Erbario

Erbario

seconda metà del XIX secolo

Scheda

A testimonianza della fervida attività didattica in ambito scientifico cui venivano sottoposti gli studenti del Collegio durante il rettorato di Augusto Romagnoli (dal 1870 al 1903), sono consultabili 120 cartelle sciolte, composte da un foglio di carta grezza piegato al centro a guisa di carpetta, numerate da 27 a 4996 e datate per il periodo 1882-1886.

La numerazione farebbe quindi presupporre un assai più corposo insieme, probabilmente smembrato volutamente o sottoposto comprensibilmente a continui rimaneggiamenti, poiché sono molte le cartelle riutilizzate e rinumerate tramite l’escamotage del semplice rovesciamento del foglio di contenimento e la cancellazione del precedente titolo con un tratto di matita. Ogni cartella contiene da 1 a 5 piante essiccate affiancate dalla relativa placchetta colorata descrittiva, in cui vengono fornite 4 tipologie di informazioni: Genere, Specie (in termini latini e secondo la nomenclatura binomia linneana), Località di raccolta e Data. Tali schede non sempre sono compilate integralmente, mentre il genere e la specie sovente vengono ripetuti a matita sul fronte della cartella. Le piante, a volte dotate anche dell’apparato radicale, sono essiccate, pressate e posizionate tra i due fogli della coperta senza alcun vincolo di spago o di colla, permettendone in tal modo comodamente la visione fronte e retro. Alcune cartelle (poche in verità) hanno anche un foglio interno più rigido che le rende meno fragili, oppure una carta assorbente, il che farebbe presupporre un confezionamento avvenuto a essicazione non ancora completata. In altre è presente un foglio sul quale la pianta e stata anche disegnata.

Esse contengono piante raccolte durante le passeggiate che si svolgevano prevalentemente nei mesi estivi ma anche nei mesi invernali (vedi carpetta 31 datata 10 febbraio 1884). Le località prescelte potevano essere urbane o suburbane (es. zona Fossolo, porta San Mamolo, strada di Gaibola, Convento dell’Osservanza) prative o montane situate spesso nei dintorni di Bologna e nella provincia (Paderno, Barbiano, Mongardino, Campi di Lustrole, lungo Reno, Monte Vigese, Monte Cimone, Corno alle Scale, Ronzano, prati di Baricella). Erano previste infatti uscite di svago (della durata di almeno un’ora e mezza al giorno) durante le quali gli studenti, oltre a praticare attività all’aperto, ritenute indispensabili per un’ottima salute, venivano invitati a continuare a dedicarsi allo studio delle diverse materie. La visita culturale a un’esposizione, a una chiesa o a un monumento laico diveniva pertanto l’occasione per raccogliere campioni di rocce, fossili, piante, per l’approfondimento negli studi delle materie scientifiche, tramite l’osservazione partecipe e consapevole del mondo esterno. Alcune passeggiate erano organizzate proprio con lo scopo di raccogliere fiori, assistere ai fenomeni dell’alba o del tramonto, oppure di osservare il cielo: procuravano nei ragazzi particolare piacere e divertimento, nonchè momenti di riflessione profonda. I fiori venivano utilizzati anche come soggetti da riprodurre nelle varie tecniche artistiche. Durante l’osservazione diretta della natura vigeva l’uso di prendere appunti e venivano redatti appositi resoconti dall’alunno designato “segretario” del mese. Particolarmente significativo e quanto scrive Alfonso Modonesi durante il segretariato del mese di settembre 1887: ≪…E' sempre meglio copiare dalla natura che da quello che hanno fatto gli uomini. Almeno in questo modo non si è copisti dell’arte di un secolo; ma si riesce sempre nuovi perchè si prendono delle idee da delle cose che hanno tutta la ragione di essere e in natura non c’è nemmeno un filo d’erba o il più piccolo insetto che non abbia il suo perché d’esistere≫.

Estratti dai diari | Il “Rettore” è Don Augusto Romagnoli, Rettore del Collegio

Agosto 1886 | 7 detto. Avevamo deciso fin dalla sera prima d'andare a Paderno a vedere l'alzata del sole per cui in quella sera non andammo a passeggio come le altre sere, ma solamente un poco pel bosco e ci fermammo un po' per aspettare l'ora di coricarci. Alle 8 mentre suonava l'Ave Maria ci avviammo verso casa e quando fummo verso la porta con grande rincrescimento vedemmo dalla parte di Settentrione l'orizzonte coperto da una densa nebbia. La passeggiata era per venire sospesa, ma noi pregammo tanto il Sig. Rettore che disse, saremmo partiti lo stesso. Dicemmo il Rosario in Chiesa poi ce ne andammo a letto per alzarci poi la mattina seguente alle 2. Infatti alle 2 fummo svegliati e circa alle 2 1/2 ci mettevamo in cammino. Il cielo che alla sera era in gran parte sereno s'era coperto quasi tutto, pure man mano che facevamo della strada, si schiariva, ma non a levante dove dovevamo vedere il sole. Durante il cammino vedemmo parecchie stelle cadenti che ci passarono un poco di divertimento. Giunti alla polveriera che è ai piedi della montagna, prendemmo la strada del genio, poi percorsane un bel tratto salimmo per un accorciatoio ripido anzi che no finché riuscimmo di nuovo alla strada del genio. Arrivati sulla vetta, spirando forte vento, discendemmo alquanto per trovare un fosso ove ripararci, e lì aspettammo, ma inutilmente, il sole che nascesse. Vedevasi molto chiaro sull'orizzonte, e la speranza di poterlo vedere cresceva. Questo chiaro cominciò a ingiallire poi divenir color rosa chiaro e sempre crescendo giunse ad un bel rosso carminio però solamente in un angolo lasciato libero da un nembo di dove parea dover sorgere il sole, ma al punto decisivo il nembo c'impedì di veder lo stupendo effetto desiderato. Il buio della notte era scomparso colle stelle, e a poco a poco la luce cresceva. Allora ci alzammo da sedere e salimmo di nuovo sulla cima, raccogliendo piante; indi cominciammo a discendere per la medesima strada onde eravamo saliti e ripresa la strada di Gaibola che conduce all'Osservanza, facemmo ritorno a casa, non del tutto appagati, non avendo potuto vedere ciò che ci eravamo prefissi, contenti però essendo stata quella in ogni modo una bellissima passeggiata. 26 d. Il M. R. Sig. D. Meliconi, venne a trovarci. Alle 12 dopo colazione andammo alle frane di Paderno tutti assieme per raccogliere della piriti [sic] ma venimmo su a mani vuote. Ritornati a casa alle 4 3/4 andammo a pranzo e il Sig. D. Meliconi partì da noi alle 6 1/4. Il Segretario di Agosto 1886, G. Romagnoli

Settembre 1886 | 2. d. In questo giorno ci alzammo prima del consueto cioè alle 4 3/4 e verso le 5 1/4 andammo ad ascoltare la messa celebrata dal Signor Rettore e mentre stavamo in chiesa arrivò il M. R. Prof. Zuffi accompagnato da[i] Signori Vitali i quali erano stati invitati a fare con noi una passeggiata. Dopo che il Signor Rettore e il M. R. Prof. Zuffi ebbero detto messa prendemmo il caffè e verso le 6 uscimmo di casa e ci avviammo [sic] verso Paderno. Spesso ci fermavamo lungo la strada a raccogliere piante di diverse specie e andando di buon passo in poco tempo arrivammo ai piedi del monte Paderno. Prendemmo la strada del genio strada amena e piacevole dalla quale si gode d'una magnifica vista. In poco tempo guadagnammo la vetta del monte ed ivi giunti ci riposammo alquanto sdraiandoci sull'erba e poi alcuni di noi e il Signor Rettore ci divertimmo a dar la caccia ai Maccaoni dei quali ne prendemmo quattro. Verso le nove antimeridiane discendemmo dal monte e giunti presso l'osteria antica di Paderno vi entrammo per rifocilarci [sic] un poco. Dopo che ci fummo riposati ci avviammo verso casa avendo deciso di non istar fuora tutta la giornata per il molto caldo che faceva. Arrivati a casa circa alle 11 e 1/2 facemmo colazione in compagnia sempre del M. R. Prof. Zuffi e dei Signori Vitali che si trattennero con noi ancora a pranzo e partirono alla sera alle 7 antimeridiane [sic]. Il segretario di Settembre 1886, Capri Cleto

Marzo 1887 | 19 d. Alle ore 8 1/2 circa andammo fuori porta S. Mamolo lungo l'Aposa e ci divertimmo a raccogliere le viole mammole lungo la strada. Ritornati indietro prendemmo il tramvia che dall'osteria della Palazzina conduce a piazza Vittorio Emanuele. 31 d. A un'ora dopo mezzogiorno Andammo a fare una passeggiata. Giunti alla piazza Vittorio Emanuele prendemmo il tramvia che ci condusse alla Palazzina. Ci avviammo poscia per la strada detta dei Colli, e lungo questa ci divertimmo a raccogliere delle viole mammole e dei tulipani che si ritrovavano qua e là nei campi. Giungemmo a Gaibola e retrocedemmo per la via che conduce all'Osservanza e quindi a Bologna. Il segretario del mese di Marzo 1887, G. Masotti

Settembre 1887 | 2 d. Il Sig.r Prof.r Tartarini [venne] e vi stette fino al tocco. Mancando fatti degni d'annotazione, mi proverò di dire due parole sulla necessità che ha l'artista di riflettere sopra ogni cosa. L'artista se amasse caldamente la sua arte dovrebbe del continuo osservare con la massima attenzione le bellezze che natura gli porge sott'occhio perché non può fare a meno che non ritrovi qualcosa di buono che possa giovare per l'arte sua. Esaminare sempre, scegliere le cose che piacciono di più e scolpirsele nella mente per usarle a suo tempo sono le cose principali che l'artista deve praticare. È sempre meglio copiare dalla natura che da quello che hanno fatto gli uomini. Almeno in questo modo non si è copisti dell'arte di un secolo passato; ma si riesce sempre nuovi perché si prendono delle idee da delle cose che hanno tutta la ragione di essere e in natura non c'è nemmeno un filo d'erba o il più piccolo insetto che non abbia il suo perché di esistere. Ma molti che non riflettono dicono che in natura molte cose sono inutili; io invece risponderei loro: Dite piuttosto che di certe cose la nostra intelligenza non arriva a comprenderne il perché. È mai possibile che colui che ha creato tutte le cose, il quale ha una sapienza infinita, abbia messo in questa terra delle cose che non servono a nulla? Questo non è possibile; ma piuttosto non è da meravigliarsi se noi, limitati come siamo non comprendiamo subito la ragione di certi esseri. Alla volte dipende dalla poca attenzione che vi si presta; giacché negli uomini generalmente non c'è spirito d'osservazione; ma se non c'è nella maggior parte di essi, abbondi almeno negli artisti i quali hanno un bisogno estremo di osservare la natura perché da essa possono trarre ogni cosa di ragionato d'applicare all'arte loro. In particolar modo l'architetto deve ragionare e riflettere su tutti i suoi lavori perché se fa una fabbrica senza distinguerne in essa l'uso a cui deve servire non avrà mai fatto un'opera d'arte. Il Segretario del mese di Settembre 1887. Alfonso Modonesi

Aprile 1888 | Nella settimana scorsa che veramente non appartiene al mio segretariato essendo le vacanze pasquali, facemmo dopo il mezzodì alcune dilettevoli passeggiate. Il Mercoldì che fu il primo giorno di vacanza dopo avere assistito alla benedizione del SS. in S. Pietro uscimmo fuori di porta S. Mamolo per cogliere alcuni fiori. Il Giovedì andammo a S. Vittore e a Barbiano. Il Venerdì invece, non vi fu alcuna passeggiata. Alla mattina ascoltammo in S. Petronio la predica della Passione e al giorno ci trattenemmo a disegnare. Il Sabato santo facemmo l'ultima. la più lunga di tutte. Uscimmo da Bologna per porta Mazzini. Visitammo Fossolo, la Croce del Biacco, poi per una lunga strada giungemmo di nuovo a | Bologna dopo circa 3 ore e mezzo di cammino. 19 d. Dopo il mezzodì uscimmo col Sig. Rettore per fare una passeggiata. Da qualche giorno ci era stata promessa e noi la desideravamo ardentemente. La passeggiata non era nuova, pure sempre bella. Si trattava di salire la strada dei colli passare per Gaibola, Ronzano, l'Osservanza e ritornare a Bologna. Il cielo era nuvolo, e minacciava vicina la pioggia e infatti non appena ci fummo alquanto discostati dalla città cominciarono a cadere alcune goccie [sic]. Noi non retrocedemmo, anzi cominciammo a salire sperando che in breve sarebbe terminata la pioggia, e così avvenne: di più il vento che si levò quasi d'improvviso in poco tempo sgombrò il cielo dalle nubi cacciandole verso l'orizzonte. Il sole ritornò a brillare come prima: s'era fatta insomma una giornata propizia. In poco d'ora percorremmo tutta l'amena strada dei colli, e quindi a Gaibola ci riposammo alquanto nell'erba. Qui raccogliemmo alcuni tulipani, poi proseguimmo la strada che conduce a Ronzano. Giunti all'osservanza in breve fummo a Bologna abbastanza soddisfatti della gita, e ne ringraziamo il Sig. Rettore che la procurò. Il Segretario del mese d'Aprile 1888, Giuseppe Romagnoli

Settembre 1896 | 1 Ottobre Oggi siamo andati a fare una passeggiata, ma con molto nostro dispiacere, il Signor Rettore essendo un po' indisposto non ha potuto venire. Giunti sul colle di S. Luca osservammo il panorama che di lassù si vede, poi entrammo in chiesa ove ascoltammo la messa, poi usciti di chiesa, ritornammo a casa, e nel ritorno ci divertimmo a cogliere dei fiori di pan porcino, e giungemmo a casa a mezzogiorno. C. Alessandrini, Segretario, Settembre 1896

Novembre 1896 | 20 Novembre. Quest'oggi essendo il compleanno di S. M. la Regina si è fatto vacanza e il Sig. Rettore ci ha gentilmente accompagnati a vedere l’esposizione dei Crisantemi nel salone del Palazzo del Podestà. I fiori considerati separatamente erano bellissimi di varie grandezze e di vari colori. Però nell'insieme non facevano molto effetto, e piuttosto che una esposizione di fiori sembrava una sala della Certosa nel giorno dei morti. Oltre i Crisantemi v’erano delle bellissime palme, delle traglie, dei Ficus elastica ramificati, dei frutti cinesi e molte altre piante. Dopo andammo a fare una passeggiata. F. Balboni Segretario

Marzo 1897 | 19 Marzo. Questa mattina siamo andati in S. Petronio ad ascoltare la messa celebrata da Mons. Zanasi. Dopo la messa siamo andati a fare una passeggiata. Uscimmo per porta Castiglione, e percorremmo la strada di Barbiano. Man mano che salivamo, ci si offrivano vedute belle ed estese. La nostra pianura bolognese non poteasi veder bene, essendovi della nebbia, mentre dalla parte dei monti il cielo era limpidissimo. Passato Barbiano, discendemmo per la strada di Barbianello, divertendoci a correre su e giù pei pendii che fiancheggiano la strada raccogliendo viole mammole. Arrivammo a casa verso le 11 1/2 circa. In questo stesso giorno siamo stati in S. Pietro ad ascoltare il panegirico di S. Giuseppe; e questa sera, abbiamo avuto in nostra compagnia a pranzo il sig.r prof.r Massimiliano Barbieri. A. Magli, Segretario, Lì 31 Marzo 1897

Gloria Malavasi

Testo con integrazioni tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina 19 aprile - 14 giugno 2015.

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Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
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Documenti
Giornale del Segretario
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Giornale del Segretario - Memorie dell'Alunnato. Periodo 1895 - 1897. Manoscritto conservato nel Collegio Artistico Venturoli di Bologna.

Esplorando l’archivio del Collegio Venturoli
Tipo: PDF Dimensione: 178.80 Kb

Di Francesca Serra. Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni" Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015. Copyright © Fondazione Collegio Artistico Venturoli.

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