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Fontana Vecchia

Di rilevanza storica

Schede

Nel 1563 Pio IV ordinava, per l'utilità e il decoro della città di Bologna, la costruzione di una fontana pubblica, da realizzarsi recuperando all'uso una conduttura che fino al 1483 aveva alimentato un'antica fontana in Piazza Maggiore. Ben presto il progetto iniziale fu ampliato e le fontane divennero due: la Fontana del Nettuno, costruita tra il Palazzo del Comune e quello del Podestà, a «testimonianza ufficiale e simbolica dell'autorità papale» (G. Roversi, 1984, p. 161), e la Fontana Vecchia, detta anche 'della Gabella vecchia' perché posta a ridosso della parete del Palazzo Comunale presso i vecchi uffici della dogana, ad uso dei cittadini bolognesi. Entrambe furono progettate da Tommaso Laureti e costruite dai medesimi artigiani: la Fontana Vecchia fu inaugurata nel 1565, l'altra fu ultimata l'anno dopo.

Fin dal 1595 furono stabilite pene severe per chi lavasse gli ortaggi o la biancheria nella prima e nel 1605 venne circondata da una cancellata in ferro per proteggerla ulteriormente. Al contrario, le prescrizioni relative alla Fontana Vecchia miravano semplicemente a mantenere l'acqua pulita e utilizzabile da tutti. Perché fosse lasciato libero lo spazio attorno alla fontana e ognuno potesse accedervi, esso venne delimitato da fittoni. La recinzione visibile nella fotografia del Fondo Belluzzi del Museo è assai più tarda di quella costruita attorno alla Fontana del Nettuno. Il carattere 'popolare' della Fontana Vecchia è evidenziato anche da questa fotografia usata come copertina: gente indaffarata, che va e che viene (e di cui appare soltanto un'ombra, a causa dei lunghi tempi necessari per impressionare la lastra), attrezzi appoggiati e indumenti appesi alla cancellata, un tubo lungo e decisamente antiestetico che parte dal corpo centrale della fontana, forse collocato per portare altra acqua all'esterno.

Otello Sangiorgi

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.