Festa degli alberi

Festa degli alberi

16 Ottobre 1899

Scheda

La Festa degli alberi fu istituita dal ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli nell'ambito delle numerose iniziative volte a favorire il rilancio dell'agricoltura italiana. Questi anni di fine secolo vedevano infatti la progressiva industrializzazione di alcuni distretti nazionali e la parallela crescita della conflittualità sociale. Tra le risposte date a questa situazione dalle classi dirigenti grande importanza assunse la rivalutazione dell'agricoltura pensata in funzione conservatrice, vista cioè come attività in cui l’ordine sociale poteva essere ristabilito e contrapposta agli sconvolgimenti provocati dal crescente sviluppo industriale. Con lo stesso spirito era stato già introdotta - al motto di «Torniamo al lavoro! Innamoriamo dei campi le generazioni novelle!» - la coltivazione del “campicello scolastico” come attività opzionale nella scuola elementare (E. Catarsi, 1990, pp. 51-54).

La cerimonia bolognese si tenne il 16 ottobre 1899 nella spianata che fronteggia Villa Aldini, lungo la strada dell'Osservanza, e coinvolse tutti gli istituti scolastici secondari della città, «comprese le scuole normali femminili, le cui alunne portarono la nota gentile e gaia alla festa» (“Il Resto del Carlino”, 27 ottobre 1899). Sul palco, apprestato per l'occasione, presero la parola il provveditore agli studi cav. Battistella, l'assessore per l'istruzione Nerio Malvezzi e il professor Tommaso Mori a cui fu riservato il compito di spiegare «brevemente e con elegante parola» il significato della festa «informata al concetto di inculcare nella gioventù l'amore all'agricoltura» (“Il Resto del Carlino”, 27 ottobre 1899). Dopo i discorsi, applauditi dalle centinaia di persone presenti, si procedette alla posa dell'albero: «i professori e i giovanetti si recano intorno al “protagonista della festa” - un cedro del libano per “Il Resto del Carlino”, un pino per la “Gazzetta dell'Emilia” - e gettano palate di terra sulla piccola fossa il professor Battistella, il conte Malvezzi, il cav. Bignami, diversi altri professori, un giovinetto, mentre all’intorno gli altri ragazzi mandano grida d’allegria» (“Gazzetta dell’Emilia”, 27 ottobre 1899). Conclusa la cerimonia gli studenti «non accennano a partire, vogliono fermarsi in quell’ameno luogo ove hanno passato due ore così deliziose e si raccolgono in gruppi contro i quali ben presto vengono puntati gli obiettivi di alcune macchine fotografiche” (“Gazzetta dell’Emilia”, 27 ottobre 1899). Ed ecco l’origine della immagine del Fondo Belluzzi del Museo del Risorgimento.

Rossella Ropa

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.

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Documenti
Bologna che dorme
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Bologna che dorme. Anno 2, n. 35 - 31 agosto 1899. Bologna, Società Cooperativa Tipografia Azzoguidi. Collezione privata.

Bologna che Dorme
Tipo: PDF Dimensione: 8.83 Mb

Bologna che dorme. Anno 2, n. 40 - 4 ottobre 1899. Bologna, Società Cooperativa Tipografia Azzoguidi

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