Donazioni al Museo di Medicina

Donazioni al Museo di Medicina

1960 | oggi

Scheda

La cultura di una comunità, di un territorio vissuto ed organizzato è l’insieme ampio e sfaccettato degli usi, dei costumi, delle tradizioni, della lingua, dei modi e dei ritmi di vita quotidiana e non. Cultura è il modo in cui si coltivano i campi, è il tempo del lavoro, del riposo, della festa, della preghiera, è il cibo che si consuma, il modo in cui si cucina; anche gli abiti, le musiche e tutte le altre espressioni produttive, intellettuali ed artistiche di un popolo sono e fanno la cultura. Per questo è davvero importante che la comunità medicinese conservi la memoria della propria cultura, la renda trasmissibile, la coltivi e la sostenga come un patrimonio collettivo, non da ostentare ma da offrire, da condividere.

Il museo civico è un luogo di cultura, come lo sono la scuola, la biblioteca, le associazioni, i partiti, le feste che si ripetono e che celebrano i prodotti della terra, le tradizioni, le ricorrenze. Il museo è il depositario di molti aspetti che contraddistinguono la storia di Medicina e della sua gente. Dovendo parlare in modo esteso del museo, devo fare subito una premessa: il museo e le sue collezioni sono nati dal lavoro e dal contributo, anche patrimoniale, di tanti che hanno voluto insieme, magari senza conoscersi, costruire un luogo di memoria e testimonianza. A cominciare dalla raccolta d’utensili e strumenti della cultura contadina, esposta sola in parte, si deve ricordare che le donazioni sono alla base della sua costituzione. Il grande telaio in legno donato da Ermelinda Biancoli Tinti, nella sua apparente famigliarità con le generazioni non più giovanissime, è invece un oggetto preziosissimo, che attesta modi e tempi del lavoro del tutto diversi da quelli di oggi. La piccola collezione di Checco Marabini è un sapere enciclopedico in miniatura sul mondo scomparso dell’agricoltura. Così la vasta esposizione d’archeologia è il frutto del lavoro di ricerca e di ricognizione di gruppi volontari, che si sono succeduti nel tempo, impegnati nello studio del nostro territorio e nella valorizzazione degli aspetti storici e archeologici. Il merito di aver iniziato a raccogliere e documentare la storia di Medicina e del suo territorio è stato indubbiamente di un gruppo costituitosi negli anni ‘60, promosso in particolare da Giovanni Rimondini. Il lavoro di sensibilizzazione allora avviato consentì di acquisire dai privati diverse testimonianze che, nell’insieme, si sono rivelate importantissime per la ricostruzione di certi spaccati storici. Consentì inoltre di svolgere una rilevante attività di ricognizione archeologica e di sensibilizzazione che complessivamente - sia per ritrovamenti del gruppo sia per donazione di privati - ha portato ad una ricca e rappresentativa raccolta di reperti, provenienti da varie epoche, del nostro territorio. Così le ceramiche votive - avute in dono in gran parte da contadini, ma anche da proprietari di palazzi e case urbane e da collezionisti e cultori - sono servite per ricostruire gli aspetti legati alla religiosità popolare; così i bellissimi stucchi neoclassici provenienti da Villa Modoni poi Gennari hanno contribuito, nella sezione dedicata all’arte e all’architettura, ad illustrare il momento di massimo sviluppo urbanistico di Medicina.

Entrambe queste sezioni sono state arricchite da altri doni di privati, tra cui ricordo il prezioso crocifisso in argento donato da Camilla Mascagni, che ha abitato lungo tempo nelle stanze attualmente occupate dalla biblioteca, e il pregiato autoritratto ad olio su tavola di Antonio Dardani (Bologna, 1677 - 1735) donato dal professore Giovanni Rimondini. Altri medicinesi hanno avuto un ruolo importante nella donazione alla comunità di patrimoni privati di grande rilevanza storica ed artistica. Grazie al maestro Medardo Mascagni, infatti, la comunità medicinese ha beneficiato delle donazioni avvenute da parte del liutaio Ansaldo Poggi: un violino del suo maestro Giuseppe Fiorini, un violino realizzato dallo stesso Poggi e l’intera bottega bolognese del liutaio nato a Villa Fontana. La ricostruzione della prima farmacia pubblica di Medicina, con gli arredi e le suppellettili originali, è stata integrata da una scultura realizzata per il museo dal dottore Giovanni Rambaldi e donata per ricordare la figura del veterinario Adelmo Mirri, nato a Medicina e divenuto famoso per i suoi meriti nel campo della prevenzione di gravi malattie epidemiche. Tra le donazioni più ingenti, che costituiscono un vero e proprio nucleo espositivo e documentario, vi è l’insieme dei disegni, delle opere, delle stampe e delle pubblicazioni del pittore Aldo Borgonzoni. Borgonzoni è nato a Medicina nelle vecchie strade che portavano nel borgo, tra la gente del popolo, tra i piccoli commercianti e artigiani e tra i lavoratori della terra. Nel lavoro creativo e artistico, le sue origini, la sua storia sono state sempre straordinariamente presenti, palpitanti. Mi raccontava Aldo una vicenda curiosa ed esemplare: tempo fa, in un evento culturale ed espositivo nella grande città di Mosca, Borgonzoni parlando ai presenti con estrema naturalezza di Medicina, si stupì e si scandalizzò di come queste persone, provenienti da diverse parti del mondo, non conoscessero il suo paese di provenienza, terra d’origine di grandi architetti e fonte inesauribile di cultura e conoscenza. Questo fatto rende molto chiaramente l’idea di come Medicina sia sempre nella mente e nel cuore del maestro Aldo Borgonzoni, nella sua vita quotidiana e nel suo lavoro d’artista. Per questa ragione e forse per altre, Aldo Borgonzoni ha voluto donare alla comunità medicinese cento disegni realizzati da lui ed altre opere provenienti dalla sua personale collezione d’arte. Questi lavori sono esposti e conservati nel Museo Civico di Medicina, con l’intenzione di realizzare esposizioni temporanee a tema di tutte le opere donate. Il rapporto dell’artista con Medicina non è dato e definito, ma tuttora in fieri, mutevole e in permanente evoluzione. Le sue frequenti visite al Museo e al Comune di Medicina hanno rinsaldato questo legame ed hanno portato con sé altre donazioni: in particolare un caro amico e sostenitore del maestro, il commendatore Silvano Conti, ha depositato presso la sede municipale un dipinto di grandi dimensioni, realizzato dallo stesso Borgonzoni ed a lui dedicato, questa tela piena di colore ed energia è ora esposta nella Sala del Consiglio comunale; un altro artista, molto legato a Borgonzoni, Aldo Galgano, ha donato al museo un austero ritratto del pittore facendo grande onore al lavoro di entrambi.

La comunità ha ricambiato questa generosità espressa da Borgonzoni realizzando mostre temporanee, recuperando la straordinaria pittura murale realizzata dall’artista nella Camera del Lavoro nel 1948, pubblicando cataloghi e monografie dedicate al pittore e allestendo una pregevole pinacoteca dedicata alla sua collezione. La donazione non è mai un’azione fine a sé stessa, ma piuttosto un modo eccellente per condividere con altri le opere del proprio talento o i beni che il caso, la fortuna o la professione ci hanno portato a possedere. La condivisione di un bene dapprima privato con una comunità e con il pubblico arricchisce chi dona e chi riceve, impreziosisce il patrimonio collettivo, quello di tutti, aumenta la possibilità per ciascuno di conoscere e sapere, dà ai tanti un’opportunità dapprima riservata a pochi. E, in questo momento in cui la vita di ognuno e di tutti sembra così precaria, in balia d’eventi difficilmente governabili e controllabili, è forse vero che i beni materiali valgono meno, e se hanno un intrinseco valore culturale e una valenza per la storia e il patrimonio di una comunità, è forse giusto soffermarsi a pensare alla possibile condivisione. Una donazione, se sensata, ben accetta e gestita, moltiplica in maniera esponenziale il portato di cultura che sta nelle cose e in coloro che le detengono.

Lorella Grossi

Testo tratto da "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, marzo 2002.

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Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi, Associazione Pro Loco Medicina, n. 0, ottobre 2002. © Associazione Pro Loco Medicina.

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Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi, Associazione Pro Loco Medicina, n. 1, ottobre 2003. © Associazione Pro Loco Medicina.

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