Flora

Flora

1891

Scheda

1891, nello studio dello scultore Tullo Golfarelli (1852 - 1928) di via Belle Arti i visitatori possono ammirare anche il busto-ritratto in bronzo dell’ex sindaco di Bologna Enrico Golinelli, avvocato e sodale di Aurelio Saffi con il quale aveva costituito, nel 1879, l’Associazione democratica; e una «graziosa Flora, busto in gesso or ora ultimato, piena di vita e di gaia espressione» che il pittore Vezzani riproduce in un velocissimo schizzo sulle pagine di “Bononia ridet”. Il soggetto della Flora può ritenersi, a ragione, tema caro al Golfarelli che produce due varianti dell’iconografia: alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento si vuole fare risalire il busto in terracotta oggi al MAMbo – Galleria d’Arte Moderna di Bologna, mentre all’ultimo decennio del XIX secolo (giustappunto al 1891) appartiene il graziosissimo busto in marmo bianco di Carrara donato nel giugno 1900 dall’artista al Comune di Cesena per la Pinacoteca civica.

Il primo busto è stato recuperato in anni recenti dai depositi della Galleria bolognese dove era conservato con attribuzione ad artista anonimo ed è stato esposto alla mostra «L’Ottocento ritrovato. Opere delle collezioni statali e comunali di Bologna» curata da Claudio Poppi nel 1988: «Una chioma scomposta incornicia di rose e fogliame carnoso il volto di Flora, con un realismo duttile già occhieggiante al gusto floreale. Analoghi riferimenti stilistici sono riscontrabili nelle statue dell’Agricoltura e dell’Industria, eseguite da Golfarelli per l’ingresso dell’Esposizione Emiliana del 1888, e conosciute solo attraverso le incisioni d’epoca» (Il Liberty in Emilia 1988). Ed è proprio tale affinità poetica e la piena adesione, quasi una anticipazione, da parte di Golfarelli a stilemi propri dell’art nouveau che consentono di collocare la Flora agli ultimi anni del nono decennio del secolo. Verosimilmente all’inizio dell’ultimo decennio deve riferirsi, invece, l’esecuzione della Flora di Cesena. La scultura può ritenersi un «vero modello di armonia e di purezza di modellato, in ogni angolazione del punto di vista. Questa scultura delle dea della primavera è rappresentata da una giovane dall’espressione pacata in una fisionomia dai tratti regolari, nell’eleganza del collo slanciato e nella compostezza dei capelli lisci, raccolti a concio nella nuca e inghirlandati da un serto allegorico di rose. Ed è inutile ripetere che la citazione del Bartolini è appariscente e che forse persino il Canova viene ricordato» (Pieri 1989). Si ricorda che all’interno della pinacoteca cesenate si conservano, di Golfarelli, anche il bellissimo bronzo Locusta e quattro bozzetti in gesso. Parimenti presso le Raccolte d’Arte della Cassa di Risparmio di Cesena sono presenti due graziosissime testine in terracotta brunita di un Pastorello e di una Pastorella.

Silvia Bartoli

Testo tratto da: Silvia Bartoli, Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852 - 1928), Minerva Edizioni, 2016. Fonti: BMRBo, Album Golfarelli.

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