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Fruttiera con arpie

1883 | 1890

Schede

Fruttiera dalla particolare forma costituita da due vasche a conchiglia, unite da un’ampia presa centrale in forma di anello fogliaceo, nascente da una coppia di figure mitologiche alate in forma di arpie dalla smagliante policromia. La superficie dei piatti è fittamente decorata da due esuberanti mazzi (affrontati ed uniti centralmente rispetto alla presa) di rose e fiori di campo disposti a tappezzeria. La fruttiera è dotata di quattro brevi piedini plastici a forma di corolla. L’opera è marcata con l’ape e la scritta “Imola”, posizionate sul verso. La variante del marchio è quella in uso negli anni dal 1883 al 1890 circa (per un confronto si veda l’esemplare pubblicato da C. Ravanelli Guidotti, La Società Cooperativa Ceramica di Imola: Centovent’anni di opere, Milano 1994, p. 70 fig. 112a). Sul verso è ancora presente un’etichetta in carta bianca con stampa in nero recante la dicitura “Società Cooperativa Ceramica Imola”. La nostra fruttiera, acquisita dal Museo della Cooperativa Ceramica per le sue raccolte, trova un suo puntuale riferimento per quanto attiene la decorazione in un vassoio ovale esemplare conservato al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (lo pubblica C. Ravanelli Guidotti ibidem, p. 70, fig. 111), in una zuppiera (ibidem, p. 70, fig. 112) sempre al museo faentino (con cui condivide anche la variante della marca con l’ape) e, ancor di più, in un vaso baccellato in collezione privata (ibidem, p. 74, fig. 113). Gli esemplari di confronto sopra citati, dalle delicate decorazioni a fiori di campo recisi, sono entrambi riconducibili alla mano di Menarini – decoratore negli stessi anni in cui lavora Angiolino Sangiorgi presso la Sezione artistica della Cooperativa Ceramica di Imola – notizia che rintraccia Carmen Ravanelli Guidotti negli archivi della manifattura (ibidem, p. 72): “Poco prima della grande avventura torinese [ovvero la partecipazione della Cooperativa imolese alla grande Esposizione di Torino del 1884], ancora Sangiorgi informa Lodi che ‘Menarini va avanti col servizio a fiori di campo. Un’occhiata anche a questo, per più sicurezza, non farà male’. … è interessante così notare che Menarini, decoratore della Sezione Artistica, attende all’esecuzione di quei servizi con le tipiche fogge, ora lisce ora sagomate, decorati a fiori di campo recisi del genere che pensiamo si possa collegare a più di un campione che abbiamo potuto rintracciare e che si datano più o meno a quegli anni”. Anche nel bel vassoio qui catalogato è possibile dunque rintracciare intatto il linguaggio naturalistico di Lodi nell’interpretazione offerta da Menarini, come si è detto uno dei decoratori della Sezione artistica della cooperativa imolese. Tale linguaggio sarà poi riproposto massicciamente nella decorazione del vasellame dagli allievi, primo fra tutti Angelo Sangiorgi, anche dopo la morte del maestro bolognese, in maniera tanto aderente al modello da risultare difficilmente distinguibile la mano dell’allievo da quella del maestro. Inedito.

Società Cooperativa Ceramica di Imola, ambito di Gaetano Lodi (Menarini?) (1883-1890), Fruttiera con arpie, maiolica, cm 16 x 37 x 19. Imola, Museo della Cooperativa Ceramica.

Marco Violi

Bibliografia essenziale: UGO GOBBI - ELISABETTA ALPI, Il decoro Floreale e Naturalistico nella ceramica del XVIII secolo, Editrice Milo, 1996, p. 175 n. 99 fig. 99. Testo tratto dal catalogo "ROSA MYSTICA - Il fiore della Vergine in tavola e nell’arte sacra", a cura di Marco Violi, Sasso Morelli di Imola, Chiesa del Morelli 6-8 settembre 2019, iniziativa di CLAI - Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi sca. In collaborazione con il Museo Diocesano di Imola.