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Sebastiano Conti Castelli

8 dicembre 1788 - 30 dicembre 1850

Scheda

Sebastiano Rocco Conti Castelli nacque l’8 dicembre 1788 dal marchese Gaetano e da Anna di Sigismondo Malvezzi, e fu battezzato con i nomi di Sebastiano Rocco Maria Zaccaria Raffaelle Melchiorre Lorenzo Petronio, già dati a un fratello nato il 6 novembre 1785 e morto infante (Carrati, Nascite, B 879 c. 193; B 880 c. 19). Studiò al Collegio San Luigi, rivelando ingegno prontissimo e straordinaria memoria, e sviluppando interessi umanistici e storici, ma anche di geografia, statistica, economia e agraria, e soprattutto relativi alla storia di Bologna, tanto che raccolse sull’argomento una libreria giudicata fra le più copiose e pregevoli. Membro ordinario della Società Agraria e socio del Casino, anzi fra i fondatori di questa società rinnovata nel 1809 (Elenco, n. 213), aveva il dono di un piacevole eloquio: «ricco di molte svariate cognizioni seppe rendere amabile e gradito il suo conversare, cui condì ancora con motti arguti e salse facezie, le quali perciocché gli uscivano dal labbro spontanee e non prima meditate, tornavano altrui piacevoli ed inducevano festa e riso» (Angelelli, Biografia). Altrettanto piacevole fu il suo scrivere, «gradevole insieme ed efficace», che possiamo verificare in due suoi lavori: una necrologia del conte Francesco Milzetti, ricca di annotazioni politiche, e un articolo sul «Felsineo» (numero 14 del 1847) sui provvedimenti contro l’accattonaggio. Accettò qualche marginale incarico pubblico: nella commissione per gli alloggi militari per parecchi anni, nel Consiglio provinciale, nella commissione creata nel 1847 sul problema dell’accattonaggio (Bottrigari, I, p. 173). Nel 1831 fu capitano del primo Reggimento della Guardia Civica (Rangone, La Rivoluzione del 1831, II, p. 70).

Nel 1809, il 13 luglio, sposò Costanza, figlia del dottor Giovanni Giuseppe Fabbri e di Rosa Favier, da cui ebbe una figlia, Amalia, morta a otto mesi (e sepolta con il padre), e un’altra femmina, Gioseffa Anna, poi sposa nel 1837 di un capitano tedesco (ms. B 698/2, tav. 36).
Rimasto vedovo, morì nella casa di famiglia in Strada Maggiore (dal 1824 sotto la parrocchia di Santa Caterina, dopo essere stata sotto San Tommaso e, dal 1806, sotto i Servi), per apoplessia, il 30 dicembre 1850 alle 6 della sera (Foglio sepolcrale C 37 n. 3607).

Silvia Benati