Galeazzo Marescotti ed Emilia sua nuora

Galeazzo Marescotti ed Emilia sua nuora

1865

Scheda

Luigi Serra (Bologna, 1846 - ivi, 1888), Galeazzo Marescotti ed Emilia sua nuora alla tomba dei figliuoli di lui massacrati dai Bentivogli, 1865. Ubicazione: sconosciuta. Fu acquistato dalla Protettrice per 470 lire nel 1865. Galeazzo Marescotti de’ Calvi (1406 - 1503), anche autore di una Cronica nella quale narra la liberazione di Annibale Bentivoglio dalla Rocca di Varano, fu un influente membro della cerchia bentivolesca e sostenitore prima di Annibale (1413 - 1445), poi di Sante (1424 - 1463) e quindi di Giovanni II Bentivoglio (1443 - 1508). Il dipinto si riferisce al periodo successivo alla rottura dei rapporti dei Marescotti con Giovanni, quando, nel 1488, il primogenito di Galeazzo, Agamennone (1434 ca. - 1501), fu coinvolto nella fallita congiura dei Malvezzi. Nel 1466 Agamennone aveva sposato Emilia di Jacopo Dal Lino, qui rappresentata accanto al suocero dolente. Il Marescotti infatti non sopravvisse a lungo all’uccisione di figli e nipoti per mano di Ermes Bentivoglio (1475 - 1513), uno dei figli di Giovanni. Il dipinto si deve riferire quindi a quei fatti. Il guerriero, cortigiano e diplomatico, ormai anziano si mostra qui sopraffatto e impotente, accanto alla tomba dei figli, in una chiesa spoglia, che evoca analogie con la pittura di Giulio Cesare Ferrari, suo maestro in Accademia, che a Bologna con l’Esmeralda del 1863, introduce un certo medioevo tardoromantico alla Hayez. Il vecchio, sostenuto solo dalla figlia acquisita unita a lui nella disgrazia, suggerisce una consonanza di idee e di composizione con il Belisario del compagno Faccioli, che più tardo del 1870, se pure ne condivide dei tratti, è però più sintetico. Claudio Poppi individua due disegni del MAMbo (Ex-GAM) come preparatori per il Galeazzo Marescotti. Sapori riproduce il dipinto con il titolo Visita ad un caro sepolto, datandolo al 1877 e lo dice di proprietà del mercante Adolphe Goupil (1806 - 1893). La data è da interpretarsi come quella di vendita e il titolo, più generico, ha senso dal momento in cui il dipinto usciva dal contesto strettamente municipale in cui era stato concepito e realizzato.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: Bologna 1983b, p. 217; Giumanini 2000, 196-197, 202; Bologna 2001-2002, pp. 30, 46, 49, tav. a p. 60. Bibliografia: Società Protettrice 1865, n. 103; Sapori 1922, p. 40, tav. a p. 139; Masini 1867a, pp. 18, 219; Bologna 1983b, p. 67; Bologna 2003, pp. 17-18, nn. 3-4, p. 168.

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