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Mario Di Scovolo

1840 - 7 Marzo 1877

Scheda

Mario Di Scovolo (Castiglione d'Intelvi, 1840 - Pisa, 1877). Nel suo necrologio è detto pittore, soldato e scrittore di recensioni e articoli su arte e teatro. La pittura si interseca strettamente con la sua vita di militare. Di Scovolo si iscrive all'Università di Pavia, ma probabilmente nello stesso periodo studia in Accademia a Milano con il pittore paesista Faustino Joli (1780-1855). Si arruola volontario nei bersaglieri nel luglio del 1859 e dopo la battaglia di San Martino raggiunge il grado di caporale. Frequenta la scuola militare di Ivrea. Dal 1861 è sottotenente nell'esercito regolare e serve nel Sud Italia, prima a Gaeta, è a Taranto nel 1864 e poi in Calabria e in Sicilia, per la repressione del brigantaggio. Sono anni in cui si esercita nell'osservazione del vero e nel disegno di paesaggio. "Dopo i commilitoni si godevano a rubargli le pagine dell'albo [...]" racconta Luigi Lodi (1856-1933) e d'altronde doveva essere davvero un buon disegnatore da quel che trascrive Cimaschi di una lettera di Adolfo Venturi (1856- 1941) al Figlio di Mario, Antonio, a sua volta pittore: "[...] Andavamo tutti in visibilio a vederlo disegnare: rammento che i disegni di soldati ci ricordavano, ci facevano gridare i nomi di Detaille e di Neuville". I paesaggi del Mezzogiorno sono motivo di riflessione e di esercizio che daranno il loro frutto negli anni successivi (Notte delle Calabrie; Brigantaggio, esposto a Genova nel 1873). Dopo la campagna del 1866 il suo reggimento si sposta a Bologna; Di Scovolo si congeda con una medaglia commemorativa ed una al valor militare e si dedica completamente alla pittura.

Nell'anno accademico 1866-1867 si iscrive al corso di pittura di Paesaggio in Accademia a Bologna, vincendo una medaglia. Nel 1867 si presenta alla Seconda Esposizione delle Accademie dell'Emilia con I pascoli del monte Rosa e Alture di Mongardino nella Valle del Reno, ma l'attenzione della giuria è tutta per Veduta del lago di Pusiano di Achille Formis (1830-1906) - che si aggiudicherà il premio - e L'abbeveratoio di Antonio Fontanesi (1818-1882). Nel 1868 un suo quadro rappresentante il Villaggio di San Martino è appeso presso la libreria Nanni, sotto il Portico della Morte a Bologna. Suoi dipinti sarebbero stati acquistati da Raffaele Faccioli (Ricordi della laguna e Studio di paese). Nel 1870 partecipa alla mostra della Protettrice con Vedette italiane al confine Pontificio (150 lire) e uno Studio dal vero (70 lire); dei due, il primo è acquistato dalla Società che lo assegna al dottor Francesco Buratti. Nel 1870 si riarruola con il grado di luogotenente, ma è anche l'anno dell'Esposizione Nazionale di Parma, che segna il suo successo d'artista con Sulle alture di Solferino dopo la battaglia del 24 giugno 1859 , dipinto acquistato dal Ministero della guerra ed esposto a Modena e a Milano (1872). Nel maggio del 1871, ottenuta la patente d'idoneità, riceve l'incarico di professore di Paesaggio in Accademia a Modena, in sostituzione del prof. Giovanni Susani (1805-1871). Di Scovolo lascia così definitivamente l'esercito per l'insegnamento. Ricorda di lui Venturi: "Il maestro era piombato a Modena, producendo il maremoto nelle acque chete dell'Accademia", soprattutto incoraggiando i suoi allievi a una maggior attenzione all'osservazione del vero e della natura e provocando un entusiasmo tale che il critico fu sul punto di "cambiare i libri nei pennelli". Nelle collezioni pubbliche sono conservati: Dopo la battaglia (Trieste, Museo Revoltella), da identificarsi con Memorie della campagna del 1870, che Di Scovolo propone, e la commissione accademica accetta, per l'esposizione collettiva a Vienna nel 1873. Nel 1871 presenta a Brescia Arnaldo da Brescia preso dagli sgherri e Cimabue intravede il genio di Giotto pastorello; quest'ultimo, conservato a Brescia presso i Musei Civici, gli vale l'ottenimento della pensione biennale di 2000 lire del premio Brozzoni. Paesaggio di Solferino (1870 ca.) e molti dei dipinti ricordati nelle fonti sono evidentemente di argomento militare, come Nevicata sopra un campo di battaglia ed Episodio del combattimento di S. Martino o Dopo la Battaglia di San Martino, acquistato da Vittorio Emanuele II, e che forse Venturi confonde con il più famoso Sulle alture di Solferino ("stimato pittore di un gran quadro: Dopo la battaglia di San Martino dove si vedevan carriaggi tra nembi di polvere nei gironi di una montagna"). Si ha notizia di una buona recensione del suo Primavera, esposto a Londra nel 1876 e di sue scene notturne, sempre di argomento militare (Notte nella Calabria). Altri dipinti hanno titoli più convenzionali (Caccia reale del 1869, Due bovi nell'agro di Roma) e suggeriscono l'uso di argomenti di pittura storica come pretesti per dipinti di paesaggio (Pia de' Tolomei) che d'altronde Di Scovolo non concepisce privo di figure: "Oggidì la pittura del paesaggio si confonde con quella di genere, si prestano soccorso a vicenda ed è difficile definirne i limiti esatti di separazione. Convenzionale per il passato, questa parte della pittura è da qualche tempo divenuta imitazione del vero; ma il solo paese senza macchiette superbamente fatte non l'ammetto, perché è troppo poco, non è pittura nel senso stretto della parola". Tra le ultime sue cose si potrebbe inserire il Paesaggio al n. 89 del Fondo Belluzzi. L'Ebreo errante, riportato anche come Cammina, cammina... è il suo ultimo lavoro. Muore a Pisa, dove si era recato per curare la tubercolosi, il 7 marzo del 1877.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia e fonti: Di Scovolo s.d.; Atti 1866-1867, p. 13; Atti 1867, p. 21; Esposizione Parma 1870, n. 632, p. 34; Rapporto 1870, n. 9; Società Protettrice 1870, nn. 29, 30; Atti 1871, p. 36; Esposizione Milano 1872, n. 545, pp. 61-62; F. Asioli, in "Il Panaro", XVI (1877), 3 aprile; Venturi 1927, p. 21; Bénézit 1954, p. 686; Comanducci 1962, pp. 625- 626; Cimaschi 1963; Albonetti 1966; Di Scovolo 1983; Anelli 1987; Giumanini 2000, pp. 196-197; Trieste 2011, p. 138.