatreenne.

La Gandolfi della pittura non ne fa mai una vera professione, tant'è che non si iscrive ad alcuna accademia né riceve commissioni significative. Va evidenziato però che nel 1838 diventa socia onoraria dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, e indicata negli atti come dilettante in pittrice di acquerello colorato. Facile che ciò sia dovuto alla sua prestigiosa parentela. Clementina predilige sempre l'esecuzione di opere di piccolo formato che produce in gran copia, ma di cui quasi nulla è oggi documentabile. L’unica opera a lei sicuramente ascrivibile è un piccolo Cristo benedicente collocato in San Domenico a Bologna. A partire dal 1818 espone un cospicuo numero di disegni e acquerelli presso l’Accademia bolognese: è di quest’anno un disegno a matita riproducente una Beata Vergine col Bambino tratta dall’Allori, mentre nel 1819 espone un acquerello con una Sibilla, e nel 1821 una copia del Ratto di Proserpina di Guido Reni. Al 1824 si deve l’esecuzione di un disegno all'acquerello chiaro-scuro del sogno di Giacobbe, copiato dal quadro di Ludovico Carracci, ed altro disegno all'acquerello di tre fanciulle, copiate da disegno del Signor Mauro Gandolfi suo padre. Nel 1836 realizza una S. Rosa, acquerello colorito. Ritratto di donna in nero, mentre un grosso nucleo di suoi acquerelli viene venduto in Francia. La presenza alle esposizioni accademiche prosegue nel 1839 con una riproduzione della Strage degli Innocenti di Guido Reni e di una Madonna col Bambino da Francesco Francia. Negli anni successivi sono documentate continue esposizioni con riproduzioni dal Francia e dal Reni, artisti che evidentemente Clementina doveva molto apprezzare. Nel 1842 viene nuovamente segnalata tra Soci d'Onore della Pontificia Accademia di Belle Arti di Bologna e indicata come pittrice.

Al 1844 finalmente abbiamo notizia di un dipinto di sua invenzione, Jonuk che sostiene la figlia moribonda e di un ritratto del padre. Clementina Gandolfi morirà pochi anni dopo, il 6 agosto 1848. Presso l'Archivio Storico Comunale è conservato il foglio di seppellimento n. 3524 del 8 agosto 1848 in cui si dichiara che è morta Clementa Gandolfi, figlia del fu Mauro e della fu Laura Zanetti, di anni 53, nativa di Bologna era maritata con Onofrio Zanotti. Abitava nella via S. Isaia al n.412 sotto la parrocchia di S. Isaia. Morta nel giorno 6 agosto alle ore 11,30 della sera. Tanto dichiara M. Ferri, di condizione cappellano. La sua tomba è collocata in Certosa, nel Chiostro Maggiore a Ponente al n. LXIX/6, e fu acquistata dal marito.

La sua tomba è collocata in Certosa, nel Chiostro Maggiore a Ponente al n. LXIX/6, acquistata dal marito Onofrio Zanotti, anch’egli seppellito successivamente nel sepolcro. La lapide riporta il seguente testo: MEMORIAE . ET . PACI / CLEMENTINAE . MAVRI . F . GANDVLFIAE / FEMINAE . INGENI . PRAESTANTIS / QVAE . PATRIS . CELEBERRIMI . ARTEM . AEMVLATA / PICTRIX . ICONICOR . COLORE . DILVTO . DELINEANDOR / PROBABILIS . HABITA . EST / HONORISQ . ERGO . INTER . SODAL . BONIS . ARTIB . EXCOLEND . ADLECTA / VXOR . IN . EXEMPLVM . VIX . AN . P . M . LIII / DEC . VIIII . ID . AVG . AN . M. DCCC . XXXXVIII / ONVPHRIVS . ZANOTTIVS . PICTOR . ORNAMENTARIVS / CONIVGI . PRAE . OCVLIS . DILECTAE / C . L . F . C .

Roberto Martorelli, Claudia Vernacotola

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