Salta al contenuto principale Skip to footer content

Cristoforo Colombo

1868 ca.

Schede

L'uomo illustre in questo quadro è Cristoforo Colombo, dall'aria giovanile. Al tramonto, su un'altura aggettante sul mare, il navigatore è mostrato in atteggiamento cogitabondo mentre stringe, in mano, una carta geo-nautica. Non esiste alcuna fonte documentaria che accerti la paternità del dipinto a Luigi Busi, ma per indubbie affinità stilistiche alla sua produzione artistica se ne propone l'attribuzione. In passato attribuito ad Alesssandro Guardassoni, il dipinto dimostra caratteristiche che fanno suggerire a Claudio Poppi il nome di Busi, ipotesi avvalorata anche dai risultati emersi dalla consultazione dei registri di bilancio del marchese Luigi Pizzardi. Dai consuntivi generali degli anni 1868, 1869 e 1870 il pittore risulta pagato ogni volta per un quadro: quindi questo Cristoforo Colombo sarebbe uno dei tre quadri eseguiti da Busi per il "Salone del Risorgimento", oltre a Vittorio Emanuele e le Annessioni (disperso) e a Cavour e Minghetti. Il dipinto è stilisticamente vicino a Le ultime ore del doge Foscari, eseguito nel 1863, dove il pittore già si dimostrava sensibile al rinnovamento in senso realista della pittura storica. Confrontando i due quadri si nota come la stessa luce tersa e chiara dia risalto alle masse, rese con sintesi formale, ma con una pittura molto materica, stesa a piccole pennellate regolari. Ciò che comunque colpisce maggiormente è la ripresa dello stesso motivo decorativo, a righe verdi su fondo crema, della grande tenda alle spalle del doge e nel mantello di Cristoforo Colombo.

Claudia Collina

Olio su tela, cm. 280x160. Storia: lasciato in eredità, nel 1922, da Carlo Alberto Pizzardi al Comune di Bologna, che non lo ritira, passa di proprietà all'Amministrazione degli Spedali nel 1925. Nel 1975 nell'Aula Magna dell'Ospedale Maggiore di Bologna. Ora esposto in deposito nel salone di Palazzo Pizzardi. Testo tratto da: Claudia Collina, Claudio Poppi; Collezionisti a Bologna nell’Ottocento. Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi, cat. della mostra, Bologna 1994